03 Gennaio 2001
Il Manifesto
La scoperta dell'uranio
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/03-Gennaio-2001/

Sei militari morti e decine di casi sospetti. Le missioni umanitarie nei Balcani mietono vittime italiane: la leucemia uccide chi è venuto a contatto con i proiettili a uranio impoverito. Emerge una verità a lungo nascosta. E il governo accusa la Nato: "Mappe imprecise" Se qualcosa di "umanitario" doveva esserci, nei bombardamenti sui Balcani, sarà solo la messa al bando dell'uranio impoverito. La tardiva scoperta degi effetti collaterali delle munizioni "arricchite" sta infatti alimentando la richiesta di moratoria dei proiettili inquinanti. E' giunta ieri da Pavia la notizia della sesta vitima sospetta: Salvatore Carbonaro, 24 anni, è morto la notte tra il 5 e il 6 novembre scorsi per una leucemia fulminante. Nel '97 e nel '98 aveva fatto parte dei contingenti nei Balcani. Come altri quattro militari vittime di tumori fulminanti; come i molti (si parla di una quarantina) che sono ricoverati con varie patologie e che hanno chiesto il riconoscimento della causa di servizio attraverso associazioni di tutela del personale militare. Perché possa essere riconosciuta la causa di servizio deve essere stabilito il nesso causale tra l'uranio e la morte dei militari. Ma su questo l'ex generale Fernando Termentini, uno dei principali esperti italiani, non ha dubbi: "Un fatto è certo - dichiara - e cioè che un inquinamento ambientale esiste ed è stato provocato". Non solo, aggiunge Falco Accame, dell'associazione dei familiari delle vittime delle forze armate: la conferma da parte della Nato dell'uso dell'uranio "non rappresenta nulla di nuovo e nessun paese, in un'alleanza, compie operazioni senza informare gli altri". Per adesso, si sa invece che la Nato ha fornito all'Italia mappe "incomplete" dei siti bombardati con l'uranio, come riferisce il sottosegretario all'ambiente Valerio Calzolaio. Ma questo certo non basta a chiarire la parte in causa del governo e dell'esercito italiano. An chiede perciò l'istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare da affiancare a quella medica nominata dal ministro della difesa; lo stesso fa il Prc, domandando anche il ritiro di tutti i contigenti militari italiani. E il presidente della commissione difesa di Montecitorio Valdo Spini conferma la proposta di una istruttoria parlamentare. Una cosa comunque pare condivisa: la richiesta di un intervento del governo per la messa al bando dell'uranio. Il verde Manconi invoca il "divieto incondizionato", il sottosegretario Calzolaio è d'accordo, il popolare Castagnetti propone anche l'abolizione del segreto sull'uso dei materiali militari.