La Repubblica, 25 gennaio
Augusta, scatta l'allarme uranio
Troppi bimbi nati malformati, escalation di tumori polmonari
Ospedale e Comune chiedono un'indagine del ministero della Sanità sul polo industriale siciliano
http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20010125/cronaca/29augu.html
dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI

AUGUSTA (Siracusa) - Nascere e morire respirando veleni. Cesio, nichel, amianto e anche uranio. Un composto di polveri micidiale, sin dal ventre materno, se i dati diffusi dai medici dell'ospedale Muscatello hanno un senso "incontrovertibile", come afferma il primario di pediatria Giacinto Franco. Ad Augusta la percentuale di bambini nati malformati è tre volte superiore alla soglia fissata dall'Organizzazione mondiale della sanità: il 5,6 per cento a fronte del 2 per cento. L'anno scorso, su 532 neonati venuti alla luce, 28 presentavano malformazioni più o meno gravi: un dato al quale devono aggiungersi poco meno di una decina di interruzioni volontarie di gravidanze. E poi c'è l'altro dato, altrettanto sconvolgente, delle morti. A Priolo, dieci chilometri più in là nel triangolo industriale, grosso centro soffocato dalle raffinerie, una persona su tre muore di tumore al polmone. Una crescita esponenziale negli ultimi dieci anni che medici ed ambientalisti hanno denunciato inascoltati. Ma ora da questo lembo di Sicilia che di industria vive, ma dei suoi fumi non vuole morire, parte un appello forte al ministro della Sanità Umberto Veronesi. Dalla finestra della stanza del primario di pediatria dell'ospedale di Augusta si vedono solo ciminiere. La vista del mare, sullo sfondo, è appannata dai fumi. Le finestre rigorosamente chiuse. Giorno e notte, estate e inverno, nel triangolo tra Augusta, Priolo e Melilli si vive così, tra discariche di rifiuti tossici (naturalmente abusive) e falde acquifere inquinate. E si impara a convivere con la paura di scoprirsi un tumore o una leucemia.

"Sono vent'anni che facciamo questi rilevamenti - spiega il primario di pediatria masticando amaro - e che i nostri allarmi rimangono inascoltati. Dall'80 segnalo questi dati all'istituto policentrico malformazioni congenite del Gemelli di Roma e, naturalmente, al ministero della Sanità. La provincia di Siracusa è sempre stata al di sopra della media siciliana. Nell'ultimo anno la percentuale è salita da quella già alta del 3,7 per cento al 5,6 per cento. Credo che sia ora che qualcuno intervenga, anche se ormai sono molto scettico. Qui siamo tutti vittime di un ricatto occupazionale e istituzionale. Di fronte al profitto si ferma tutto".

E intanto gli ecografi dell'ospedale Muscatello continuano a rilevare malformazioni: nei primi giorni del 2001 sono già due i bambini nati con patologie congenite. Ma è così chiaro il rapporto tra causa ed effetto? "Per carità, noi non vogliamo sparare addosso a nessuno - dice Giacinto Franco - ma perché mai nel nostro territorio dovremmo avere dei dati così difformi, se non per la specificità della nostra situazione ambientale?". Sul tavolo del primario l'ultimo studio sulla qualità dell'aria ordinato dal Comune di Augusta e realizzato da alcuni docenti universitari che rileva quantità significative nell'aria di metalli pesanti: cesio, cromo, nichel, vanadio e, come si diceva, uranio. Sì, perché affogato tra gli stabilimenti dell'area industriale di Augusta c'è anche un deposito di armamenti della Nato e un pontile al quale, per esempio, durante la guerra in Kosovo, hanno sostato molte unità di passaggio, anche sottomarini nucleari. "C'è di tutto in questo territorio - conclude il primario -. Queste polveri sono pesanti, inerti, finiscono nei nostri polmoni e persino nella nostra catena alimentare. Non è certamente un caso se in ospedale curiamo sempre più malattie respiratorie e se l'incidenza dei tumori sulla mortalità è in crescita costante. La percentuale di decessi per tumore (e quasi sempre ai polmoni) a Priolo, dove la gente vive affogata nei fumi, la ricordo a memoria: 33,82 per cento. Che vuol dire una persona su tre. Ora, senza volere scatenare allarmismi, direi che è un dovere istituzionale effettuare una indagine conoscitiva seria della situazione ambientale di quest'area per tutelare il diritto alla salute di chi ci vive".