In Portogallo la vicenda dei proiettili all’uranio impoverito sta diventando un caso politico. I tre candidati dei partiti di sinistra alle elezioni presidenziali del 14 gennaio hanno chiesto il siluramento del capo di stato maggiore delle Forze armate, generale Antonio Martins Barreto. Questi aveva liquidato i sospetti che la morte di un parà reduce dai Balcani fosse dovuta all’uranio impoverito come il frutto di «una campagna di intossicazione» delle forze antidemocratiche jugoslave. Lo stesso ministro della Difesa, Julio Castro Caldas, ha definito «infelici» le parole del generale e ha annunciato una serie di iniziative per fare chiarezza sulle morti sospette dei reduci. Una commissione di specialisti viaggerà in Kosovo per verificare i livelli di radioattività nella regione in cui operano i soldati portoghesi, prelevando campioni di terra, acqua e cibi. Saranno anche avviati esami medici su tutti i 900 militari lusitani che prestano o hanno prestato servizio nei Balcani. Il ministro ha inoltre riferito di aver proposto una riunione dei rappresentanti dei Paesi Nato per condividere le informazioni e mettere a punto test medici comuni per verificare eventuali contaminazioni. E anche il Belgio chiede un’inchiesta al livello europeo per fare chiarezza sui proiettili all’uranio impoverito.