09 Gennaio 2001
Il Manifesto
L'uranio bollente al vertice Nato
Il comitato politico della Nato si riunisce per discutere di uranio impoverito. Il premier tedesco Schröder alza la voce: "Vogliamo fatti". E Mattarella chiede il bando dei proiettili all'uranio
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Gennaio-2001/art2.htm
ANGELO MASTRANDREA

 Da questa sera potremmo avere le idee più chiare sulla vicenda dell'uranio impoverito, una vera patata bollente che la Nato e i governi europei finora si sono rimpallati a vicenda. Idee chiare non tanto su quanto è accaduto e sta accadendo a militari e civili nei Balcani, quanto per capire che aria tira tra i governanti europei. In parole povere, se il caso uranio sarà insabbiato o meno. Si svolgerà oggi a Bruxelles, infatti, l'attesa riunione del comitato politico della Nato, a cui diversi paesi membri imputano scarsa collaborazione e trasparenza. Che non sarà un vertice facile lo si è capito ieri, quando il cancelliere tedesco Gerhard Schröder ha alzato la voce, chiedendo di fare "piena chiarezza" sulla vicenda e invitando la Nato a "portare sul tavolo tutti i fatti" di cui si è a conoscenza. Nonostante il segretario generale della Nato, George Robertson, avesse assicurato, nei giorni scorsi, la massima trasparenza da parte dell'Alleanza.

 L'Italia arriverà alla riunione di oggi con una serie di richieste e di proposte, strutturate su due filoni fondamentali: la richiesta alla Nato di un'informativa completa e dettagliata sulle modalità e le zone di utilizzo dei 10.800 proiettili all'uranio impoverito impiegati in Bosnia; la creazione in seno all'Alleanza atlantica di un meccanismo automatico di coordinamento e di scambio di tutti i dati e le informazioni relative alla salute delle truppe Nato impegnate in missioni all'estero. Ma c'è di più: ieri sera, intervistato telefonicamente nel corso della trasmissione Porta a porta, il ministro della Difesa Sergio Mattarella ha chiesto di evitare l'uso di queste armi finché non si sappia se inquinano o no. E pare che l'Italia abbia intenzione di chiedere ufficialmente una moratoria delle armi all'uranio. Richiesta sostenuta anche dal vertice dei Ds, riunitosi ieri. Comunque, è solo domani, al termine della riunione formale della Nato, che si potrà avere una deliberazione comune. Continua a essere ignorata, invece, la situazione ambientale e sanitaria della Serbia. Ancora oggi, la commissione tecnico-scientifica nominata in maggio dal governo italiano porterà al ministero dell'ambiente i risultati delle analisi dei campioni prelevati in Kosovo. Secondo indiscrezioni, i risultati di diversi campioni ne evidenzierebbero la contaminazione, come conferma il rapporto preliminare dell'Unep (il Programma ambientale dell'Onu) reso noto qualche giorno fa. Particolare preoccupazione desta l'inquinamento delle falde acquifere.