Il Manifesto, 31 dicembre
"Un'istruttoria parlamentare"
Intervista al presidente della commissione difesa di Montecitorio
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Dicembre-2000/art9.htm
C. ROS.

 "Vogliamo ricostruire a 360 gradi eventuali responsabilità politiche e di comando". Il diessino Valdo Spini, presidente della commissione difesa di Motencitorio, ha già convocato i deputati per il prossimo nove gennaio per analizzare il nuovo caso della presunta vittima dei bombardamenti all'uranio in Kosovo.

 Presidente, il ministro Materalla ha insediato una commissione, intanto si moltiplicano i casi di leucemia tra i militari. Che fa il parlamento?

 Ho convocato per il nove gennaio, prima data utile, il comitato di presidenza della commissione difesa a cui sottoporrò una proposta di indagine conoscitiva su quattro punti. Primo: cosa si sa degli effetti dell'uranio impoverito nella guerra Golfo del '91. Secondo: quali informazioni e precauzioni sono state assunte al momento dell'invio delle truppe un Bosnia, dove i bombaramenti sono stati tra il '93 e il '94 e le truppe sono state inviate nel '95. Lo stesso, ed è il terzo punto, chiedo per il Kosovo. Infine propongo di monitorare il lavoro della commisione scientifica predisposta dal ministro Mattarella.

 L'Onu ha adottato nel '96 una risoluzione in cui chiede la messa al bando dell'uranio, invece la Nato lo usa tranquillamente.

 Io non so se è stato utilizzato a buon titolo.

 Se si accertasse il legame tra i decessi e l'uranio che può fare l'Italia nei confronti dell'alleanza?

 Verrebbero fuori soprattutto delle gravi responsabilità in tema di mancata prevenzione. Tra le cose che potremmo concludere alla fine dell'istruttoria c'è la necessità di un altro codice di condotta, di informazione e di rapporti reciproci. In parlamento è stata posta più volte la questione dell'uso dell'uranio impoverito e più volte il governo ha detto che non era vero: la cosa è venuta fuori quando il ministro della difesa ha detto che la Nato ha taciuto fino a oggi. Il giorno dopo l'audizione in commissione di Mattarella la Nato non ha risposto, ma ambienti dell'alleanza hanno fatto sapere che l'Italia sapeva. Allora è sorto un quesito: forse sapevano i militari e non i politici.

 Possibile?

 Non è possibile e non è accettabile. E quindi è una delle cose che dobbiamo verificare. Del resto non sarebbe accettabile nessuna forma di segreto: non dimentichiamoci le popolazioni civili che hanno subito i bombardamenti, dobbiamo occuparci anche di loro.

 E tra le tonnellate di bombe scaricarte dagli aerei nell'Adriatico ce n'erano anche all'uranio?

 E' una domanda legittima; andrebbe rivolta al governo. La porremo insieme alle altre e vogliamo una risposta esauriente. Quello che mi sembra di poter dire è che le conseguenze dell'uso dell'uranio nella guerra del Golfo ce ne sono state e negli anni sono state accertate: si doveva assolutamente informare e prendere le necessarie precauzioni.

 Intanto si potrebbe porre la questione dell'uso dell'uranio in sede Nato...

 In commissione ho detto a Mattarella che doveva dare notizia alla Nato e all'Onu della costituzione del comitato e sollecitare la loro massima collaborazione. E bisogna trarne anche la conclusione che l'uranio non va usato.