Il Manifesto, 31 dicembre
L'allarme dei volontari
L'Ics chiede la messa al bando dei proiettili a uranio impoverito
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Dicembre-2000/art10.htm

 10.800 proiettili ricoperti di uranio impoverito (DU) sparati dalla Nato in Bosnia nella "zona di esclusione" per un raggio di 20 chilometri intorno a Sarajevo fra il 1994 e il 1995. 31.500 proiettili ricoperti di DU esplosi dalle truppe Nato in Kosovo, la metà dei quali -14.180 - lungo la strada Pec-Djakovica-Prizren, zona di competenza del contingente italiano. Quantità presumibilmente superiori di proiettili ricoperti di uranio impoverito utilizzati durante i raid aerei dell'Alleanza atlantica sul territorio della Serbia, sempre nel 1999.

 Le armi all'uranio impoverito, sviluppate per la prima volta durante gli anni Sessanta dagli Stati Uniti in pieno clima di guerra fredda, costituiscono una "comoda destinazione" per materiale di scarto, radioattivo e "ingombrante", risultato dei processi di fusione nucleare delle centrali energetiche.

 I danni ambientali e sulla salute sono incalcolabili e valutabili solo nel tempo. Il clamore suscitato in questi giorni dai media nazionali ed internazionali sulle possibili contaminazioni contratte dai militari in missione nell'area balcanica elude drasticamente l'argomento cruciale, l'ingiustizia più grave, il coinvolgimento della popolazione civile che pagherà negli anni a venire un prezzo alto sebbene difficilmente valutabile. Si stima che il rapporto fra i decessi militari e civili causati da contaminazione da DU possa variare dai 100 ai 1000 a 1. Sono le popolazioni civili quindi, per l'ennesima volta, le vittime maggiori delle 'guerre moderne' che hanno caratterizzato quest'ultimo decennio. Il Consorzio Italiano di Solidarietà (Ics) è dal 1992 in Bosnia, a Sarajevo, in Serbia, a Belgrado e a Nis e in Kosovo, nelle aree di Pristina, Pec, Prizren e Mitrovica. In queste aree sono impegnati più di 50 operatori umanitari e si sono recati centinaia di volontari per portare assistenza alle vittime della guerra.

 L'Ics chiede che le armi che utilizzano uranio impoverito vengano finalmente messe al bando, in accordo con i trattati internazionali e con il diritto internazionale consuetudinario che vieta le armi che causino "sofferenze inutili" o "danni superflui" ai militari ed in primis alle popolazioni civili, agli operatori umanitari e ai volontari impegnati in aree e territori a rischio di contaminazione radioattiva. Chiede inoltre al governo di stanziare un immediato finanziamento per realizzare un piano di monitoraggio e bonifica delle zone contaminate del Kosovo che sono sotto il controllo del contingente italiano e degli altri territori interessati.