La Stampa, 24 gennaio
CRONACHE
L’appuntato autore delle segnalazioni dovrà difendersi per «scarso rendimento»
«Fascicoli dell’Arma violano la privacy»
http://www.lastampa.it/Search/Giornale/home.asp?PG_ID=64043&TxT=mattioli

ROMA Dagli accertamenti effettuati non sono emersi trattamenti illegittimi. Tuttavia, in materia di trattamento dei dati personali, le segnalazioni hanno evidenziato problemi....» e «le informazioni fornite dall’Arma dei carabinieri denotano che le prassi adottate da lungo tempo hanno portato a una proliferazione eccessiva e a una conservazione stabile di un numero di pratiche permanenti, che l’Arma stima in circa 95 milioni». Quando trapelò la notizia che l’appuntato scelto dei carabinieri in servizio presso la Compagnia di San Giovanni Valdarno, Valerio Mattioli, si era rivolto al garante per la Privacy, Stefano Rodotà, denunciando l’esistenza di «almeno 70 milioni di pratiche permanenti-fascicoli personali», in molti gridarono alla «bufala», dichiarando inattendibili le affermazioni dell’appuntato Mattioli: l’istruttoria condotta dal garante Rodotà nei fatti ha confermato l’esistenza di quei fascicoli. Anzi, è stato lo stesso Comando generale dell’Arma a confermarlo, precisando che i fascicoli sono 95 milioni. L’istruttoria avviata dall’ufficio del Garante dal 5 maggio 2000, quando arrivò la segnalazione di Mattioli, si è conclusa dando alcune precise indicazioni al governo e al Parlamento tanto che, assicura il garante della Privacy, Stefano Rodotà, «in breve tempo questo settore lo rimetteremo a posto». Settore delicato e importante, quello dei «fascicoli personali». Dice sempre Rodotà: «Al fondo, avevamo la preoccupazione di un bilanciamento tra l’interesse alla trasparenza e al controllo democratico e l’esigenza di riservatezza legata all’attività investigativa. Questa vicenda dimostra che quando si mette in moto un circuito virtuoso che parte dalla segnalazione del cittadino, passa attraverso l’attivazione dell’opinione pubblica che svolge una positiva funzione nei confronti del garante e delle istituzioni, il risultato non si fa attendere. Il nostro lavoro sottolinea le responsabilità dirette del governo e del Parlamento nell’aver consentito una scopertura così lunga di norme che andavano introdotte». In sostanza gli accertamenti del Garante hanno documentato che la raccolta di informazioni da parte dell’Arma - i cosiddetti fascicoli personali - pur non essendo illegittima presenta delle anomalie, «una proliferazione eccessiva e una conservazione stabile di un numero enorme di pratiche permanenti, che l’Arma stima in circa 95 milioni». Il Garante sollecita Governo e Parlamento a un «urgente intervento in materia». Intanto, l’appuntato scelto Valerio Mattioli, autore delle segnalazioni al Garante, dovrà difendersi il 29 gennaio davanti la commissione del Comando generale dall’accusa di «scarso rendimento». [g. ru.]



Commento: 95 milioni di fascicoli, ma siamo stati noi (16 luglio 1999) a dirgli che li stavano ammazzando con l'uranio impoverito (l'UCSI col cavolo che glielo diceva). E' evidente che c'è qualcosa che non va. E grazie a Dio, anche qualcosa che va.