Comitato Sardo GETTIAMO le BASI
Comunicato stampa 11 ottobre 2000
URANIO IMPOVERITO nei POLIGONI della SARDEGNA

Il Comando militare della Sardegna, respinge con decisione le “voci” sull’uso nei poligoni sardi di munizionamento all’uranio impoverito (U238) da parte di paesi Nato che hanno in regolare dotazione tali sistemi d’arma.(La Nuova Sardegna, L’Unione Sarda 7-ott-00).

Il Gen. Lunardo assicura che <<al termine di ogni attività ciascun direttore di esercitazioni redige il rapporto di bonifica relativo al munizionamento impiegato e alle aree bonificate>>, rapporti, c’è da giurarci, coperti da segreto militare e dunque incontrollabili. Infatti, l’informazione fornita, per obbligo di legge, dalle Forze Armate alla cittadinanza si limita ad un sommario elenco di generiche attività.

La sbandierata bonifica è smentita dalla documentazione ufficiale. All’interno del poligono di Capo Teulada la parte della penisola- promontorio, la cosiddetta zona “D”, da decenni, è <<permanentemente interdetta al transito dei mezzi e delle persone (militari!) per la presenza di residuati esplosivi di cui non è possibile o conveniente la bonifica>>, ( Stato Maggiore dell’E.I.). Da sempre l’accesso alle spiagge interne alla base è interdetto alla popolazione e agli stessi militari anche nei tre mesi estivi di sospensione delle attività nel poligono <<perché il tempo necessario per effettuare la bonifica è sicuramente superiore a quello disponibile>> (19/5/95 Nr.Prot. 00719 Infr-CMP). Detto in modo più chiaro, <<l’accumulo di ordigni e di residuati pericolosi, sarebbe tale –e il ritmo delle attività così elevato- che l’area a terra e a mare non è bonificabile e, quindi, risulta inagibile>> (interpellanza parlamentare del ’95).

Come risulta dalla documentazione ufficiale delle Forze Armate, nelle esercitazioni a fuoco, attività prevalente e permanente nei poligoni sardi, <<viene impiegato munizionamento da guerra>>. <<L’attività a fuoco viene effettuata con le armi in dotazione ai reparti. (..) Ogni unità DEVE effettuare le esercitazioni con i propri mezzi in dotazione anche perché le armi ed i sistemi DEVONO essere provati e tarati” (23/7/98 Nr.Prot.10465 INFR-CMP). Però il Comando militare della Sardegna vorrebbe dare ad intendere che –nel corso delle esercitazioni terrestri, aeree e navali negli immensi spazi che la Sardegna, suo malgrado, mette a disposizione della Nato- si è impedito a Stati Uniti e Gran Bretagna di utilizzare i sistemi d’arma con munizionamento all’U238 in regolare dotazione ai loro reparti, costringendoli ad esercitazioni dimezzate, private di una “componente essenziale”, come dicono i militari, con carri armati, elicotteri, armi, bombe e proiettili presi in prestito. Per giunta un tale risultato sarebbe stato ottenuto dalle FFAA di quella stessa Italia che da ormai quasi mezzo secolo, nonostante i cambi di governi, per bocca dei suoi ministri ripete scandalosamente di ignorare se a La Maddalena ci siano sottomarini a testata o a propulsione nucleare e servilmente ammette di non controllare ciò che circola nella base americana.  Sbalorditivo!

La secca smentita del Comando militare della Sardegna si aggroviglia nelle contraddizioni.
Se l’U238 è innocuo - come certa letteratura, vertici militari e governativi sostengono - appare assurdo che in Sardegna ai paesi Nato, nei poligoni Nato sia vietato l’utilizzo di carri armati, elicotteri e armi all’U238 in loro regolare dotazione.
Se i devastanti effetti dell’U238 erano noti ne consegue che

*  soldati italiani, sardi soprattutto, sono stati inviati in zone contaminate dalla radioattività privi di ogni misura protettiva e spacciando per tale un manualetto di elementari e banali raccomandazioni igieniche: lavare spesso le mani, cambiare biancheria e abiti, non fare pipì all’aperto.

*L’Italia si è resa complice silenziosa e attiva nell’uso di armi di sterminio di massa  a parte dei suoi alleati, Usa in prima fila, nella guerra del golfo, nelle permanenti incursioni contro l’Irak  e nel massacro “umanitario” della Serbia e del Kosovo.