30 dicenbre
La Repubblica
Uranio, nuovo allarme morto un carabiniere
http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20001230/esteri/07ura.html
di ROBERTO BIANCHIN e PIETRO DEL RE

ROMA - Si chiamava Rinaldo Colombo. Era un carabiniere di trentun anni, e fu uno dei primi militari italiani a partire in missione per l'ex Jugoslavia. In Bosnia, nel 1995, per l'esattezza. Partì sano, Rinaldo. Ma due anni dopo, al suo rientro a casa, a Samarate, vicino Varese, fu preso da febbri da cavallo, a ripetizione. Aveva nausea, e forti emicranie. Dopo altri due anni di esami, accertamenti, cure di ogni tipo, fu finalmente ricoverato all'ospedale di Busto Arsizio. Erano i primi dello scorso settembre. Il giorno 29, Rinaldo morì. Di leucemia. Il suo, potrebbe essere il primo caso accertato tra i carabinieri italiani forse uccisi dagli effetti provocati dall'esposizione agli armanenti all'uranio impoverito, contenuto nei missili e proiettili sparati dalla Nato contro i soldati serbo-bosniaci.

La notizia della sua morte è trapelata soltanto ora, grazie al Giornale dei carabinieri, organo dell'associazione "Un'Arma", un osservatorio per la tutela e l'assistenza dei soldati della Benemerita, che si sta occupando di raccogliere tutta la documentazione possibile riguardante la malattia di Rinaldo Colombo. "Dobbiamo verificare se via sia attinenza, come si pensa, con le armi all'uranio impoverito", dice Ernesto Pallotta, segretario di "Un'Arma". "Un primo carabiniere è morto, ma altri quattro di loro, tornati recentemente in Italia, potrebbero essere contaminati". Rinaldo Colombo apparteneva alla Legione Carabinieri Lombardia, si era sposato all'inizio dell'estate, con Michela. Pochi mesi prima che la leucemia lo stroncasse. "Era in cura da due anni. Una volta tornato, ha scoperto di avere un tumore al midollo osseo. Mentre i quattro carabinieri rientrati di recente dalle zone colpite dall'uranio e che potrebbero essere contaminati, sono ora in fase di osservazione". Tra loro potrebbe anche esserci un ufficiale. Alla luce di questa ultima vicenda, l'allarme si fa sempre più motivato e preoccupante. Secondo fonti vicine ai militari dell'Arma, oltre ai quattro carabinieri di cui parla Pallotta, altri venti uomini sarebbero ora sotto osservazione. Ma per conto loro. Dopo una missione all'estero, una volta rientrato in Italia, ogni carabiniere è sottoposto a una serie di esami presso un ospedale militare. I venti militari in questione, non soddisfatti degli accertamenti effettuati, hanno preferito rivolgersi altrove. "Ci hanno chiesto di riempire un questionario", dice uno di loro, "e se al nostro rientro non avevamo sintomi di immediato malessere ci rimandavano a casa. Senza neanche eseguire un solo esame. Perciò abbiamo preferito curarci da soli. Una cosa è certa: quando eravamo in Bosnia, nessuno ci aveva informato sui rischi che correvamo".

Durissimo con il governo Amato è Angelo Tartaglia, dell'Osservatorio per la tutela delle Forze armate. Dice: "Oggi (ieri per chi legge, ndr) è stato un giorno terribile. E non solo per la brutta notizia sul carabiniere deceduto a Busto Arsizio. Il governo ha infatti approvato un decreto legge che sancisce una proroga fino al giugno 2001 per le missioni internazionali. E questo decreto è stato approvato senza prendere nessuna precauzione per i soldati. I quali partono allo sbando, correndo rischi enormi, di cui nessuno è ancora in grado di misurare l' entità. Quanto all'opposizione, se non trova nulla da strumentalizzare, fa finta di niente". La morte di Rinaldo Colombo rientrerebbe tra i tre casi denunciati dall'Osservatorio per la tutela delle Forze armate. Tartaglia ha infatti dichiarato che da tempo era al corrente del decesso del carabiniere. "A questi tre, vanno aggiunti altri quattro sottoufficiali probabilmente morti in seguito al contatto con materiale tossico utilizzato per la manutenzione degli elicotteri".

Sempre secondo l'Osservatorio, sarebbero dodici i militari tornati dai Balcani sotto osservazione. Tre sono malati di leucemia, uno ha problemi immunitari-istologici e otto presentano patologie tumorali di vario tipo.

"Non vi è motivo di allarme collegato con i luoghi in cui operano i nostri soldati nei Balcani", ha dichiarato qualche giorno fa il ministro della Difesa, Sergio Mattarella. Si riferiva soltanto al Kosovo, dove i cacciabombardieri della Nato hanno sparato trentunomila dardi all'uranio impoverito? O anche alla Bosnia, dove il carabiniere Ronaldo Colombo era partito per fare il suo dovere?