La Repubblica, 23 dicembre 2000
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Nuovi casi in Spagna e in Portogallo
Tra i militari reduci da Bosnia e Kosovo
http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20001223/esteri/15mondo.html

MADRID - Il caso dei soldati della forza atlantica inviata in Kosovo morti al ritorno in patria e che sarebbero stati esposti all'uranio impoverito contenuto nelle bombe sganciate sull'ex Jugoslavia è arrivato nella penisola iberica, dove le autorità spagnole negano ogni nesso fra queste morti e le radiazioni, mentre quelle portoghesi hanno deciso di portare avanti un'inchiesta ufficiale.

Alla base delle polemiche sull'uso delle bombe all'uranio impoverito nell'ex Jugoslavia c'è la morte di due soldati, lo spagnolo Antonio Gonzalez Lopez e il portoghese Hugo Paulino: tutti e due sono morti a causa di una leucemia fulminante al loro ritorno dal Kosovo, e parenti e amici hanno denunciato il loro caso alla stampa dei rispettivi paesi. In Spagna è stato il canale Antena 3 che ha rivelato il caso di Gonzalez Lopez - al quale si dovrebbe aggiungere quello di un secondo militare non identificato, che sarebbe attualmente ricoverato - intervistando il padre e la fidanzata del soldato, che fu inviato nel Kosovo da agosto del 1999 a febbraio di quest'anno ed è morto nell'ottobre scorso. Il caso di Hugo Paulino, morto nello scorso marzo in Portogallo, è stato denunciato da suo padre Luis, dalle colonne del quotidiano Diario de Noticias di Lisbona: in questa occasione però non si è stabilito ancora se il soldato sia morto per leucemia. I due casi si assomigliano, ma la reazione dei responsabili della Difesa dei due paesi è stata quasi diametralmente opposta. In Spagna, infatti, un portavoce del ministero della Difesa ha escluso "nel modo più assoluto e categorico" che vi sia un nesso fra i casi di leucemia e l'uso di bombe all'uranio impoverito durante i bombardamenti Nato in Kosovo, mentre lo stato maggiore delle Forze Armate portoghesi ha annunciato che invierà "al più presto" una missione di esperti nella provincia jugoslava.

Intanto risultano "oltre 200 mila, tra americani, francesi, canadesi e belgi, i militari colpiti dalla sindrome del Golfo". A sostenerlo è padre Jean Marie Benjamin, che da anni raccoglie dati sulla questione uranio. Nell'Iraq del sud, dice, "si registra un aumento l'anno del 350% circa di leucemie, cataratte, tumori, deficienze immunitarie e malformazioni".