ROMA - "Ci sono dei vuoti normativi", spiega il professor Ugo De Siervo, costituzionalista e membro della presidenza del'Ufficio del Garante sulla Privacy. "E questo impone una nuova disciplina nella raccolta e nell'uso dei dati da parte dell'Arma dei Carabinieri".
Colpisce un dato, professore: 95 milioni di schede. Non le sembrano troppe?
"E' un dato che colpisce. Ma consideri che molte delle pratiche sono doppie o triple. Per questo è utile che si faccia un po' d' ordine".
Cosa chiedete all'Arma?
"Noi abbiamo invitato la presidenza del Consiglio e il ministero della Difesa a colmare l'attuale vuoto normativo con una disciplina che regoli tutto il settore. Ci vogliono dei modelli di comportamento più precisi. Non si può andare per modificazioni successive solo perché si è fatto sempre così".
La pronuncia del Garante arriva anche grazie alle insistenze di un carabiniere che ha chiesto il vostro parere.
"Abbiamo avuto ben 15 richieste di chiarimento, ma è indubbio che l'appuntato Mattioli ha avuto il merito di sollevare la questione".
La sua insistenza è stata dunque positiva.
"L'Arma ha collaborato attivamente. Ma è chiaro che la materia ha bisogno di un cambiamento. Basti pensare all'importanza, per la nostra privacy, delle informazioni. A quanto contino in una società come la nostra, a come possano essere utilizzate".
Chi dovrà intervenire, adesso?
"Spetta
al governo e al parlamento intervenire. Solo loro i soggetti istituzionalmente
responsabili".