Il Manifesto
06 Gennaio 2001
Sacchetti di sabbia contro l'uranio
Contrordine, alleati: l'uranio impoverito non fa male e non c'è alcun motivo per metterlo al bando. Parola del Pentagono, che avvia l'offensiva per insabbiare la "sindrome dei Balcani"
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/06-Gennaio-2001/art2.htm
ANGELO MASTRANDREA

 Non esiste alcuna prova scientifica di collegamenti tra casi di leucemia e i bombardamenti all'uranio impoverito effettuati dagli Usa durante la guerra dei Balcani. Per cui la conseguenza è logica e inevitabile: non c'è nessun motivo per mettere al bando l'uranio impoverito. Dopo diversi giorni di silenzio, è partita l'offensiva del Pentagono per mettere a tacere tutte le polemiche sulle morti sospette di militari in missione in Bosnia e Kosovo. "Non abbiamo trovato alcuna conseguenza fisica insolita nei nostri soldati che hanno prestato servizio nei Balcani, per quello che riguarda leucemia o altre malattie", ha riferito l'altra sera il portavoce del Pentagono Ken Bacon, nei cui toni pare di riascoltare l'impacciato Jamie Shea nel poco invidiabile ruolo di portavoce della Nato durante la guerra del Kosovo. Come allora, secondo gli Usa il problema non sussiste, quindi non c'è alcun motivo di preoccuparsi.

 Diverse voci, vicine alla Farnesina, fanno intendere che l'offensiva è cominciata anche in Italia. E si servirà di tutti gli strumenti della disinformazione. Anche perché il governo deve gestire la patata bollente del disvelamento degli orrori di una "guerra umanitaria" che ha sostenuto, nonché il rischio sempre più concreto che i militari chiedano in massa di tornare in Italia. Si teme, inoltre, un crollo delle richieste di arruolamento volontario, una cosa che potrebbe costringere a rivedere la riforma della leva e a tornare a quella obbligatoria.

 E' in questo clima, avvelenato ancora di più dalle polemiche che stanno montando in tutta Europa (ieri è stato denunciato il primo caso di leucemia in Gran Bretagna, mentre la Germania ha fatto sapere che i suoi soldati sapevano tutto ed erano attrezzati con apposite tute e mascherine) che si trova a operare la commissione medica nominata dal ministro della difesa Sergio Mattarella e guidata dal professor Franco Mandelli. Il primario di ematologia del Policlinico Umberto I di Roma ieri si è limitato a dire che si tratta di "un lavoro molto duro ed è ancora troppo presto per dire se ci sono legami tra radiazioni provenienti dall'uranio e le leucemie che hanno colpito i militari". Sulla questione il ministro Mattarella riferirà mercoledì a un Senato in cui l'opposizione ha ritirato fuori l'argomento dell'antiamericanismo di parte della maggioranza. In buona sostanza, il tema uranio impoverito verrebbe utilizzato per sollecitare l'uscita dalla Nato. Un'insinuazione respinta al mittente dal presidente del consiglio Giuliano Amato.



Commento: contrordine soldati, smettete di morire, please... Mandelli, che ti stai a inventa' ? Ne sa di più un Tuo qualsiasi allievo sul link radiazioni-leucemia? Non fare il sòla, consentimi:
http://www.gol.grosseto.it/legambiente/solidarieta/modus.htm
«...Quello che posso dire – prosegue l’avvocato Tibaldi – è che non c’è famiglia nell’area del Garigliano che non abbia dovuto assistere a questa ecatombe anche all’interno del proprio nucleo. Come quella famiglia di San Cosimo in cui ben 8 componenti su 9 (mentre anche il nono si è già ammalato) sono morti per cancro. Senza trascurare il fatto che ai bambini dell’area di Formia ammalati di leucemia e a consulto presso il professor Mandelli viene ripetuto di continuo dal famoso luminare che si tratta delle stesse patologie riscontrate nell’area di Cernobyl.»

Tra l'altro, tutti morti inutili poiché potremmo benissimo restituire il combustibile nucleare al mittente, ASSASSINI !

E ancora:

Contaminazione nucleare, Cassino firma la richiesta di risarcimento
http://www.gol.grosseto.it/legambiente/solidarieta/modus.htm

Marcantonio Tibaldi, anziano avvocato di Castelforte da decenni in lotta contro l'inquinamento da radionuclidi della centrale termonucleare del Garigliano (a Sessa Aurunca) è tornato nei giorni scorsi a lanciare l'allarme per le conseguenze letali e l'aumento dei tumori nell'area del Lazio meridionale e nord Casertano dai teleschermi di Gari Tv (e in particolare dalla trasmissione Bianco & Nero condotta dal collega Michele Giannì). (...) Il legale ha ricordato come le radiazioni non conoscano certo i confini provinciali e, quindi, come la provincia di Frosinone, ed il Cassinate in particolare, sia direttamente interessata al fenomeno. In realtà, mentre sono stati eseguiti rilievi e statistiche per quanto riguarda i territori del sud Pontino e dell'alto Casertano, non si è mai avuta una seria analisi della recrudescenza delle malattie tumorali nel territorio della nostra provincia. Questa mancanza di dati è stata messa in evidenza da Tibaldi che ha annunciato, per le prossime settimane, dati statistici aggiornati sul preoccupante incremento della casistica di tumori e leucemie nei territori interessati dal 1983 ad oggi. Oltretutto il pericolo è tutt'altro che scomparso. "Nella centrale - ricorda - sono ancora oggi stoccate scorie per 3.267 metricubi. Un'autentica montagna di veleni che custodisce 252 chilogrammi di plutonio. Considerato che si tratta di una sostanza letale per l'uomo all'inalazione di un milionesimo di grammo, ce n'è abbastanza per sterminare la popolazione dell'intero pianeta". Tibaldi ha ricordato come le inondazioni del Garigliano abbiano lambito e ricoperto già in diverse occasioni le stesse scorie. Per cui oggi sarebbe inquinato da Cesio 137 e Cobalto 60 tutto il tratto di costa compreso tra la foce del Volturno ed il Circeo. Ma è sicuramente l'impennata di morti per cancro e leucemia il dato più sconcertante. "I dati Istat aggiornati al '93 - ricorda l'avvocato - testimoniano come sia a Frosinone che a Roma ci sia stata un'impennata di queste malattie. E questo dipende dal periodo di latenza del male: ci sono 10-20 anni in cui non appare, non odora, non lo si vede. Poi, a distanza di tempo, uccide". Per cercare una forma sia pur inadeguata di risarcimento nei confronti delle vittime inconsapevoli della centrale nucleare del Garigliano, Tibaldi ha avviato una sottoscrizione per chiedere al Presidente del Consiglio di prevedere un indennizzo per tutti coloro che hanno avuto lutti in famiglia per le menzionate tipologie di malattia. Le ultime firme sono state raccolte nei giorni scorsi proprio a Cassino. Sono stati 1.300 i concittadini che hanno aderito all'iniziativa. "Sono stato accolto con affetto e calore dalla Città Martire - ha detto Tibaldi - devo quindi ringraziare i cassinati per l'estrema sensibilità per un problema gravissimo sottovalutato da tanti". Luigi Pinchera, il medico cassinate che batte da tempo per l'apertura presso ospedale "de Posis" di una divisione oncologica, commenta: "E' una realtà che nelle nostre zone la radioattività sia superiore alla media normale. Quanto ai collegamenti del fenomeno con la presenza della centrale del Garigliano penso che vadano fatte ricerche approfondite [NDR: le stesse di Mandelli, fino a quando non saremo morti TUTTI, perché come dicono in Inghilterra, i morti non parlano]. Circa il tema dell'incidenza delle malattie da tumori nella nostra zona dico solo che occorrerebbe maggiore attenzione da parte di chi di dovere". Il reparto oncologico è più che mai necessario ma, - sottolinea Pinchera - "è impensabile che la questione venga rimandata di 5-6 anni in attesa della realizzazione del nuovo ospedale di Cassino". Un anno fa Pinchera, proprio dalle colonne del nostro giornale, lanciò un appello alle forze politiche e sociali della città a prendere coscienza del problema ed a mobilitarsi di conseguenza. E' intenzione dello stesso professionista e del nostro giornale di riprendere una battaglia di civiltà in favore di un territorio i cui cittadini sono costretti, allo soglie del 2000, ai viaggi della speranza anche per semplici cure mediche.