Il Nuovo
8 gennaio
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Dentini da latte contaminati?
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Tra le varie campagne lanciate in Internet contro l'uranio impoverito, un invito dell'Osservatorio Etico a spedire i dentini da latte dei bambini per misurare il grado di contaminazione civile.

MILANO - Mentre è allarme per i militari, l'Osservatorio Etico Ambientale continua a puntare il dito sui rischi per la popolazione civile per i mille usi dell'uranio impoverito. Un indice del grado di inquinamento del nostro territorio arriverà dalla campagna "dentini da latte" dell'Osservatorio, che sta raccogliendo i dentini dei bambini italiani per verificare la presenza di Stronzio 90, Piombo e Plutonio. "Il nostro corpo scambia per calcio la sostanza radioattiva dello Stronzio 90, che si fissa così nei denti", spiega Roberto De Bortoli dell'Osservatorio. Il primo studio analogo fu condotto negli Stati Uniti negli anni Sessanta e costrinse le potenze nucleari a sospendere gli esperimenti a cielo aperto. All'indomani dell'incidente di Chernobyl, la Germania verificò la ricaduta dell'inquinamento radioattivo proprio analizzando i dentini da latte raccolti dai dentisti.

Per avere un quadro completo della situazione italiana, spiegano dall'Osservatorio, servono 5000 dentini. Per ora, però, la campagna lanciata via Internet ha portato a destinazione (Osservatorio Etico Ambientale - Fermo Posta -34077 Ronchi dei Legionari - GO) solo sette dentini. La speranza è che i dentisti si mobilitino e aiutino nella raccolta. Il secondo problema sarà quello di raccogliere i fondi: "L'Enea ci ha chiesto più di un milione per ogni dentino da analizzare - dice De Bortoli - noi speriamo che si arrivi a una sensibilizzazione dell'opinione pubblica che spinga le istituzioni a fare propria questa iniziativa: nel nostro Paese non è mai stato fatto un rilevamento simile e non si può più aspettare". Il punto, ricordano dall'Osservatorio, è che le radiazioni dell'uranio impoverito hanno un tempo di dimezzamento di 4 miliardi di anni, la metà della vita del sistema solare: "Questo problema sarà ereditato dai nostri figli e dalle generazioni successive".

(8 GENNAIO 2001, ORE 19,00)