USTICA:ZAMBERLETTI,PISTA LIBICA IGNORATA PER RAGION DI STATO

(ANSA) - ROMA, 28 NOV - ''Se Bologna e' la vendetta libica contro l'Italia, Ustica rappresenta la minaccia''; ma la pista libica e' stata ignorata per ragion di stato. Lo ha detto - in un'intervista all'Opinione - Giuseppe Zamberletti, all'epoca sottosegretario agli Esteri, ribadendo la convinzione che le stragi di Ustica (alla quale il quotidiano dedica domani un convegno) e quella di Bologna costituiscano la rappresaglia libica alle iniziative di politica estera dell'Italia.

 Il riferimento e' alla firma dell'accordo ''in base al quale l'Italia avrebbe garantito la neutralita' dell'isola'', afferma Zamberletti, che il 2 agosto 1980, il giorno della strage di Bologna, era a Malta proprio per siglare l'atto.

 ''I libici - ricorda Zamberletti - mi dissero che ritenevano l'accordo con Malta un atto ostile contro la Libia e che inquadravano l'iniziativa in una strategia di accerchiamento confermata dalla decisione di installare i missili nucleari a Comiso. Se Bologna e' la vendetta libica contro l'Italia, Ustica rappresenta la minaccia. Fossi stato un leader militare come Gheddafi forse avrei fatto lo stesso. Il problema e' che io non sono stato in grado di percepire quel segnale. E alla bomba sul Dc9 e' seguita quella alla stazione di Bologna''.

 Secondo Zamberletti,''su Ustica c'e' stata un'azione di depistaggio, ma a favore del missile'' e ''per coprire la bomba''. Se infatti i servizi segreti italiani ''hanno bene interpretato sia la minaccia di Ustica sia la vendetta di Bologna, non avevano alcun interesse ad indagare in quella direzione e provocare un grosso incidente internazionale. C'era dunque una ragion di stato. Fuggire dalla pista libica -  prosegue Zamberletti - significava mantenere intatte le  condizioni per la ripresa dei buoni rapporti con la Libia''.

 Zamberletti non sa dire ''se ci sia stato l'intervento della  classe politica''; ''di sicuro - conclude - uomini come il generale Santovito non erano burattini. Era gente che aveva un  grosso senso delle Istituzioni''. (ANSA).

SV

28/11/2000 16:50