MAS, barchino e Enrico Millo (18 aprile)

Durante la guerra Italo turca del 12 furono utilizzati dei prototipi sperimentali ed anche le motosiluranti erano ancora prototipi, ma a quel tempo la Marina Italiana si reggeva sul valore e l'entusiasmo degli Italiani...



barchino s.m. Piccola barca a fondo piatto molto allungata, usata nelle paludi e nelle valli per la caccia e per la pesca. Imbarcazione di dimensioni ridotte, atta a essere dotata di un motore fuoribordo di piccola potenza. Nome dato ai mezzi d'assalto di superficie usati dalla marina militare italiana nelle due guerre mondiali.
 Marina militare

I barchini entrati in uso nel 1918 (Grillo, Locusta, Pulce, Cavalletta) erano lunghi 10 m, con 40 cm di immersione, elica in tunnel e propulsione elettrica, ed erano muniti di cingoli e ganci per scavalcare le ostruzioni delle rade e porti nemici; avevano una forte carica di esplosivo a prora. I barchini usati nella seconda guerra mondiale erano di due tipi: i barchini esplosivi, detti MTM (motoscafi da turismo modificati), lunghi 5,2 m, larghi 1,9 m, con 300 kg di esplosivo a prora, motore da 80 CV, velocità 32 nodi, gruppo elica-timone (scarpa) sollevabile: erano guidati da un solo uomo, che, giunto nelle vicinanze della nave da colpire, bloccava il timone, lanciava al massimo il motore e si catapultava fuori bordo. La carica, perché avesse maggiore efficacia, esplodeva per pressione idrostatica quando stava affondando, dopo l'urto. Nella baia di Suda (Creta) nella notte sul 26 marzo 1941 sei barchini, al comando del tenente di vascello Faggioni, penetrarono oltre i tre ordini di ostruzioni e raggiunsero tutti l'obiettivo, affondando l'incrociatore inglese York e altre unità, per complessive 20.000 t.

I barchini siluranti (MTSM), invece, portavano un siluro da 450 mm, ed erano condotti da due uomini.

Enciclopedia Rizzoli Larousse 2000 - Copyright RCS Libri S.P.A.



MAS (sigla),

MAS s.m. Mar. mil. In origine, sigla di MOTOBARCA ARMATA della SVAN (Società veneziana automobili nautiche, nome della casa che costruì i primi esemplari); in seguito MOTOBARCA ANTI SOMMERGIBILE e ancheMOTOBARCA ARMATA SILURANTE (onde il termine mas, femminile); infine MOTOSCAFO ANTI SOMMERGIBILE (divenendo di genere maschile). u Marina militare

Piccolo e veloce natante, il mas fu progettato nel 1914 dall'ingegnere italiano A. Bisio, perfezionando modelli già esistenti. Armato con un cannoncino e due siluri, successivamente anche con mitragliere e bombe di profondità, fu reso idoneo a imbarcare torpedini (al posto dei siluri) o a ricevere armi da fuoco di calibro più rilevante, con compiti di caccia ai sommergibili ed eventualmente attacco al naviglio di superficie, colpi di mano in prossimità o all'interno di basi nemiche, pattugliamento e scorta di convogli, azioni di rapido intervento, grazie all'elevata velocità. I primi modelli (Mas 1 e 2), costruiti dalla SVAN ed entrati in servizio nel 1915, dislocavano 12,5 t, erano propulsi da due motori a benzina per complessivi 900 HP ed erano armati con due tubi lanciasiluri poppieri da 450 mm, tre mitragliere e quattro bombe torpedini da getto (BTG). Successive classi furono più grandi (es.: Mas Elco, di costruzione americana, di 44 t, 17 nodi), adibite alla scorta dei mercantili e difesa antisommergibile dei convogli e anche più veloci (es.: Baglietto, di 27÷30 t, 28÷30 nodi, e SVAN, di 22 t circa, 26,5 nodi). Nel corso della guerra 1915-1918 entrarono in servizio, tra mas cannonieri (armamento in prevalenza d'artiglieria) e mas siluranti (principalmente siluri), 244 unità, su un totale di 422 ordinate. Tra il 1918 e il 1940 l'Italia perfezionò questa categoria, ottenendo risultati molto brillanti (nel 1937 un mas della classe “500” batté il primato mondiale dell'ora alla media di 48,44 nodi, sia pure privo di armamento, e il Mas 524 raggiunse i 51,6 nodi), arrivando al giugno 1940 con i tipi più recenti che erano rappresentati dalle serie Mas 501÷525 e Mas 526÷550 di 21÷23 t circa, apparato motore a benzina di 2.000÷2.300 HP, 40÷45 nodi, autonomia 400 miglia circa e armamento costituito da due “silurotti” da 450 mm, una mitragliera e sei BTG. In totale l'Italia possedette 500 mas.

Durante la prima guerra mondiale i mas, usati con audaci e perfino temerari criteri d'impiego, ottennero brillanti risultati, quali l'affondamento della corazzata austriaca Wien nel porto di Trieste (notte sul 10 dicembre 1917), per opera del Mas 9 comandato da Luigi Rizzo; e della moderna corazzata Szent István (Santo Stefano), al largo di Premuda, il 10 giugno 1918, da parte del Mas 15, agli ordini del medesimo Rizzo. Ricordiamo inoltre l'incursione di tre mas al comando di C. Ciano nella rada di Buccari (11 febbraio 1918). Quale motto dei mas fu scelta la frase dettata da G. D'Annunzio Memento Audere Semper (ricordati di osare sempre).

Mentre nella prima guerra mondiale, specialmente in Adriatico, i mas italiani erano spesso incontrastati (sia per la scarsa rapidità dei movimenti in brandeggio e in elevazione delle artiglierie navali delle unità ch'essi attaccavano, troppo lente per poter andare e rimanere in punteria contro bersagli piccoli, veloci e molto manovrieri), nella guerra 1940-1945 furono facile bersaglio, in particolare degli aerei da caccia, ma anche delle mitragliere pesanti e delle artiglierie del naviglio di superficie nemico. Un tipo di motoscafo da guerra, più grosso (60 t e oltre) e potente, fu sviluppato dalla marina tedesca, in particolare dal cantiere Lürssen di Vegesack (Brema), che fu adottato anche nella marina italiana con la denominazione di motosilurante, e atto, per le sue caratteristiche, alla navigazione d'altura. Il tipo mas fu costruito, con modificazioni suggerite dai differenti teatri d'operazione, compiti, ecc., anche in altre nazioni: si ebbero così le motor launches (ML), i motor torpedo boats (MTB) e i fast patrol boats britannici; i patrol boats (PT) americani; le vedettes francesi; ecc., e mas italiani vennero costruiti o venduti a marine estere (Giappone, Svezia, governo di Canton, Israele, ecc.). Dai mas, oltre che le motosiluranti, derivarono anche i mezzi d'assalto di superficie: barchini tipo “Grillo” della prima guerra mondiale, MTM, MTSM del 1940 e le vedette antisommergibili (VAS).

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Questo è tutto quello che si può trovare dell'Ispettore dei MAS Enrico Millo, comandante di mio nonno durante la guerra Italo Turca del 11/12 e durante l'occupazione della Dalmazia dal 1918 al 1920.

Millo (Enrico), ammiraglio italiano (Chiavari 1865 - Roma 1930). Comandante del Volturno nelle acque del Benadir, fu pioniere di civilizzazione nelle terre della Somalia guadagnandosi l'ammirazione degli indigeni (1909-1910). Durante il conflitto italo- turco guidò l'impresa dei Dardanelli (18-19 luglio 1912) e fu decorato di medaglia d'oro al valore. Ministro della marina (1913- 1914) e senatore, diresse l'Accademia navale e poi, durante la prima guerra mondiale, fu comandante navale a Brindisi e a Valona. Fu governatore della Dalmazia (fine 1918-1920).

Ciao, Nino.