Rischiarono di esplodere 4 testate nucleari in Puglia (8 novembre)

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  From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti@peacelink.it>
  To: <pck-ecologia@peacelink.it>
  Sent: Sunday, November 05, 2000 9:24 PM
  Subject: assemblea sul rischio nucleare (+ articolo su Jupiter in coda)

  Ciao!

  Ti scrivo per informarti che mercoledi' 8 novembre, alle ore 18.30 presso la biblioteca della Chiesa Valdese di Taranto (via Gen.Messina 71), si terra' un incontro organizzativo del Comitato che ha recentemente organizzato il convegno sul rischio nucleare. Uno degli obiettivi e' quello di collegarlo agli altri comitati (elettrosmog, amianto, rischio industriale, ecc.) che si occupano delle emergenze ambientali di Taranto.

  Il rischio nucleare fa ancora notizia sulla stampa. Oggi il Quotidiano ha pubblicato un mio intervento (che riporto in coda) su un episodio storico che ha riportato alla ribalta il rischio nucleare. E la cosa non finira' li'...

  Infine mercoledi' prossimo si discutera' della preparazione della presentazione del libro "Cronache da sotto le bombe - le email dei serbi sotto i bombardamenti Nato".

 La data prevista e' mercoledi' 6 dicembre, ore 17, presso l'Istituto Tecnico Industriale Righi (aula Magna), via Dante, incrocio con via G.Giovine.

  Cordiali saluti

  Alessandro Marescotti
  PeaceLink - http://www.peacelink.it



 Intervenne J. F. Kennedy

  - Per 4 volte in Puglia sfiorammo l'apocalisse atomica -

  Il Quotidiano del 4 novembre 2000 ha pubblicato la sconvolgente notizia - tratta dal sito scientifico http://www.bullatomsci.org - che all'inizio degli anni '60 per quattro volte i missili Jupiter installati in Puglia (dotati di bomba H) furono colpiti da fulmini e la Puglia arrivò ad un passo dall'apocalisse atomica.

 Cercando su Internet emergono ulteriori particolari che danno alla notizia una rilevanza storica.

  Il rischio di esplosione nucleare accidentale era noto agli scienziati americani del JCAE (il comitato congiunto per l'energia nucleare, Joint Committee on Atomic Energy) ma le gerarchie militari rimanevano impassibili alle segnalazioni degli esperti nucleari e non prendevano in considerazione l'introduzione di meccanismi di sicurezza. Uno speciale gruppo del JCAE intraprese alla fine del 1960 un viaggio che toccò 15 installazioni nucleari in otto nazioni, giungendo anche in Puglia. Durante le ispezioni i membri del JCAE rimasero colpiti per la trascuratezza dei sistemi di sicurezza.

  Rimasero così allarmati che ritornarono indietro convinti della necessità che si dovesse cambiare strada, per evitare l'apocalisse atomica accidentale. Il 15 febbraio 1961 veniva inviato al presidente degli Stati Uniti John Kennedy un resoconto segreto delle ispezioni e il 5 luglio 1962 il presidente stanziava 23,3 milioni di dollari (di allora) per adottare un sistema di sicurezza denominato PAL allo scopo di evitare esplosioni nucleari accidentali o non autorizzate.

  (Fonte: http://www.brook.edu/fp/projects/nucwcost/box9-2.htm) Ma di tutti questi rischi il parlamento italiano non è mai stato informato e tanto meno le popolazioni pugliesi.

  Le trattative tra il governo italiano e quello americano sugli Jupiter "durarono a lungo (rigorosamente segrete) non certo per ottenere garanzie sulla sicurezza del popolo italiano, ma per cercare di spillare più quattrini dagli americani in cambio di questa nuova servitù militare", spiega Giorgio Nebbia in un saggio completo sull'argomento, rintracciabile su Internet all'indirizzo:
  http://web.tiscalinet.it/casalepodererosa/univerde/03039900.htm

  Sulla sicurezza delle popolazioni è prevalso il concetto di "sicurezza nazionale", e quindi il segreto militare. Solo nel 1996 è stata tolta la classifica di segretezza alla lettera del 15 febbraio 1961 del responsabile del JCAE con cui si comunicavano al presidente Kennedy le preoccupazioni sulla sicurezza di alcune basi nucleari NATO in Europa. Ma, guarda caso, sono state cancellate, per ragioni di "sicurezza nazionale", le parole "Turchia" e "Italia". Oggi si viene a sapere la verità per intero.

  Fu proprio a causa di simili episodi che il presidente John Kennedy cambiò i sistemi per la sicurezza nucleare e venne gradualmente adottato ed esteso il PAL (Permessive Action Link, il quale per i sottomarini nucleari è stato adottato solo nel 1997).

  "Oggi - dice Giorgio Nebbia - chi sale da Gravina, in provincia di Bari, verso il "Bosco", in località "Difesa grande", e si guarda intorno con un poco di pazienza, trova, in mezzo agli alberi, una casetta abbandonata e tre piattaforme rotonde di cemento armato, ormai coperte di sterpi. Nessuna indicazione che si è di fronte ad una delle pagine drammatiche della guerra fredda che ha portato in Puglia trenta missili Jupiter, con testate nucleari ciascuna cento volte più potente delle bombe atomiche esplose a Hiroshima".

  Il quartier generale degli Jupiter fu installato a Gioia del Colle dove i primi missili arrivarono dal febbraio al settembre 1960; oltre che a Gioia, i trenta missili furono schierati in altre nove postazioni, quasi allineate da nord-ovest a sud-est: Spinazzola, Gravina, Acquaviva delle Fonti, Altamura (due postazioni), Irsina, Matera, Laterza, Mottola.

 Giace alla Camera dei Deputati il PROGETTO DI LEGGE - N. 6045 (*) per chiedere che quei luoghi della follia atomica divengano museo della pace: le recenti rivelazioni chissà che non spingano ad attuarlo. E chissà che - facendo tesoro degli errori dei vecchi governanti - il problema della sicurezza nucleare non entri nell'agenda di questo governo. Porti a rischio nucleare sono qui vicino, a Taranto e Brindisi.

  Alessandro Marescotti
  Presidente di PeaceLink
  a.marescotti@peacelink.it



PROGETTO DI LEGGE - N. 6045

PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
GIORDANO, VENDOLA, NARDINI

Istituzione del Parco Nazionale della Pace
Presentata il 19 maggio 1999

Onorevoli Colleghi! - I bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia hanno aperto nel cuore dell'Europa un conflitto dalle conseguenze imprevedibili. L'adesione senza riserve del Governo italiano al richiamo degli alleati fa dell'Italia un Paese in guerra. L'assioma è tragico sia per il dato politico che contiene, sia per le conseguenze drammatiche derivanti da un'estensione del conflitto la cui possibilità, da un'analisi del quadro internazionale, è purtroppo più che una vaga ipotesi. La consapevolezza di ciò, unita all'orrore della guerra in quanto tale, impone al nostro partito, il partito della Rifondazione comunista, il massimo sforzo dentro e fuori le istituzioni al fine di mutare questo stato di cose. Dalla nostra, abbiamo parte rilevante della società civile che, senza cedere alle facili strumentalizzazioni di forze politiche che pure sostengono l'attuale Governo, sta dando vita a migliaia di manifestazioni di protesta che in questi giorni attraversano il Paese. Sulla guerra non ci sono mediazioni possibili, anzi netto e chiaro deve essere l'impegno per avversarla mettendo in campo iniziative di ogni sorta. In nome della pace, che proprio a causa di questa sciagurata guerra ritorna ad essere un tema di grande attualità, si è deciso di recuperare una vecchia proposta di legge presentata il 19 aprile 1985, con la quale il deputato Nebbia e altri chiedevano l'istituzione del Parco Nazionale della Pace a Gravina di Puglia, luogo dove alla fine degli anni cinquanta furono installati alcuni missili a testata nucleare. Il valore simbolico che già aveva questa iniziativa quattordici anni fa è ancora più alto oggi, alla luce della tragica guerra che si sta combattendo a pochi chilometri dalle coste pugliesi. Con la presente iniziativa legislativa inoltre si intende dare un doveroso riconoscimento al popolo pugliese che ha sempre mostrato grande generosità nella mobilitazione per l'accoglienza di profughi in fuga da Paesi del bacino del Mediterraneo devastati da guerre o vittime delle ingiustizie di governi autoritari e antidemocratici. Se la storia dell'oggi rafforza il significato simbolico dell'istituzione del Parco Nazionale della Pace a Gravina di Puglia, vale la pena ripercorrere brevemente anche le tappe storiche che hanno caratterizzato già dagli anni ottanta l'interesse per questa iniziativa.

Alla fine degli anni cinquanta con il delinearsi della guerra fredda si moltiplicarono le installazioni di missili nucleari sia nei Paesi del Patto atlantico, sia nei Paesi del Patto di Varsavia. Anche l'Italia ne fu interessata e missili nucleari americani furono installati a Gravina di Puglia e in altre zone della Puglia (Spinazzola, Altamura, Gioia del Colle). A Gravina di Puglia, le popolazioni si opposero con marce e manifestazioni a cui presero parte sindacati, organizzazioni democratiche, contadini, operai, giovani e un nutrito gruppo di intellettuali guidati da Tommaso Fiore. Nonostante le proteste, l'insediamento ebbe luogo nella zona del bosco demaniale di Gravina di Puglia, denominato "Difesa Grande" appena a 5 chilometri dal centro urbano. Gli abitanti della zona si trovarono improvvisamente a convivere con trenta missili a fusione da 1,45 megaton, vale a dire una potenza distruttiva superiore cento volte a quella delle bombe che rasero al suolo Hiroshima e Nagasaki. Solo nel 1963 i trenta missili nucleari in Puglia furono smantellati in seguito alla crisi cubana. Le febbrili trattative tra i presidenti degli Stati Uniti, Kennedy, e dell'Unione sovietica, Krusciov, portarono a un accordo secondo il quale la nave sovietica che trasportava i missili a Cuba tornò indietro, mentre gli Stati Uniti si impegnavano a ritirare i trenta missili Jupiter dalla Puglia e altri quindici dalla Turchia. Nell'area ancora oggi non restano che le macabre rovine delle installazioni a testimonianza del rischio di una catastrofe nucleare che la Puglia, l'Italia, l'Europa, il mondo intero hanno corso in quegli anni.

La storia a distanza di quaranta anni sembra ripetersi ineluttabile, come ineluttabile è il pericolo che oggi stiamo correndo a causa della guerra della NATO contro la Jugoslavia. Oggi noi intendiamo far crescere la cultura della pace così profondamente offesa dagli ultimi accadimenti, proponendo che l'area denominata "Statuto del Lepore", attualmente abbandonata, sia recuperata per diventare il "Parco Nazionale della Pace", luogo per iniziative culturali nazionali e internazionali ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione dei popoli (articolo 1).

La proposta di legge prevede l'allestimento di spazi per ospitare manifestazioni pacifiste, mostre, proiezioni di film, incontri nazionali e internazionali, nonché una biblioteca specializzata sui temi della pace e del disarmo, e sul movimento pacifista italiano e internazionale. Il Parco Nazionale della Pace organizza l'assegnazione di premi nazionali e internazionali per libri e per opere, a persone e ad enti, che abbiano contribuito a promuovere la pace, il disarmo, la collaborazione internazionale (articolo 2).

L'organizzazione, la sistemazione della zona e la costruzione del Parco Nazionale della Pace spettano al comune di Gravina di Puglia, al cui demanio deve essere restituita l'area attualmente assegnata al demanio dello Stato (articolo 3).

Le spese per la realizzazione del Parco, per la manutenzione e per la gestione sono a carico dello Stato. Per lo svolgimento dei compiti stabiliti dalla legge è istituito un ente il cui consiglio di amministrazione ha il compito di approvare il regolamento per il funzionamento del Parco (articolo 6).

Il consiglio di amministrazione è composto da undici membri, dei quali otto scelti dagli enti locali e tre designati dai Ministeri della pubblica istruzione, per le politiche agricole, degli affari esteri, tra persone di nazionalità italiana che si sono distinte per la loro attività nel campo della pace e del disarmo (articoli 4 e 5).

Gli articoli 7, 8 e 9 disciplinano, rispettivamente, la sistemazione dell'area destinata al Parco Nazionale della Pace, le modalità di assunzione del personale necessario allo svolgimento dei suoi compiti istituzionali, nonché la copertura finanziaria della legge.



PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. Allo scopo di promuovere iniziative culturali nazionali e internazionali ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione dei popoli, è istituito in Gravina di Puglia il Parco Nazionale della Pace, nell'area del bosco comunale "Difesa Grande", denominata "Statuto del Lepore".

2. L'area del Parco Nazionale della Pace è di ettari 176.860 e corrisponde alla partita n. 24014, intestata al demanio dello Stato, al foglio 147, particelle 2 e 3; foglio 148, particella 1; foglio 149, particelle 1 e 3.

Art. 2.

1. Nell'area del Parco Nazionale della Pace sono accolti e organizzati manifestazioni, incontri nazionali ed internazionali, convegni, mostre permanenti e temporanee, proiezioni di film e spettacoli sui temi della pace e del disarmo, sono promossi e pubblicati studi e documentazioni, ed è ospitata una biblioteca specializzata sui temi della pace e sul movimento pacifista italiano ed internazionale.

2. L'ente di gestione del Parco Nazionale della Pace organizza l'assegnazione di premi nazionali ed internazionali per libri e opere a persone o enti che abbiano contribuito a promuovere la pace, il disarmo, la collaborazione internazionale.

Art. 3.

1. Il Ministro della difesa, con proprio decreto, provvede, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, al trasferimento dell'area destinata al Parco Nazionale della Pace dal demanio dello Stato al demanio del comune di Gravina di Puglia.

Art. 4.

1. La gestione del Parco Nazionale della Pace è affidata ad un ente il cui consiglio di amministrazione è composto da undici membri, scelti tra persone da nazionalità italiana che si sono distinte per la loro attività nel campo della pace e del disarmo.

Art. 5.

1. I membri del consiglio di amministrazione di cui all'articolo 4 sono designati, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, secondo le seguenti modalità:

a) tre dal consiglio comunale di Gravina di Puglia;
b) uno dal consiglio provinciale di Bari;
c) quattro dal consiglio regionale della Puglia, di cui tre sulla base di una rosa indicata dai movimenti pacifisti nazionali maggiormente rappresentativi;
d) uno dal Ministero della pubblica istruzione;
e) uno dal Ministero per le politiche agricole;
f) uno dal Ministero degli affari esteri.

2. Il consiglio di amministrazione è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

Art. 6.

1. Il consiglio di amministrazione del Parco Nazionale della Pace, entro tre mesi dalla nomina, procede a redigere il regolamento per il funzionamento del Parco stesso, in armonia con i princìpi stabiliti dalla legge 20 marzo 1975, n. 70.

Art. 7.

1. La sistemazione e la manutenzione dell'area destinata al Parco Nazionale della Pace e degli edifici esistenti sono finalizzate alle attività previste dall'articolo 1.

2. Il progetto di sistemazione dell'area del Parco è redatto a cura del comune di Gravina di Puglia e approvato in conformità del piano regolatore generale e delle norme urbanistiche, previo parere del consiglio di amministrazione dell'ente.

Art. 8.

1. L'ente di gestione del Parco Nazionale della Pace è autorizzato ad assumere il personale necessario allo svolgimento dei suoi compiti istituzionali di cui alla tabella A allegata alla presente legge.

2. L'ente di gestione del Parco Nazionale della Pace può utilizzare personale comandato e messo in mobilità da altre amministrazioni pubbliche e può richiedere la collaborazione del Corpo forestale dello Stato e del comune di Gravina di Puglia.

Art. 9.

1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in lire 15 miliardi per l'anno 1999 e in lire 10 miliardi a decorrere dall'anno 2000, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1999-2001, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno 1999, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

TABELLA A

(articolo 8, comma 1)

ORGANICO DEL PERSONALE DEL PARCO NAZIONALE DELLA PACE

Direttore dirigente ........................1
Coordinatori ................................2
Assistenti .................................. 2
Inservienti .................................. 5