ROMA. L'esercizio del dubbio è sicuramente manifestazione di un'intelligente prudenza. Ma lo scetticismo che nega verità possibili non ancora codificate, non aiuta certo ad arrivare alla comprensione dei fenomeni. Per esempio, l'esistenza in Italia di strutture militari operative segrete viene oggi negata. Sembra quasi un elemento destabilizzante di precarie certezze. E per questo motivo, per molti il racconto di Antonio Arconte appare scarsamente credibile.

Eppure, quasi tutti i servizi segreti hanno nei loro organici, o a loro disposizione, gruppi altamente addestrati per le operazioni speciali. Alcuni esempi: la Cia ha lo "Special action staff", gli inglesi MI5 e MI6 utilizzano gli uomini del Sas (Special air service) e i francesi hanno il "Service action". E dal 1986, almeno ufficialmente, anche l'Italia ha le sue teste di cuoio dei servizi segreti. Si tratta degli "Ossi", cioé gli Operatori speciali del servizio informazioni, voluti dall'ex direttore del Sismi Fulvio Martini. Per dire la verità, il primo nome di questa struttura classificata "segretissima" dall'Autorità Nazionale di Sicurezza, era "Gos" (Gruppi operativi speciali). Molti sostengono, però, che i Gos esistevano fin dai primi anni Settanta e che dipendevano dalla sezione SaD (Studi speciali e addestramento), della VIIª divisione del Sismi. Sarebbero stati infatti impiegati uomini di questa struttura segreta nella cosiddetta "Operazione Smeraldo", ordinata da Cossiga nel litorale di Fregene, finalizzata alla liberazione di Moro.

Ufficialmente, invece, i Gos sono nati il 30 dicembre 1985, su disposizione dell'allora ministro della Difesa Spadolini. Successivamente, nei primi anni Novanta, sono diventati Ossi. Gli uomini sono selezionati tra gli incursori del Comsubin e tra i parà del Col Moschin.

Strane coincidenze: Arconte faceva riferimento al Comsubin e venne "liquidato" da Gladio nel 1986. Cioé proprio l'anno in cui vennero istituiti i Gos.