COMITATO SARDO GETTIAMO le BASI
Comunicato stampa, 6 ottobre 2000
OGGETTO: Accame e Russo Spena esprimono preoccupazione per la Sardegna sottoposta alle radiazioni dell’uranio impoverito. E’ urgente un serio monitoraggio ambientale dei poligoni.

<< La preoccupazione per le radiazioni all’uranio impoverito (U238) non riguarda solo le zone teatro di guerra, riguarda anche molte zone italiane, quelle dove sono situati dei poligoni specie in Sardegna e nel Triveneto>>. Sono le parole dell’ammiraglio Falco Accame, ex presidente della Commissione Difesa della Camera riprese da un’agenzia (Adnkronos 25 settembre 00), e aggiunge che << In Sardegna vengono scaricati da paesi alleati, che usano armi all’uranio impoverito, grandi quantitativi di proiettili specie a capo Teulada che è poligono militare terrestre, aereo e anche navale>>. L’ufficiale, anche in qualità di presidente dell’ANA-VAFAF (Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei caduti) ha pertanto richiesto il monitoraggio delle zone adibite a poligono (25-SETT-00).

Il Senatore Russo Spena presenta un’interrogazione ai Ministri della difesa e della sanità (26 settembre n.4/20538) <<per conoscere se sia stato consentito a paesi stranieri che si esercitano nei poligoni tiro italiani, specie quelli in Sardegna e nel Triveneto, di utilizzare nelle esercitazioni a fuoco proiettili ad uranio impoverito, se sia stato disposto un monitoraggio nei poligoni dove lavorano militari e civili italiani>>.(26-SETT-00).

Il Consiglio Comunale di Teulada esige informazioni sull’uso di munizionamento all’U238 e reclama la realizzazione di un osservatorio ambientale nel poligono che, finora, ha sempre incontrato l’ostinato rifiuto delle Forze Armate (La Nuova 5-ottobre-00).

I nostri vertici militari e governativi, a partire dal massacro “umanitario” in Serbia e Kosovo, sponsorizzano la singolare tesi che l’U238 è più innocuo di una pila di orologio (Gen. Marani 20-4-99). Appare logico ritenere che le forze armate Nato, regolarmente dotate di proiettili all’U238 ne facciano normale uso nel corso delle permanenti sperimentazioni ed esercitazioni a fuoco, <<esercitazioni in cui viene impiegato MUNIZIONAMENTO DA GUERRA>>( glossario a cura dello Stato Maggiore E.I)

Sulla terra sarda grava il 52 percento dei poligoni italiani-Nato, quelli a più intenso utilizzo. L’estensione degli spazi aerei e marittimi militarmente vincolati non ha uguali in nessuna regione (solo uno dei tratti di mare annessi al poligono di Perdasdefogu supera con i suoi kmq 28.000 la superficie dell’intera isola, kmq 24.000).

E’ doverosa una sollecita risposta dei ministri della Difesa e della Sanità e una presa di posizione dei nostri amministratori regionali sui rischi a cui i sardi sono sottoposti nel “concedere” la propria terra alle esigenze della difesa internazionale.

E’ urgente sottoporre ad un serio monitoraggio le immense zone della Sardegna adibite a poligoni terrestri, aerei e navali. Evidentemente non sono ancora sufficienti i sacrifici dei due militari sardi, il caporalmaggiore di Nuxis Salvatore Vacca che sarebbe stato contaminato durante il servizio in Bosnia e il bersagliere di Assemini Giuseppe Pintus nel corso del servizio prestato nel poligono di Capo Teulada.

Per il Comitato