La Repubblica, 24 gennaio
"Pagherò, ma sono soddisfatto"
Parla l'appuntato che ha sollevato il caso. Ora rischia di essere cacciato
http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20010124/cronaca/29denu.html

ROMA - "Sì, sono soddisfatto. Anche se pagherò a duro prezzo la mia battaglia di cittadino e servitore dello Stato". Valerio Mattioli, 40 anni, appuntato scelto dei Carabinieri, è il militare che ha spinto l'Ufficio del Garante a prendere posizione su un tema delicatissimo e che investe la tutela della privacy di ognuno di noi. Ma un anno dopo la sua richiesta di chiarimenti, rischia l'esonero dall'Arma. Praticamente l'espulsione.

Lei riteneva che la raccolta delle informazioni fosse illegittima. Il Garante dice di no.

"Il Garante ha detto che la raccolta dei dati non è illegittima. Ma ha anche detto che non esiste una legge che regoli tale raccolta. Allora se non esiste una legge che disciplina una materia così delicata, il trattamento che si fa di questi dati è irregolare".

Ritiene che il suo scrupolo era fondato?

"Ritengo di sì. Anche il Garante parla di pratiche permanenti. E queste pratiche contenevano giudizi sulla reputazione goduta in pubblico, le opinioni politiche dei propri parenti, gli atteggiamenti, le abitudini. Io che raccolgo queste informazioni, quale autorità posseggo per "lumeggiare la personalità" di un determinato soggetto? Insomma, credo che avevo ragione quando chiedevo se tali metodi erano regolari o meno".

E' sato punito?

"Quattro volte. Con giorni di consegna, di rigore e adesso con una richiesta di esonero dall' Arma. Per scarso rendimento".

Lo rifarebbe?

"Certo. Non esito a fare delle battaglie anche se in apparenza, per me, sono perse. L'importante è crederci. Sono riuscito a far chiarire un punto fondamentale che riguarda tutti noi. Mi chiedevano di arrestare, arrestare, arrestare. Per fare carriera. Io mi sono posto un problema diverso: dovevo essere il primo a rispettare la legalità".



Commento di Nino:

Bene Marco, ho letto attentamente ed eccoti un mio commento: Intanto occorre dire che anche i servizi segreti usavano schedature di cittadini ignari. Questo lo avrai letto sul sito The Real History of Gladio, scritto molto prima che l'appuntato Mattioli rivelasse la abnorme raccolta di dossier dell'arma dei CC. Ma, all'epoca c'era una guerra fredda in corso; c'era un pericolo terrorismo che, come già ti dissi, era parte di una strategia della tensione organizzata dai nemici d'Italia di un pò tutte le parti (nel senso di est, ovest, nord sud, l'Italia era un pò il crocevia di tutte le tensioni dell'epoca) quindi si potrebbe considerare giustificato l'interesse dei servizi segreti verso eventuali e potenziali soggetti eversori o presunti tali con una loro schedatura per informazioni che dovevano, comunque, servire solo a questo scopo e restare riservati anche nei confronti di altri uffici.

Ma oggi, la guerra fredda è finita dicono e, dunque, a quale scopo schedare tutti gli Italiani?. Dico tutti perchè siamo poco pià di 50 milioni compresi i neonati, quindi, visto il numero di schede ci siamo proprio tutti e non penso che lo scopo sia quello di essere informati di eventuali eversori perchè un intero popolo non può essere eversore di se stesso ti pare? Si potrebbe ipotizzare che si tratti di una schedatura di massa atta a controllare la popolazione indistintamente anche senza un presupposto criminale o eversivo e, questo, per ogni democrazia, non può essere legittimo, anzi dovrebbe essere intollerabile. Sono cose che solo i regimi totalitari dell'est europeo facevano, ma non erano democrazie.

Bene ha fatto l'appuntato Mattioli a denunciare il caso. Sicuramente si tratta di un Italiano di sicura fede democratica e, perciò è stato perseguitato e si è tentato di screditarlo nei modi resi noti dal resto del Carlino nei mesi scorsi. La stessa cosa che si è fatta con me, anche se a ben altro livello, quando ho reso nota la realtà che si è tentato, non fermandosi davanti a niente, di cancellare per sempre!

Credo che questo dica tutto sullo stato della democrazia in questo paese.

Cordialmente, Nino Arconte.