Corriere della Sera, 30 dicembre
L’ULTIMO CASO
Bosnia e Albania le sue due missioni
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     MILANO - Fulminato dalla leucemia e dal cancro alla pelle dopo due missioni di pace in Bosnia Erzegovina e in Albania. Così è morto lo scorso 29 settembre - ma la notizia tenuta rigorosamente riservata è trapelata solo ieri - un carabiniere di 38 anni, del quale sono note solo le iniziali del nome di battesimo e del cognome: R.C., ultimamente assegnato alla stazione dell’Arma presso l’aeroporto della Malpensa. Altri quattro carabinieri, pure rientrati in patria dopo le ultime missioni, potrebbero essere stati a loro volta contaminati dalle radiazioni provocate dall’uranio impoverito e ora sono tenuti sotto rigorosa osservazione. Il giovane carabiniere, sposato ma senza figli, era originario dell’Alto Adige e aveva iniziato la sua carriera militare al Settimo battaglione di stanza a Laives, in provincia di Bolzano: un reparto che, unitamente al battaglione paracadutisti «Tuscania» di Livorno, ha fornito numerosi volontari per le missioni oltre Adriatico.

R.C. era partito una prima volta nel ’96 per la Bosnia Erzegovina, quindi l’anno successivo era stato distaccato in Albania. Nel ’98, tornato al reparto di Laives, aveva avvertito i primi sintomi della malattia: melanoma. Ed era stato ricoverato all’Istituto nazionale dei Tumori di Milano per una serie di analisi e controlli. Affinché potesse curarsi meglio e sottoporsi alle terapie, aveva chiesto di essere trasferito il più vicino possibile all’ospedale, ottenendo di prestare servizio alla compagnia di Gallarate e, quindi, alla stazione presso l’aeroporto di Malpensa.

Le sue condizioni sono tuttavia andate sempre più peggiorando, ma fino a non molto tempo fa nessuno aveva messo in relazione il melanoma e la leucemia che lo stavano consumando con la possibile esposizione a radiazioni durante la missione di pace. Il 27 settembre scorso, quando ormai le sue condizioni non lasciavano più alcuna speranza, era stato dimesso. Due giorni più tardi è morto.

Sulla fine del carabiniere il comando generale dell’Arma ha ora aperto un’inchiesta per accertarne le esatte cause. E si sta cercando anche di capire quali siano, ora, le condizioni degli altri militari tra cui, sembra, ci sarebbe anche un ufficiale.

Gianfranco Ambrosini