Il Messaggero, 2 marzo
L’INCHIESTA ROMANA DEL ’94
Ma il gip D’Angelo archiviò
http://www.ilmessaggero.it/hermes/20010302/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/F.htm

ROMA - L’inchiesta giudiziaria sulla cosiddetta Gladio Rossa venne archiviata il 6 luglio ’94 dal Gip Claudio D’Angelo su richiesta del pubblico ministero Franco Ionta. L’analisi dei dossier raccolti dai nostri servizi segreti nel periodo 1945-91, nonché dei documenti forniti nel 1992 dalla Procura generale russa e delle testimonianze, per il sostituto procuratore Ionta consentiva «solo parzialmente ...di dare conto dell’esistenza e fino a quale periodo di un apparato di vigilanza collegato al Pci». Al di là di valutazioni politiche Ionta non riteneva possibile «processualmente dimostrare ...che un qualche approntamento da parte del Pci di meccanismi difensivi in vista del paventato cambiamento del clima politico in Italia abbia travalicato i confini del lecito».

Insomma a tanti anni di distanza, «troppi», non era possibile dimostrare il reato anche se agli atti c’erano «inquietanti molteplici e gravi riferimenti a corsi di addestramento al sabotaggio, all’uso di armi e di esplosivi, a tecniche di travisamento e comunicazioni radio clandestine, presupponenti la creazione in Italia di strutture paramilitari e spionistiche, realizzate anche con la fattiva collaborazione del Kgb e grazie a un notevole flusso di danaro proveniente dal Pcus e dalle facilitazioni commerciali a ditte di import-export vicine al Pci» attive prima e dopo l’invasione di Ungheria e Cecoslovacchia da parte dell’Urss.