La Stampa
Mercoledì 7 Marzo 2001
Assolto l’uranio impoverito
Gli scienziati dell’Ue: non è nocivo
http://www.lastampa.it/LST/ULTIMA/LST/NAZIONALE/ESTERI/SPAGNA.htm
Maria Maggiore

BRUXELLES E' mai veramente esistita la «Sindrome dei Balcani», quella speciale leucemia che ha colpito i soldati al ritorno dalle guerre nella ex-Jugoslavia? Il verdetto reso ieri a Bruxelles da un comitato di esperti indipendenti sembra escluderlo in maniera assoluta. «Le radiazioni emanate dall'uranio impoverito - si legge nel rapporto pubblicato dalla Commissione europea - sono cosí basse da eliminare i rischi di cancro per l'uomo». E ancora: «L'uranio accumulato nel midollo spinale è talmente modesto che il pericolo della leucemia è ancora più basso».

Ian Mc Aulaw, professore di fisica al Trinity College di Dublino è venuto ieri a Bruxelles a spiegare come, in base ai dati raccolti dal gruppo, il rischio di leucemia nell'utilizzo di armi a uranio impoverito, «sia quasi zero». Mc Aulaw ha inoltre escluso un pericolo indiretto per l'uomo causato da un inquinamento radioattivo dell'ambiente dove le armi con uranio impoverito sono state adoperate.

Resta invece il dubbio sui pericoli legati alla tossicità dell'uranio, come metallo pesante. Il rapporto non esclude che l'uranio disperso nell'ambiente possa causare danni ai reni e ai polmoni, benchè digerito o respirato in minime quantità. Ma gli esperti preferiscono lasciare in questo campo la porta della ricerca aperta, essendo stati investiti dalla Commissione solo per lo studio della radioattività dell'uranio impoverito.

Il rapporto dei saggi, quindici esperti provenienti dai Paesi Ue, ma non vincolati ai governi, arriva dopo due mesi dalla psicosi da armi all'uranio che aveva investito l'Europa in gennaio. L'Italia, il Paese più colpito, trenta soldati malati di leucemia e sei morti, lo scorso gennaio aveva aperto una breccia nei segreti Nato chiedendo spiegazioni sull'uso dell'uranio impoverito in munizioni capaci di distruggere i mezzi blindati durante le guerre in Bosnia e Kosovo. La Nato aveva escluso qualunque pericolosità sull'uranio impoverito, ma non aveva convinto le Istituzioni europee.

Il 17 gennaio il Parlamento europeo ha votato con una larga maggioranza una risoluzione dove si chiedeva una moratoria sui proiettivi a DU (depleted uranium) e Romano Prodi, presidente della Commissione si era unito da Strasburgo alla richiesta di moratoria. L'esecutivo europeo ha quindi chiesto al Comitato di esperti «dell'articolo 31», un gruppo già esistente nell'ambito dell'accordo per l'energia nucleare Euratom, di valutare tutto l’insieme delle conoscenze esistenti sull'uranio impoverito per stabilire se abbia degli effetti radioattivi nocivi sull'uomo e sull'ambiente. Dopo tre riunioni, il Comitato ha emesso un giudizio, raccolto nelle trenta pagine pubblicate ieri.

«Sarebbe comunque auspicabile - conclude il rapporto - di monitorare l'ambiente nei Balcani, per esempio ripulendo le acque o i campi destinati a coltivazioni», un monito che Margot Wallström, la commissaria all'Ambiente che aveva incaricato il gruppo in gennaio, ha raccolto promettendo in tempi brevissimi delle proposte concrete per «ripulire l'ambiente» nelle zone dove i proiettili a uranio impoverito sono stati maggiormente usati.