Unione Sarda, 11 luglio 2001  CRONACA ITALIANA  Pagina 4
Dieci indagati tra diplomatici e dipendenti pubblici: i loro nomi erano scritti nel dossier
Mitrokhin, ecco le spie del Kgb
Il Polo: e adesso la commissione d’inchiesta
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ROMA - Nel registro degli indagati della Procura di Roma sono stati iscritti i nomi di funzionari destinati ad incarichi istituzionali (tra gli altri dipendenti della pubblica amministrazione e diplomatici) sospettati di aver fornito, in varie epoche, informazioni o documenti coperti da classificazione. Massimo riserbo negli ambienti della Procura sui nominativi. «No comment» è stata la risposta del pubblico ministero Franco Ionta alla richiesta di notizie riguardanti gli sviluppi per l’indagine giudiziaria. Le iscrizioni sono avvenute dopo la consegna alla Procura, da parte di Digos e carabinieri del Ros, di rapporti in cui si sottolinea l’attendibilità del cosiddetto dossier Mitrokhin. Sviluppando le informazioni ricevute su circa 260 nominativi, nel 1999, dal Servizio di sicurezza britannico, il primo ad acquisire il materiale dell’ex archivista del Kgb, gli investigatori hanno trovato una serie di elementi che, a loro dire, giustificano l’approfondimento degli accertamenti su una decina di nominativi. Il tutto è documentato nei dossier inviati all’autorità giudiziaria.

Il reato preso in esame nei confronti degli indagati è punito con una pena che può anche essere l’ergastolo. Molti degli episodi citati nelle carte dell’ex archivista sovietico sono, invece, coperti da prescrizione; altri, invece, si riferiscono a fatti e circostanze in base ai quali è già possibile escludere alcune ipotesi di reato.

L’inchiesta della Procura di Roma fu aperta nell’ottobre del 1999. Numerosi personaggi sono stati sentiti come testimoni dal pm Ionta: tra questi il responsabile del Sismi dal 1994 al 1996, generale Sergio Siracusa e l’ammiraglio Gianfranco Battelli. Il dossier fu inviato, in lingua inglese, al Sismi in vari fascicoli, a cominciare dal 1995 fino al marzo del ’99. Nell’ ambito dell’inchiesta gli inquirenti romani hanno anche chiesto di sentire, tramite rogatoria, Mitrokhin, il quale all’epoca dell’apertura dell’inchiesta, viveva in una località segreta della Gran Bretagna. Le autorità d’Oltremanica non hanno, però, mai risposto alla richiesta.

Il risultato dell’indagine della Procura di Roma non è altro che un «certificato ufficiale della validità e dell’autenticità del dossier Mitrokhin». Ne è convinto il senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti che torna a chiedere sull’argomento l’istituzione immediata di una commissione parlamentare d’inchiesta. «Un’indagine parlamentare - aggiunge Guzzanti - è più che mai necessaria. Il fatto che la magistratura abbia deciso di indagare solo su dieci nomi, tra quelli del dossier, è senz’ altro positivo. Ma, così facendo, si lascia scoperta tutta quella parte della documentazione che è di fatto una parte importante della nostra storia e che non può essere trascurata solo perchè i reati, in essa descritti, sono caduti in prescrizione».

Secondo Guzzanti, infatti, il Parlamento deve indagare «a 360 gradi non solo sul contenuto del dossier, ma anche su tutti quegli altri aspetti della storia nazionale che vi sono strettamente collegati. A cominciare dalla Gladio rossa» che il senatore definisce il «braccio armato di quei settori descritti nel dossier Mitrokhin».

«È innegabile - prosegue - che una parte della nostra storia sia stata eterodiretta da Mosca anche in tempi recenti e cioè fino al periodo di Gorbaciov. Ed è giusto capirne di più. Mentre sappiamo quasi tutto sul ruolo giocato dalla Cia in Italia, infatti, sappiamo molto poco su quello giocato dal Kgb».

Commento: la nostra storia almeno dal 1945 ad oggi è stata eterodiretta da Washington. Finché si continuerà a sputare sulla sovranità del popolo italiano, mantenendo sul NOSTRO territorio basi terroristiche nucleari, gli alti traditori, ancorché senatori a vita, continueranno a prenderci per il bavero e a riscrivere la storia a modo loro.