L'Università di Torino accusa: hanno distorto le statistiche
Uranio, il bluff della Commissione
da «Liberazione», 6 maggio 2001

«Le conclusioni della Commissione Mandelli sull'uranio impoverito sono inficiate da gravi grossolani e inspiegabili errori. Contrariamente a quanto si legge, infatti, l'eccesso di casi di linfoma di Hodgkin è statisticamente significativo». Ad affermarlo è Lucio Bertoli Barsotti, docente di statistica all'Università di Torino. Il professore ha studiato la relazione preliminare della commissione per utilizzarla come caso di studio nel corso delle proprie lezioni. «E' senz'altro prudente - scrive sempre il professore - non ritenere mai assolute le conclusioni tratte da ricerca su base empiriche come questa. Bisogna sicuramente cercare altri riscontri. Ma sono colpito dalla distorsione nell'uso dello strumento statistico».

Se così stanno le cose ci sono da porsi numerosi interrogativi, a partire dal fatto se le conclusioni errate debbano essere considerate volontarie o involontarie. Il ministro della Difesa (che peraltro è già stato interessato dal professor Bertoli Barsotti) ci deve dire quali provvedimenti adotterà e perché non sono stati adottati adeguati controlli di validità statistica sulla relazione prima di vararla in una conferenza stampa blitz. Tenendo anche conto dell'impatto che la relazione avrebbe avuto non solo in campo nazionale, e del fatto che induce a ritenere che, non essendovi pericoli dell'uso dell'uranio, non è nemmeno necessario adottare misure di sicurezza. Viene invece messa in forse la validità delle predisposizioni adottate dagli Usa per le truppe che hanno operato in Somalia e in Bosnia, oltreché in Kosovo, comprese le disposizioni emanate, con la firma del colonnello Osvaldo Bizzari, dalla "Forza multilaterale Ovest" nei Balcani. A parte quanto segnalato dal professor Bertoli Barsotti circa la metodologia seguita nella relazione, altri argomenti molto importanti debbono essere considerati. Intanto il fatto che in Somalia si sono veriflcati almeno altri due casi di malati di linfoma di Hodgkin (un giovane di Orbetello e uno di Milano) e tre casi di tumore (a militari di Verona, Carrara e Brindisi) che non sono rientrati nella casistica presa in considerazione dalla Commissione Mandelli.

Il caso della Somalia

Non sappiamo inoltre se in Somalia è stato sperimentato da parte italiana un lotto di armi all'uranio per uso di blindati, come è stato ipotizzato in varie interrogazioni parlamentari e non sappiamo se una parte di queste munizioni sia tornata in Italia e sia stata stoccata nel deposito delle "Casermette" presso Cecina, per essere sperimentate in poligoni come quello di Nettuno e di Monteromano. Sappiamo però con sicurezza che gli Usa in Somalia hanno impiegato munizioni all'uranio impoverito su aerei AC130, su elicotteri Cobra e su mezzi blindati Bradley e che nessuna misura protettiva, a diversità di quanto è stato fatto per le truppe Usa, è stata adottata dai nostri reparti (e non solo in Somalia ma anche in Bosnia). Perché la Somalia è stata esclusa dall'esame della Commissione Mandelli? A questa domanda non ha risposto né il presidente del Consiglio Amato, né il ministro della Difesa Mattarella, né il Capo dello Stato. Tra l'altro le interrogazioni del senatore Russo Spena hanno messo in evidenza una serie di questioni che riguardano non solo la sicurezza del personale militare ma anche quella dei civili che possono essere stati colpiti dagli effetti dell'uranio impoverito. Insomma ai dubbi sollevati dal professor Bertoli Barsotti nella sua relazione se ne aggiungono molti altri. Ad esempio il numero dei casi presi in considerazione dalla Commissione Mandelli è stato di 28 (e non sono state eseguite le autopsie sui cadaveri). Recentemente è emerso da comunicazioni ufficiali di fonte ministeriale che vi erano da considerare altri dieci casi. E sicuramente ve ne sono altri perché il ministero della Difesa non conosce i casi di coloro che non hanno voluto, per ragioni di privacy, rendere nota la loro identità.

Quanto poi alla presenza di militari nei Balcani presi in considerazione dalla relazione (ma che c'entra l'Albania e la Macedonia e i militari ivi presenti visto che si tratta di zone non colpite da proiettili all'uranio?) è stato assunto un numero di persone pari a circa 57mila, enormemente superiore a quanto era stato reso noto fino ad allora. Sono stati inclusi anche militari che si sono recati anche per un solo giorno nell'area. Quale affidamento hanno allora i dati in ingresso nella relazione? Scarsa o nulla è poi la validità che viene assegnata alla cosiddetta "media nazionale" usata come termine di raffronto per stabilire se i casi erano in eccesso o in difetto. Esistono pochissimi registri dei tumori in Italia (ne sono stati considerati solo nove rispetto alle centinaia che dovrebbero esistere per coprire il territorio nazionale) e basare la media solo su questi nove è fuorviante. I risultati della Commissione Mandelli sono dunque inaccettabili sotto molteplici profili. Spetterà al nuovo governo riprendere in mano una materia da cui dovrebbe essere bandito il cinismo e la superficialità. Purtroppo i militari nei Balcani non possono votare (perché il governo non ha impartito adeguate disposizioni) altrimenti il loro voto avrebbe probabilmente fatto capire le preoccupazioni che li animano.

Falco Accame