15 novembre 2000
La Padania
Iraq, embargo di fatto finito
 http://www.lapadania.com/2000/novembre/15/15112000p08a7.htm
Baghdad (Iraq)

 Con l’aiuto della Russia, della Francia e del mondo arabo, l’Iraq è riuscito a mettere fine all’embargo aereo, almeno de facto. A questo punto, può impegnarsi nel graduale smantellamento dell’embargo dell’Onu imposto dieci anni fa a conclusione della Guerra del Golfo, approfittando anche del vuoto di potere negli Stati Uniti. I primi segnali di questo sgretolamento si sono visti nelle settimane scorse, con l'apertura delle frontiere con la Giordania e l’Arabia Saudita, attraverso le quali passano i generi alimentari acquistati con i soldi che le Nazioni Unite danno in cambio del petrolio iracheno. In realtà, perché l’Onu revochi le sanzioni è necessario che Baghdad accetti l’ispezione dei suoi arsenali, condizione che non è mai stata accettata e ancora più difficilmente potrebbe essere accettata in futuro, ora che il regime di Saddam è riuscito a rompere l’isolamento in cui ha vissuto per quasi un decennio, e che ha provocato gravi disagi alla popolazione, soprattutto a bambini e anziani. Improbabile che l’Iraq si decida ad accettare gli ispettori in un momento in cui sta beneficiando dell’erosione delle sanzioni, sulle quali è diviso il Consiglio di Sicurezza: Russia e Francia sono già da tempo favorevoli a una politica di revisione dell’embargo e hanno trascinato dalla loro parte anche numerosi Paesi europei. Di fatto, i “falchi” sono ormai solo Stati Uniti e Gran Bretagna, anche se l’Onu continua a insistere perché Baghdad accetti i suoi ispettori affermando che «la leadership irachena otterrà di più attraverso la cooperazione con la comunità internazionale». Ma in Iraq continuano i raid anglo-americani. I jet hanno bombardato il nord del Paese, proprio dopo la richiesta del ministro degli Esteri russo Ivanov per la “fine immediata” dei bombardamenti alleati.



Nota: il Governo italiano doveva, entro 90 giorni, rispondere al Parlamento che chiedeva la sospensione dell'embargo all'Iraq e non l'ha fatto. Col programma Oil-for-food viene dato cibo, eccetto le essenziali proteine e vitamine, per un importo di circa 150 lire al giorno per ogni iracheno. L'ispettore che vogliono mandare in Iraq, Hans Blix, è un pazzo furioso che ha detto che il nucleare è talmente importante che varrebbe la pena anche in cambio di un incidente tipo Cernobil ogni anno.