19 dicembre
La Repubblica
"Soldati attenti ecco tutti i rischi"
I provvedimenti presi dallo Stato maggiore
http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20001219/esteri/16spento.html

ROMA (s.ci.) - "I proiettili da 30 mm controcarro contenenti DU (depleted uranium, uranio impoverito ndr), e ritrovati in Kossovo, nell'area di impiego del contingente italiano, costituiscono una particolare forma di rischio. La pericolosità di tale munizionamento deriva dalla tossicità dell' Uranio stesso che si manifesta sia dal punto di vista chimico sia dal punto di vista radiologico. (...) la permanenza del personale nelle areecaratterizzate dalla presenza di mezzi corazzati colpiti, ovvero in aree dove sono stati individuati o dichiarati presenti proiettili DU deve essere ridotta al tempo strettamente necessario; (...) tutto il personale deve essere avvisato circa le aree interessate dalla presenza del munizionamento DU, informandolo delle caratteristiche di quello individuato (munizionamento PGU - 14 e 30 mm.). Chiunque individui munizionamento DU deve avvertire tempestivamente la cp. NBC; (le squadre di rilevazione e bonifica degli agenti chimici, ndr). (...) il personale che ha sostato e/o operato in aree caratterizzate dalla presenza di mezzi corazzati colpiti (...) deve togliersi con molta attenzione la tuta che indossa e riporla in un sacchetto di plastica integro che verrà sigillato e conservato per il successivo smaltimento a cura della cp. NBC". Gli stralci presi dal documento giunto a Repubblica confermano l'importanza data dai vertici militari italiani alla pericolosità dell' uranio impoverito. Il documento spiega sotto quale forma si presenta la polvere di uranio ("di colore nero opaco, o dorato tendente al verde"), quali sono gli effetti sull'organismo dopo l'inalazione dei due tipi - "solubile" o "insolubile" - del metallo presente nelle zone di operazione.

Il decalogo si rifà alle conoscenze scientifiche attualmente a disposizione delle forze armate della Nato; ma gli effetti delle particelle inalate non sono ancora stati perfettamente indivudiati ed elencati. I danni che sarebbero provocati dall'uranio impoverito sono studiati dal '91, dalla fine della Guerra del Golfo, quando apparvero tra i reduci del conflitto iracheno i sintomi di quella che è poi stata chiamata "sindorme del Golfo": malori, cefalee, vomito, crisi depressive. Non è ancora certo se la sindrome che avrebbe colpito migliaia di soldati americani - ma anche britannici e francesi - sia una conseguenza dell'esposizione alla polvere di uranio 238 che rivestiva i proiettili dell'Alleanza. E sulla pericolosità dell'uranio impoverito anche gli esperti medici civili e militari si dividono: per alcuni le particelle alfa emesse dalla polvere radioattiva inalata possono portare a modificazioni del Dna delle cellule, facendole impazzire e provocando il cancro; per altri le probabilità di contaminazione sono pressoché nulle e in ogni caso gli effetti sarebbero molto ridotti.