RETE MONDIALE PER UNA NUOVA COSCIENZA PLANETARIA
reseau mondial de la nouvelle conscience planétaire
WORLDWIDE NETWORK FOR A NEW PLANETARY CONSCIOUSNESS


CELESTINIAN CENTER- ALBA MAGICA-->>COSA SUCCEDE SUL G8-OPINIONI E ALTRO

-Gli estratti che seguono sono a cura della redazione di Alba magica, rivista e giornale della New Age/Nuova Era.
 Essi rispecchiano le opinioni degli scriventi, persone e associazioni.
Ricordiamo a tutti come orientamenti e temi per una nuova civiltà consapevole sono espressi nel DOCUMENTO FINALE del convegno di Padova  dell'11-13 Maggio 2001che alleghiamo in attach e che invitiamo a diffondere. Informazioni, corispondenze e quant'altro al celestinian@iol.it   http://www.celestinian-center.com
-Comunicazioni e scritti in merito saranno diffusi sulle nostre mailing list.

La redazione di Alba Magica
347/4418930--049/8899941

Anzitutto ricordiamo alcuni dati
>> Il 20 % della popolazione mondiale consuma l'80 % delle risorse del pianeta;
> > · 11 milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione;
> > · 15 milioni d'individui muoiono ogni anno per malattie infettive, spesso impossibilitati a curarsi dall'elevato costo dei medicinali;
> > · 1.300.000.000 di persone vivono con meno di un dollaro al giorno;
>>   circa la metà della popolazione mondiale, compresa una larga parte di quella dei G8, é al disotto della soglia di sussistenza;
> > 70 specie animali e vegetali si estinguono ogni giorno sul 'pianeta vivente';
>> 200 milioni di persone nel XX° secolo sono morte per cause dirette o indirette di guerra; centinaia di milioni di persone sono attualmente soggette ad azioni e 'stato di guerra';


 Dichiarazione del Genova social forum.

La diversità di provenienza sociale e culturale di tutte le organizzazioni che hanno aderito al Genoa Social Forum rappresenta una grande ricchezza e costituisce un segnale positivo in una società sempre più disimpegnata politicamente e individualista. Il Genoa Social Forum costituisce un’evoluzione rispetto al popolo di Seattle. Dalla contestazione pura e semplice si sta giungendo alla formulazione di proposte che rappresentano un ’alternativa necessaria e possibile al modello imposto da istituzioni quali G8, Organizzazione Mondiale del Commercio, Banca Mondiale, che, pur prive di legittimità democratica, prendono decisioni che riguardano la vita di tutti i cittadini del mondo. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, opportunamente riformata in senso federalista, può costituire l’embrione di un governo mondiale democratico.

La società civile deve riappropriarsi del proprio destino contrapponendo alla globalizzazione economica la globalizzazione dei diritti e della politica.

Nicola VALLINOTO
Email: nicola.vallinoto@tin.it


 Subject: [Cerchio di G8] Tettamanzi (Cardinale di Genova): non mi fa paura il popolo di Seattle ma quello degli indifferenti
dal secolo xix, 29.6.01

.... "Io sono un uomo tra gli uomini - attacca il cardinale - ma oggi intendo parlare da vescovo". Da Vescovo "e' scandaloso il raffonto tra pochissimi Epuloni e la sterminata folla dei Lazzari che non hanno neppure le briciole. Lazzaro non solo ha diritto alle briciole, ma anche al pane e a sedere alla mensa di Epulone.". Fine della parabola e stoccata alle ipocrisie istituzionali: "A me non inquiieta il popolo di Seattle. A me fa paura il popolo degli indifferenti, quello di chi vive nel benessere e pensa solo a se stesso. E mi fa paura il popolo dei poveri che ben difficilmente riuscira' a far arrivare la sua voce fino alle orecchie dei potenti".
........



From: <oltreloccidente@libero.it>
To: <info@genoa-g8.org>
Sent: Tuesday, June 26, 2001 6:02 PM
Subject: GSF: Chi vi ha mandato in TV?
 
 LETTERA AL GENOA SOCIAL FORUM

> LETTERA AD ATTAC ITALIA
> CHI VI HA MANDATO AL COSTANZO SHOW?
> Sorpresa e incertezza ci hanno colpito alla vista di autorevoli membri del
> Genoa Social Forum, nonché di Bertinotti, apparire in video alla
> trasmissione del Costanzo Show sia sul palco sia in platea. Delusione e
> malinconia ci ha restituito al termine tale trasmissione, a conferma della
> semplice riflessione iniziale che qualunque cittadino avrebbe fatto prima
di  comparire su una TV nazionale.
Chi parla di globalizzazione e si rifà anche genericamente a riflessioni
ed analisi che aspirano ad una alterità rispetto a quelle del "pensiero
unico", non può non tener presente il ruolo dei MEZZI DI COMUNICAZIONE che sono
non solo mezzi ma anche fini. Esprimono di per sé cultura, quella cultura che
> credo tutti noi, nella vaghezza delle nostre proposte, crediamo di
> combattere o almeno diciamo di non volere
...............................................................
Naomi Klein (l'autrice del libro No-Logo) non ha fatto in tempo a scendere
> dall'aereo che già era al Costanzo Show a presentare il libro. Le Tute
> Bianche fanno di tutto per comparire nei mass-media inscenando teatri di
> strada e minacce cosmiche...Il Manifesto prima di una delle tante chiusure
> annunciate andò a piangere miseria da Costanzo. Bertinotti ci va un giorno
> sì e l'altro pure, perfino a parlare della crescita della Malva Selvatica.
> Potremmo continuare se avessimo seguito tutte le trasmissioni. Ed il tutto
> senza che nessuno dei molti rivoluzionari del virtuale si ponga neppure il
> problema di negoziare le forme di partecipazione agli show.
>  Qualcuno pensa che la forza della parola e della ragione sia sufficiente?
> Che basti una autoconvincimento della propria illuministica ragione per
> affermare di aver cambiato le cose? E allora che cosa andiamo a fare in
> piazza, a che pro condizioniamo le nostre singole vite a una etica non
> sentita dalla maggioranza? Siamo un po' stanchi dell'apparente ingenuità
di chi si mette a coordinare questi movimenti. Siamo stanchi di cercare di
> rendere alla piovra il cibo indigesto se poi il giorno dopo qualcuno lo
> addolcisce, sia pure inconsapevolmente. Quando qualcuno delega
> responsabilità non delega la propria deficienza o ingenuità per
> l'intelligenza altrui. Delega coordinamento. E qui si tenta di coordinare
> una (ri)costruzione di un movimento di massa che necessità tanta maggiore
> umiltà quanto grande è il compito che ci si è dati.
> Se qualcuno avesse (avuto) voglia di approfondire le proprie riflessioni
sul  ruolo della tv in questi anni, purtroppo le uniche e ultime riflessioni
> antropologiche rimangono quelle di Pasolini, sia nei suoi scritti sia, più
> visibilmente, nei suoi passaggi televisivi più volte censurati (ed era
> sempre riluttante ad andare sullo schermo!).
>
> Frosinone 26 giugno 2001            Ass. Oltre l'Occidente



From: Roberto Gallocchio
To: GSF
Sent: Tuesday, July 03, 2001 7:42 PM
Subject: I: Documento LAV sull' odierna adesione al GSF
CONTRO IL G8 E CONTRO L'ECONOMIA DELLA VIOLENZA
 
 La LAV al Genoa Social Forum per una globalizzazione dei diritti, anche degli animali.

Una contestazione.
Lega Anti Vivisezione-Via Sommacampagna, 29--00185 Roma
e-mail: lav@infolav.org    tel. 06/4461325
 
La violenza economica che permea i rapporti fra i paesi potenti e gli altri comprende anche la violazione dei diritti degli animali ed un ulteriore peggioramento del loro status, intrecciato, anziché
opposto, al peggioramento delle condizioni di vita degli esseri umani. L' impostazione  neoliberista del mercato globale risponde alla sola logica del profitto e trascura i bisogni effettivi degli esseri viventi.
 
Riteniamo i G8, e le multinazionali che ne influenzano la politica, i principali  responsabili di tale situazione; per questo ci opponiamo ai meeting dei G8, proponendo i lineamenti di un' etica  nonviolenta.
 
Dal punto di vista politico-economico, i governi del G8 perseguono una globalizzazione neoliberista che mette da parte i diritti dei più deboli, esseri umani e non umani, per assecondare gli interessi finanziari dei grandi gruppi privati che hanno in mano il mercato alimentare, chimico e farmaceutico.
 
Dal punto di vista sociale, quei governi rappresentano la parte del mondo i cui consumi, alimentari ma non solo, si concentrano pesantemente sullo sfruttamento e sulla morte di milioni di animali provenienti da tutto il mondo,  proponendo un modello sociale fortemente consumista ed aggressivo verso le forme di vita del  pianeta.
 
L' intreccio di più elementi, quali l' abbandono di regole sul lato della produzione e dello scambio, la corsa a produrre ai minori costi possibili, la spinta ai  consumi, l' induzione "forzata"  ad esportare per il ripagamento del debito estero, determina una situazione inquietante di cui elenchiamo alcuni aspetti evidenti.
 
1)      L' elevato consumo di carne e prodotti animali che da tempo caratterizza le scelte dei consumatori occidentali si fonda su grandi importazioni  di carne e mangimi anche dai paesi della fame, con effetti sociali ed ecologici devastanti, compreso l'aumento della povertà, delle ingiustizie sociali e dell' insicurezza alimentare. Ben conosciuti sono la distruzione forestale in Centramerica e America Latina  causata dalla trasformazione in pascoli di milioni di ettari di foreste, e la sottrazione di proteine e calorie vegetali al diretto consumo umano dei più poveri, il cui potere d'acquisto si riduce per  via dell' aumento dei prezzi di tali risorse, a causa della grande richiesta come mangimi. E' di poche settimane fa l'appello di un attivista colombiano, che si batte per i diritti dei contadini, all'Unione Europea affinché non aumenti l'importazione di carne dalla Colombia, dove gli allevatori latifondisti,  collegati con gruppi paramilitari, continuano ad espandere con la violenza i propri pascoli sottraendoli ai piccoli contadini.  Molti problemi simili, anche di squilibrio del sistema ecologico,  sono provocati dagli allevamenti di pesci e crostacei, in particolare quelli di gamberetti presenti in Asia.
 
2)      Le regole dell'Omc impediscono a un paese di discriminare le importazioni sulla base dei Pmp (processi e metodi produttivi).  Ciò può impedire  ad un paese che ha leggi a protezione  dei cosiddetti "animali da reddito" di difendersi dall'invasione di prodotti  animali (carne, uova, pellicce) a  basso costo realizzati in Paesi che quelle leggi non hanno. Ciò riguarda in particolare l'Unione Europea, che pur con molti limiti ha varato, citiamo ad esempio, una normativa che decreta la fine degli allevamenti in batteria delle galline ovaiole.  Un provvedimento che sarà svuotato di significato il giorno in cui  l'Europa verrà invasa da uova  di batteria provenienti da altri continenti.
...................................................................segue un documento lungo e dettagliato
lo inviamo a chi lo desidera integralmente o lo può richiedere alla email e telef sopra indicati.
 
From: MC - Settore Giustizia e pace <delc.mc@pcn.net>
To: <sondage@ge.itline.it>
Sent: Monday, July 02, 2001 4:51 PM
Subject: calendario provvisorio
Antenna Italiana
Tel. (39) 06 88641494
Fax (39) 06 88641492
e.mail delc.mc@pcn.net
 
PREGHIERA E DIGIUNO,     20 - 21 Luglio
CONVOCAZIONE
 
1.  la convocazione al digiuno e alla preghiera sarà fatta dai rappresentanti dei popoli dell'Oceania, dell'Asia, dell'Africa, delle Americhe e dell'Europa attraverso suoni e strumenti tradizionali.

2. I tamburi delle  Suore Francescane Burundesi   ci  introdurranno al silenzio contemplativo
i Monaci Buddisti della tradizione Coreana  ci  introdurranno alla meditazione.

3.      La preghiera sarà orientata come il grido dei poveri, degli oppressi che giudicano e interpellano il nostro stile di vita,   grido che si innalza a Dio per ottenere conversione e giustizia

4. Il digiuno sarà inteso come:
.  riflessione critica al nostro stile di vita, cosa mangiamo, cosa compriamo, cosa sprechiamo
.  Solidarietà sofferta con gli 800 milioni di uomini, donne, bambini che soffrono la fame, non possono andare a scuola, non possono curarsi.

. Denuncia forte e chiara nei confronti dei grandi che potrebbero debellare, la fame, la povertà, lo sfruttamento e non lo fanno perchè hanno assunto come valore massimo il profitto esasperato  e a qualunque costo.

...................................................................segue un documento lungo e dettagliato con le numerose scadenze:
lo inviamo a chi lo desidera integralmente o lo può richiedere alla email e telef sopra indicati.

__________________________Piano  dell'Africa al G8_______________________________

From: "Alberto Ghiara" <alberto.ghiara@tin.it>
Date: Fri, 06 Jul 2001 15:13:03 -0000
Subject: [Cerchio di G8] Africa

Articolo dell'Economist.

Si dà notizia del fatto che i governi africani stanno preparando un piano di sviluppo economico per il loro continente, denominato Millenium Action Plan (MAP). Il promotore è il presidente del Sud Africa, Thabo Mbeki, in collaborazione con i presidenti di Nigeria, Olusegun Obasanjo, e Algeria, Abdelaziz Bouteflika. Se troverà il consenso dell'Organizzazione degli Stati africani (OAU), il documento verrà presentato al G8 di Genova. Obiettivi del Piano sono: pace e democrazia; rispetto dei diritti umani; migliore sanità e educazione; diversificazione dell'economia e apertura del commercio fra Stati africani e con il resto del mondo; combattere il disagio e spingere le nuove tecnologie. Si tratta di impegni che i governi africani prendono in cambio della cancellazione del debito, dell'abbattimento delle barriere commerciali e di altre cose da parte dei G8 (anzi, dei Paesi "donatori", ma credo che più o meno sia lo stesso).

Se qualcuno sa di economia e conosce l'inglese, sarebbe interessante qualche commento.

Alberto Ghiara



AFRICA'S PLAN TO SAVE ITSELF

African leaders are promising reform, and asking the rest of the world to help

TRYING to construct a set of goals and policies for Africa that both George Bush and Robert Mugabe would sign up to is nearly impossible.

But this week a team of drafters was closeted in a hotel in South Africa, attempting to incorporate some last-minute comments from African governments in order to make the Millennium Action Plan (MAP) for African recovery acceptable to as many African leaders as possible. But if the plan looks like an African begging-bowl held out to the rest of the world, it will be ignored.

The plan is the brainchild of Thabo Mbeki, who wanted a way of bringing to life his vision of an "African renaissance". Working with the presidents of Nigeria and Algeria, Olusegun Obasanjo and Abdelaziz Bouteflika, South Africa's president set up a team to write a plan that would inspire Africa to create a better future for itself—and persuade others to take it seriously. The hope is that if African leaders commit themselves to democracy and human rights, to tackle disease and reform their economies, and generally to get their act together, the rest of the world will start investing in Africa again.

The mood of the UN millennium summit last year suggested that the world might be ready to help. Later, Tony Blair let it be known that he wanted some big scheme for Africa to feature in his second term as Britain's prime minister, but that he also wanted the initiative for this scheme to come from Africa, and that he would then respond.

This is what is happening. The MAP, an African initiative, is to be presented to heads of government at an Organisation of African Unity (OAU) meeting in Lusaka next week. After a bit more fiddling with the text, the OAU is expected to endorse the plan, and individual African rulers will sign up to it. Mr Mbeki will then, with the help of Mr Blair, present the plan to the G8 summit in Genoa the following week.

The plan's central thesis is that Africa's development depends on its full involvement in the global economy, and that this requires a mixture of reform in Africa and assistance from other countries.

The most important reforms are:

• establishing peace, and more democratic government;
• respecting human rights;
• investing in people by giving them better health and education;
• diversifying economies, and encouraging trade both within Africa and with the outside world;
• combating disease and boosting new technologies.

In return, the plan asks the developed world for more debt relief, the removal of trade barriers and the ending of its farm subsidies. Aid is low on the agenda, being mentioned only in the last few pages.   Plans and promises of reform in Africa have been two a penny in recent years; getting them implemented is the hard bit. The MAP puts its faith in peer pressure, and monitoring performance with timetables and targets. Not unnaturally, African leaders want matching commitments from donors, demanding that help should be open, clearly aimed and co-ordinated.

The plan's hopes and ideas are not new but, so far, they have been propounded by donor countries. The MAP appears to be Africa's acceptance that the donors were roughly right, and that their conditions for aid were not so much neo-colonial bullying as the rules of a globalised economy. But not all African leaders will go that far.

Some Africans—not Mr Mbeki—strongly believe that it is their right to claim aid from the developed world in compensation for past exploitation.

The plan's delicately balanced structure remains shaky. At a meeting in Cairo last week, African ministers tried to hook several of their own pet ideas on to it. Senegal's president, Abdoulaye Wade, has drawn up his own plan, which is basically a call for more aid, and wants it incorporated. The Nigerians have begun to talk about debt relief for middle-income countries, such as themselves. But this is something that no donor country will look at.

The drafters in Pretoria, surrounded by African ministers and ambassadors, know that some leaders, above all Mr Mugabe, will still insist on blaming the past or "neo-colonialism" for their ills, and will certainly not approve a document that wants dictators isolated or property rights respected. The battle is for the middle ground. The difficulty is to find a formula that enough Africans can accept but that will still convince world leaders that Africa is serious about reform.



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