La Repubblica, 4 febbraio
Il monito di Martini
"Restituite il maltolto ai paesi più poveri"
Il cardinale di Milano ai governi occidentali
http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20010204/esteri/22esmartini.html
ZITA DAZZI

 MILANO — «L’Occidente restituisca il maltolto ai paesi più poveri». Parole sferzanti e poco consolatorie quelle scelte dal cardinale Carlo Maria Martini, ieri a Milano, per invitare i governi occidentali a prendere misure urgenti per cancellare il debito estero del Terzo Mondo. «Per un’esigenza di giustizia intesa in senso classico, chi ha rubato deve restituire. E noi, in questa frase drammatica, dopo aver imprestato del denaro, ci troviamo ad essere coloro che devono restituire. Anche se il fatto di dover restituire il maltolto ci mette in una condizione di ansietà».

 L’intervento del cardinale è stato l’ultimo e il più applaudito al convegno internazionale «In debito di giustizia», organizzato dal Pime, il Pontificio istituto per le missioni estere, per fare il punto sulla riduzione del debito estero dei paesi in via di sviluppo. Un incontro voluto dalla Diocesi Ambrosiana e dal Comitato ecclesiale italiano per raggiungere gli scopi della campagna giubilare sulla riduzione del debito, voluta da papa Giovanni Paolo II. Il cardinal Martini ha voluto fossero presenti il ministro per i rapporti con il parlamento Patrizia Toia e Jacques Delors, ex presidente della Commissione Europea. È stato quest’ultimo a tracciare un quadro dettagliato, e allo stesso tempo impietoso, sulla distanza fra «le parole e gli obiettivi effettivamente raggiunti» dai governi e dalle istituzioni monetarie mondiali in merito al problema enorme del debito dei paesi del sud del mondo. L’anziano leader socialista ha definito i termini numerici del problema — il debito di 41 nazioni sottosviluppate ammontava nel Duemila a 200 miliardi di dollari — indicando le varie tappe di un processo lungo e accidentato, «avviato dopo l’appello della Conferenza episcopale di due anni fa». Delors ha spiegato che la Banca Mondiale e il Fondo monetario internazionale hanno definito un accordo con 22 paesi per ridurre di un terzo l’enorme debito estero.

 «Questi debiti che noi pensavamo di poter esigere, sono in realtà, in parte, un’imposizione ingiusta inflitta alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo», ha ammonito Martini, che poi ha auspicato «una giustizia ancora più ampia, a livello mondiale, in cui ciascuno contribuisca a un equilibrio fra i paesi del mondo, che non lasci più posto per gente svantaggiata e impoverita. Guardiamo con umiltà a quello che è stato fatto e impegniamoci con coraggio a realizzare quello che ancora manca».

 Il ministro Patrizia Toia nel suo intervento ha dato ampie rassicurazioni sul veloce licenziamento del regolamento di attuazione della legge votata dal Parlamento — una delle più coraggiose a livello internazionale — per sostenere lo sviluppo del Terzo Mondo cominciando dall’abolizione del loro debito.



Commento: se faranno Papa il Card. Martini, risolveremo un sacco di problemi.