Intervistato
ieri dalla Radio di Sidney, nel corso di una trasmissione in lingua italiana,
Alessandro Curzi ha dichiarato: «Non voglio essere pervicacemente
polemico con i governanti del mio paese soprattutto parlando da un’emittente
estera; ma non posso tacere. Il presidente Ciampi, il presidente del Consiglio
Amato, il ministro della Difesa Mattarella sapevano del lancio di 37mila
proiettili all’uranio impoverito in Jugoslavia. Sapevano della pericolosità
di quelle armi per la salute dei civili, che abitavano in quelle terre,
e dei militari, che dovevano maneggiare quegli strumenti. Sapevano che
missili e bombe all’uranio partivano dal territorio del nostro paese (la
base Nato ad Aviano). Erano stati certamente informati dal governo degli
Stati Uniti e dai dirigenti della Nato. E se per caso, il che sarebbe intollerabile
per un paese sovrano, fossero stati traditi dagli alleati, avrebbero dovuto
sapere leggendo giornali, libri, riviste italiane che dal 1991 (cioè
dalla guerra nel Golfo) più volte hanno documentato le conseguenze
dell’uso delle armi all’uranio impoverito. Ammessi i tradimenti degli alleati
o il cattivo funzionamento degli uffici stampa ministeriali, il 22 novembre
2000 il quotidiano che io dirigo “Liberazione” ha pubblicato un documento
dello Stato Maggiore dell’Esercito italiano (il documento era datato novembre
1999) nel quale si affermava che l’uranio impoverito provoca tumori e altre
terribili malattie anche solo con l’inalazione. Perché non ci si
è mossi immediatamente? Perché solo oggi, quando lo scandalo
è esploso, il presidente Ciampi chiede chiarimenti al ministro della
Difesa italiano?».