Il Manifesto
06 Gennaio 2001
Generale Usa: via le armi nucleari
Il gen. Shalikashvili favorevole alla ratifica del trattato per la messa al bando
S. FI.

 Nella quarantennale odissea delle trattative per la limitazione o l'abolizione dei test nucleari (che ha visto aumentare i paesi interessati direttamente, da ultimi Pakistan e India), questi primi giorni del 2001 potrebbero segnare un punto di ripresa della questione da parte di uno dei paesi che porta la responsabilità più grande per il buon esito di uno dei maggiori tra una decina di trattati internazionali (tra cui: i Salt 1 e 2, gli Start 1 e 2 e l'Abm) che si rivolgono all'arma nucleare e al suo uso. Il 4 gennaio, infatti, l'ex numero uno dell'apparato militare statunitense, gen. John M. Shalikashvili, incaricato circa tre mesi fa da Clinton di redigere un rapporto sul Trattato sulla messa al bando degli esperimenti nucleari (Ctbt), ha reso al presidente le conclusioni del suo lavoro, favorevoli alla ratifica parlamentare del trattato. Tale ratifica era stata negata dal Senato il 13 ottobre 1999, con 51 voti contrari e 48 favorevoli (occorreva la maggioranza dei due terzi). Clinton aveva sottoposto all'approvazione del Senato il Ctbt il 22 settembre del 1997.

 Dopo laboriosissime trattative e una corsa da parte soprattutto di Francia e Cina ad effettuare gli ultimi test nucleari (che Russia e Usa avevano messo al bando), il Ctbt era stato approvato a grande maggioranza (158 favorevoli, 3 contrari e 5 astenuti) dall'Assemblea generale dell'Onu il 10 settembre 1996 e Clinton era stato il primo capo di Stato a firmare, seguito dai rappresentanti delle maggiori potenze. India, Libia e Bhutan non aveva firmato. Al novembre del 1997 otto paesi avevano ratificato il trattato e 148 lo avevano firmato. Si trattava di passare alla fase del completamento delle ratifiche e soprattutto della messa in opera effettiva con il bando di qualsiasi esplosione nucleare (ma continuavano esperimenti nucleari simulati dai sistemi infomatici - come quelli condotti nei laboratori di Los Alamos in New Mexico). Per l'attuazione del trattato era necessario che passassero 180 giorni dal completamento della ratifica da parte dei 44 Paesi tenuti (per via delle loro dotazioni militari o civili) a firmare. Nel 1999, al momento del diniego della ratifica da parte del Senato statunitense, solo tre (India, Pakistan e Corea del Nord) dei 44 Paesi non avevano ancora firmato il trattato. La mancata ratifica statunitense era un duro colpo alle speranze di mettere per sempre al bando gli esperimenti nucleari e di congelare e ridurre drasticamente le forze nucleari. Ora, il rapporto di una così autorevole personalità militare rimette la questione in campo, consegnandola ad un Bush junior che si era detto contrario alla ratifica e ad un gen. Powell, suo ministro degli Esteri, che si era invece da tempo dichiarato a favore. Il Ctbt proibisce qualsiasi esplosione nucleare, per scopi militari o civili.