In Sardegna, la NATO s'inventa i muri antipecora (14 dicembre)

Comitato Sardo GETTIAMO le BASI
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Contro tutti i muri

La fabbrica di guerra, l’unica industria che non conosce crisi e produce disoccupazione e sottosviluppo è in espansione. Sulla terra sarda grava il 52% delle installazioni militari italiane-Nato. L’estensione degli spazi aerei e marittimi sbarrati dal muro d'interdizioni militari non ha termini di paragone con nessun’altra regione. Solo il tratto di mare asservito al poligono di Quirra supera in estensione l’intera superficie dell’isola. Ma ancora non basta.

CAGLIARI: gli Ammiragli progettano un nuovo centro logistico e un nuovo molo Nato per sviluppare i traffici di guerra (costo previsto 70 miliardi). Come a La Maddalena anche a Cagliari hanno eretto il muro del segreto sui rischi nucleari connessi all’intensificarsi della presenza di navi e sommergibili a propulsione nucleare e armamento atomico.…diretti dove? Vanno ad esercitarsi negli immensi tratti di mare asserviti alle basi di Quirra o Teulada? Gli Ammiragli dicono solo che ci saranno tanti nuovi posti di lavoro e tanti vantaggi per la città.

TEULADA: i Generali raccontano che è il poligono a più intenso utilizzo, il più grande d’Europa
…dopo quello di Quirra

* è un esempio di “poligono verde” e di tutela militare dell’ambiente…ma decretano che il promontorio e il tratto di mare asservito sono permanentemente inagibili, ormai imbonificabili a causa dell’accumulo di ordigni da guerra e residuati inesplosi

* diventerà la base più importante d’Europa “ad alto sviluppo tecnologico” e produrrà tanta occupazione e tanto benessere…quante attività lavorative perdute dovremo contare?

* si “armonizzerà con le esigenze civili” e sarà “aperto alle greggi”…ma il filo spinato non bastava e hanno innalzato il muro di cemento..
…antipecora…dicono..!?

MURI di cemento e filo spinato sulla terra,
MURI di interdizioni in mare e in cielo
MURI di chiacchiere per nascondere in tutta l’isola i
MURI di silenzio su:

* i sistemi di monitoraggio dei suoli e delle acque

* i piani d'evacuazione ed emergenza per la popolazione adottati dalle autorità civili nei porti a rischio nucleare di Cagliari e La Maddalena

* l’eventuale uso di proiettili ad uranio impoverito da parte delle forze armate di mezzo mondo che vengono a addestrarsi e sperimentare nuove armi negli immensi spazi militari della Sardegna

I pescatori del Sulcis hanno dimostrato che l’opposizione popolare è vincente. (NDR: il popolo è Sovrano, secondo la Costituzione)

Riprendiamoci la nostra terra, il nostro mare, il nostro cielo, diamo voce alla nostra silenziosa insofferenza, nuovi posti di lavoro a Teulada!

riaggreghiamo le lotte frammentate in tutta l’isola

CONTRO
I progetti di ampliamento delle basi militari

PER
L’equiparazione della Sardegna alle altre regioni italiane in termini di gravami militari
La denuclearizzazione dei porti sardi e del Mediterraneo

PER
Gettare le Basi militari fuori della Sardegna

Gettare la Nato fuori dalla storia

Nelle alte sfere internazionali alla Sardegna è stato assegnato il ruolo di scuola di guerra e sentinella armata del Mediterraneo a difesa d'interessi che non le appartengono e che la penalizzano. Questo “destino” eterodiretto si può e si deve contrastare.

o con la lotta determinata dei pescatori del Sulcis si è imposto il diritto all’indennizzo dei danni subiti dalla categoria per la sottrazione delle zone di pesca, diritto che si fonda nei principi codificati nel lontano ’76 dalla l.898 e ribaditi dalla l.104/ 90 che riconoscono anche il “danno economico e sociale” che “penalizza” le Regioni e i Comuni “oberati” dalla presenza militare. Ma il risarcimento per  la penalizzazione sopportata da tutta la collettività, per oltre 40 anni, a causa del sequestro militare degli immensi spazi marittimi e aerei è ancora da conquistare.

Siamo lontani dall’idea che i diritti della collettività siano merce in vendita, indennizzabili con una manciata più o meno consistente di lire concessa con i tempi e modi dell’elemosina assistenziale. Siamo ancora più lontani dall’idea che possano essere impunemente negati ed estorti.