Corriere della Sera, 25 gennaio
Accordo tra i ministeri Difesa e Sanità. Più della metà si sono già congedati. Il limite imposto dal periodo di incubazione
Uranio, militari sotto controllo per 5 anni
I 53 mila soldati della missione nei Balcani dovranno sottoporsi ai test in ospedale ogni 4 mesi
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  ROMA - I 53 mila militari che hanno svolto finora missioni di pace nei Balcani dovranno presentarsi in ospedale ogni quattro mesi. I controlli medici dureranno cinque anni. Se hanno eventualmente contratto una grave patologia, infatti, questo è il periodo entro il quale si dovrebbe presentare. Dopo le paure suscitate dal caso dell’uranio impoverito, il ministro della Difesa Sergio Mattarella ha ritenuto opportuno tranquillizzare i militari che hanno svolto missioni nei Balcani. Si è messo d’accordo con il suo collega della Sanità, Umberto Veronesi, allo scopo di sottoporre tutti a controlli medici accurati nelle strutture sanitarie dei loro comuni. Senza pagare nulla.

«Aspettiamo solo che questo accordo - dice il generale Antonio Tricarico, capo della sanità militare - venga firmato. E poi facciamo partire le lettere». Sono, appunto, 53 mila, indirizzate a tutti quelli che dal ’95 ad oggi hanno attraversato l’Adriatico per operazioni di pace in Bosnia e Kosovo. Ben 30 mila si sono nel frattempo congedati, dopo aver concluso il periodo di tre anni da volontari dell’Esercito. La lettera che riceveranno contiene l’autorizzazione per la loro Asl a svolgere una serie di accertamenti a titolo gratuito.

Nel plico ci sono anche tre buste con l’indirizzo già stampigliato della direzione sanitaria militare. Devono essere rispedite con i risultati dei check up medici. L’anno prossimo riceveranno un’altra autorizzazione per le Asl, altre buste per inviare i risultati. E così per cinque anni.

Intanto sta lavorando la commissione di specialisti presieduta dal professor Franco Mandelli. Deve stabilire se la causa che mina la salute dei militari è l’uranio impoverito. Oppure esiste un tipo di contaminazione diverso. Sono 31 le cartelle sanitarie pervenute alla commissione. Riguardano ex militari colpiti da gravi patologie. In otto casi i documenti sono intestati a persone che hanno già perso la vita.

Mentre 20 cartelle portano i nominativi di giovani che stanno lottando contro leucemie e tumori. Tutti, sia gli 8 deceduti che i 20 ammalati, avevano trascorso un periodo in missione nei Balcani. Ci sono poi tre casi di giovani militari afflitti da tumori senza però essere andati in missione all’estero. Da un primo esame si capisce solo che le patologie sono molto diverse fra loro, per cui sarà difficile poterle attribuire a una causa unica. In alcuni casi il materiale inviato è insufficiente per formulare una valutazione scientifica.

Ma la Nato insiste nel dire che l’uranio impoverito non è nocivo per i soldati. Perciò il generale Joseph Ralston, capo delle Forze Nato, lo userebbe ancora: «Se truppe o cittadini in Kosovo fossero attaccati da un carro armato sarebbe da irresponsabili non colpire con proiettili all’uranio impoverito».

Marco Nese



Commento: primo caso sospetto di mucca pazza nella Nato, il generale Joseph Ralston.