La Repubblica
8 gennaio
La richiesta alla Nato anticipata dal ministro
Mattarella a "Porta a Porta". Il no del Polo
Il governo: "Stop all'uso dei proiettili all'uranio"
http://www.repubblica.it/online/mondo/uraniodue/stop/stop.html

ROMA - L'Italia chiederà al consiglio Nato di domani una moratoria sull'uso dei proiettili all'uranio impoverito. Non perchè ci siano certezze scientifiche sulla loro pericolosità. Ma alla luce del principio di precauzione sancito dal Consiglio europeo di Nizza. Un ragionamento simile a quello già fatto per la Mucca pazza.

Ad annunciare la prossima mossa del governo italiano sulla vicenda del "metallo del disonore" è stato - nel corso della trasmissione "Porta a porta" - il ministro della Difesa, Sergio Mattarella. La moratoria era già stata richiesta nei giorni scorsi da vari gruppi politici e associazioni.

Ma non mancano i contrari come il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Beppe Pisanu, che parla di "misura demagogica che serve solo ad accrescere l'allarme" e lascia intuire come questa richiesta potrebbe essere respinta dagli altri membri dell'Alleanza.

Anche all'interno della maggioranza c'è chi crede che si possa fare di più: prima dell'annuncio di Minniti, il sottosegretario all'Ambiente, Valerio Calzolaio, aveva detto che la Nato deve chiarire "diverse incongruenze". Il ministro per le Politiche comunitarie, Gianni Mattioli, aveva invece preso carta e penna per scrivere al premier Giuliano Amato. Semplice la richiesta: del caso deve occuparsi il consiglio dei ministri perchè "coinvolge la responsabilità collegiale dei governo".

Intanto il caso si allarga. Non riguarda più solo i militari in missione all'estero ma anche chi non si è mai mosso dall'Italia. I problemi potrebbero arrivare dall'alimentazione. Il ministro per le Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, ha chiesto la sospensione cautelativa delle importazioni di funghi e altri prodotti a rischio dai Paesi interessati dalla contaminazione da uranio. Il pericolo - secondo i nutrizionisti a convegno oggi a Milano - potrebbe riguaradare anche la cacciagione. Continuano a lavorare sia la commissione scientifica nominata dal ministro Mattarella sia le varie procure che si sono interessate al caso.

Per quanto riguarda il gruppo di esperti guidato dall'ematologo Franco Mandelli, già nei primi giorni della prossima settimana dovrebbero esserci alcuni dati preliminari a disposizione. La commissione sta esaminando le cartelle cliniche di 18 casi, analizzando tempi di latenza e tipo di patologie. La procura militare di Roma, invece, sta lavorando su 30 casi.

Sembra esclusa l'ipotesi di riesumazione delle salme, perché gli esami non consentirebbero comunque di provare un'eventuale correlazione tra uranio e tumori. Il procuratore militare Antonino Intelisano si è incontrato oggi con Giancarlo Capaldo che segue la vicenda per la procura ordinaria della Capitale. Di uranio parla anche l'ex sostituto procuratore di Como, Romano Dolce. Imputato a Brescia per una serie di operazioni di polizia ritenute fasulle, ha sostenuto che all'origine dei suoi guai giudiziari ci sarebbe proprio l'essersi occupato in passato di vicende legate a questo materiale.

Notizie importanti arrivano dalla Bosnia dove l'oncologo Adnan Cardzic ha dichiarato al giornale 'Dnevni Avaz' che negli ultimi anni è in aumento il numero degli ammalati di tumori maligni in Bosnia Erzegovina. Mancano però dati certi perchè i medici bosniaci non hanno metodologie per poter confermare se sia stato l' uranio impoverito a provocare queste malattie.

Proprio sui danni alla popolazione civile puntano il dito i deputati Verdi che - in un'interrogazione al presidente del consiglio - chiedono un intervento internazionale di cooperazione per aiutare chi in quelle zone ci vive e non è stato solo in missione militare.

I prossimi giorni potrebbero portare sviluppi importanti: domani discuterà del caso la commissione Difesa della Camera che potrebbe dare il via ad un'indagine conoscitiva. Mercoledì riflettori puntati sul Senato dove sarà il ministro della Difesa, Sergio Mattarella, a fare il punto sulla vicenda.

(8 gennaio 2001)