Liberazione, 4 gennaio
In Sardegna l’epidemia ha già provocato la morte di 300mila animali
“Lingua blu” sbarca in Sicilia
Tre casi di pecore infette accertati dalla Asl di Trapani
http://www.liberazione.it/giornale/04-01gio/SOCIETA/SOC-1/APRE.htm

Il “Culicoides imicola”, il moscerino killer del morbo della lingua blu, ha fatto la sua comparsa anche in Sicilia. Tre sono, infatti, i casi scoperti già accertati dal servizio veterinario della Asl di Trapani in due allevamenti del suddetto comune. E’ stato predisposto un piano per evitare ulteriori contagi negli allevamenti ovo-caprini da tempo sottoposti a monitoraggio proprio per controllare la diffusione della lingua blu. «Il periodo di incubazione è in media di circa due settimane. La portata del fenomeno è comunque limitata e assolutamente sottocontrollo», afferma Angelo Giudice. Comunque la preoccupazione che la malattia possa estendersi resta e il fenomeno non è da sottovalutare visto che in Sardegna l’epidemia ha provocato la morte di 40mila capi e l’abbattimento di altri 250mila sfiorando così i 300mila. E’ probabile che se il primo focolaio, quello di Sarroch, comune vicino a Pula nella provincia di Cagliari, la zona più colpita, fosse stato isolato in tempo, il disastro non avrebbe raggiunto tali proporzioni. Ora invece per i gravi ritardi della Giunta regionale sarda e del Governo Nazionale, che erano stati preavvertiti da tempo che il morbo sarebbe giunto nell’isola, i danni sono incalcolabili e nonostante ciò si stenta a cogliere la necessità, ribadita più volte dal gruppo consiliare del Prc, di mettere in campo un impegno straordinario per intervenire sul territorio al fine di bloccare l’epidemia, di salvare e tutelare il patrimonio zootecnico sardo. La realtà è che il problema continua ad essere drammaticamente sottovalutato sia a livello regionale che a livello nazionale. La risposta a tale affermazione ci è data direttamente dalla scoperta dei tre casi già accertati nel trapanese. Il fenomeno della lingua blu era prevedibile visto che essa è una malattia tropicale che si diffonde in climi come quelli della Sardegna e della Sicilia. A prova di questo basta dire che alcuni focolai della malattia, prima che si diffondesse in Sardegna, si erano già manifestati in Algeria, Tunisia, Grecia, Bulgaria e Turchia. Febbre alta (40-41 gradi), orecchie gonfie, catarro, gonfiore del muso e della lingua, ferite sanguinanti sul muso e dolori muscolari, queste sono le caratteristiche della lingua blu. Essa colpisce tutti i ruminanti, ma attualmente la sintomatologia si manifesta soltanto nelle pecore. In particolare il problema è che nelle capre e nei bovini il morbo non si manifesta, quindi non è sufficiente abbattere le pecore ma occorre individuare i capi portatori sani. In Sardegna l’allevamento è un fattore fondamentale per l’economia ma anche per la cultura e le tradizioni tipiche dell’isola.

L’intempestività della Regione e del Governo Centrale dell’isola, alla luce di queste considerazioni, è particolarmente grave. Coloro che non sono intervenuti celermente, ora alimentano false speranze, poiché affermano che entro la prossima primavera verrà diffuso il vaccino che, dopo essere sottoposto ai controlli di una commissione scientifica, dovrà avere per la diffusione l’approvazione di Bruxelles. Ma l’utilizzo del vaccino rischia di rendere endemico il morbo, deprezzando fortemente il valore di mercato dei nostri capi. In Consiglio Regionale, per fronteggiare il fenomeno della lingua blu, è stata votata una legge che prevede lo stanziamento di fondi destinati solo ad “indennizzare” gli allevatori per la perdita del bestiame, ma non affronta il problema del sostegno, del risanamento e del rilancio delle aziende. Il Gruppo Consiliare del Prc ha votato a favore di questa legge per senso di responsabilità politica e di solidarietà verso gli allevatori. Tuttavia secondo il Prc tale legge è fortemente insufficiente, tardiva e confusionaria. Ecco perché il partito della Rifondazione comunista ha manifestato e conferma il proprio giudizio critico ed una profonda insoddisfazione per il parziale provvedimento approvato e propone nuovi e più incisivi interventi per salvare il grande patrimonio economico, sociale e culturale della pastorizia sarda.