Scandalo BNL: La testimonianza di Christopher Drogoul
 
Testimonianza di Christopher Drogoul

Il mio nome è Christopher Drogoul. Desidero ringraziare il comitato per avermi dato l'occasione di comparire oggi qui. Sono stato speranzoso per oltre quattro anni di poter ottenere un'occasione di dire la verità riguardo a questa materia ed anche se avevo inteso fare così al mio processo, farò del mio meglio per essere chiaro ed esaustivo in questa testimonianza.

Ero il direttore dell'agenzia di Atlanta della Banca Nazionale del Lavoro, dal 1984 fino all'agosto 1989. Anche se ho gestito la banca in conformità con le istruzioni ricevute dai miei superiori a Roma, quando vennero considerate imputazioni criminali in relazione alle attività di quella filiale, la banca prese la posizione di essere vittima delle azioni dell'agenzia di Atlanta.

Al momento della perquisizione ero in Francia in vacanza. Dopo aver saputo della perquisizione, sono ritornato negli Stati Uniti per affrontare i problemi che avrebbero potuto presentarsi. Prima del mio ritorno incontrai i rappresentanti della banca centrale irachena, che mi assicurarono che non sarei stato coinvolto.La versione che loro mi avevano fornito per parecchi anni era che il prestito fra l'agenzia di Atlanta e la loro banca era noto agli Stati Uniti e che tutte le irregolarità sarebbero state risolte con una multa contro la Banca. Ero rassicurato dal fatto che il direttore Generale ed altri alti funzionari della BNL sapevano delle mie attività, per questo non vedevo pericoli legati al mio rientro.

Dopo la perquisizione della Banca in agosto, mi accorsi che l'indagine dell'ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Atlanta era orientata sul mio personale e su me stesso. E' sempre stata mia opinione che i poteri politici italiani e degli USA avevano raggiunto l'ufficio del procuratore di Atlanta per assicurarsi che solamente gli impiegati dell'ufficio di Atlanta venissero raggiunti dalle conseguenze delle rivelazioni a seguito della perquisizione del 1989. Mentre non so se la visita personale di Alan Greenspan (NDR: direttore della Federal Reserve) ad Atlanta subito dopo la perquisizione oppure il seguente contatto diretto da parte della presidenza di Bush abbiano avuto un impatto determinante sul prosieguo dell'indagine, ma certamente hanno avuto un ruolo.

La perquisizione rivelò che l'agenzia di Atlanta stava finanziando alcuni paesi, la Russia, l'Iran e l'Iraq, in parte attraverso l'uso di quella che alcuni hanno chiamato la contabilità grigia. Anche se qualcuno può pensare che si trattasse di attività criminale, non lo era. La necessità di nascondere ad alcuni ufficiali la nostra attività, in particolare a Sardelli di New York, ci aveva costretto a questa pratica. Con la rimozione di Sardelli dall'ufficio di New York nella primavera 1989, cominciammo a trasferire le scritture nella contabilità ordinaria rimuovendole dalla contabilità grigia. La perquisizione impedì che questo avvenisse. Mi rendo conto che questi avvenimenti potevano impedire alle autorità federali ed allo stato di capire la natura reale dei nostri finanziamenti. Tuttavia, se qualche verifica legittima fosse stata condotta, la portata completa del nostro prestito sarebbe stata scoperta facilmente. Non era mai stata nostra intenzione fuorviare le autorità bancarie degli Stati Uniti dal conoscere la portata delle nostre attività. Invece, mi sono comportato per adempiere agli obiettivi della BNL e del governo italiano e che ho creduto fossero egualmente gli obiettivi degli Stati Uniti, attraverso la mia interazione con l'Iraq, la Russia e l'Iran.

Essendo stato rinchiuso in cella dall'aprile del 1992, dopo aver subito il sequestro di tutti i miei beni ed essere stato esposto alla vergogna di avere la moglie ed i quattro bambini che vivevano di elemosine, ho avuto moltissimo tempo per considerare gli eventi del periodo fra il 1984 ed il 1991, quando sono stato incriminato con 347 capi di accusa.

È il mio punto di vista che l'ufficio dell'avvocatura locale degli Stati Uniti è stato sopraffatto dalla pressione politica sia dagli Stati Uniti che dall'Italia, dallo studio legale King & Spalding e dalla mancanza di personale competente per studiare e capire correttamente che cosa era accaduto.

Per cominciare a capire l'agenzia di Atlanta, uno deve capire cos'è la Banca Nazionale del Lavoro, il suo rapporto politico col governo italiano e come l'Italia stessa conduce i suoi affari. La corruzione perenne e l'utilizzazione da parte dei politici di entità, quali la BNL, per raggiungere i loro scopi di arricchimento personale, è manifesto. Se le attività della BNL/Atlanta hanno arricchito un qualche gruppo politico italiano, non lo so, ma certamente è probabile. Non intendo cimentarmi in una lunga spiegazione di come funziona l'Italia, ma sarei felice di rispondere a tutte le domande in proposito che il comitato dovesse avere.

Certamente sono deluso, ma non sono sorpreso che il sig. Pedde e gli altri in BNL che hanno consigliato e controfirmato le mie azioni all'agenzia di Atlanta, hanno preso la posizione di dire che mi sono comportato senza averne l'autorità. Non sono così ingenuo da non capire che in questo dramma internazionale non sono che una figura di poco conto che può essere sacrificata negli interessi di governi importanti. In tutto il periodo sapevo che la politica di BNL serviva ad appoggiare gli orientamenti di politica estera sia degli Stati Uniti che dell'Italia.

Come sono sicuro che il comitato è già a conoscenza, a seguito delle citazioni da parte del mio legale nei confronti dell'ex presidente Bush e di altri ufficiali dell'amministrazione, il governo ci ha avvicinati per mettere fine a questa storia. Mi rendevo conto che il processo si sarebbe trascinato fino al 1994 ed ero preoccupato per mia moglie ed i bambini, per questo accettai la richiesta che avrebbe posto fine a questo incubo. Ora tenterò di rispondere a quelle domande poste dal comitato nella sua richiesta di comparizione.

1. QUALI ERANO LE VOSTRE FUNZIONI ALLA BNL?

Per rispondere correttamente a questa domanda bisogna capire le basi sulle quali venni assunto inizialmente ed il mio passato alla Banca Barclays. Originalmente venni assunto nel mese di dicembre del 1981 come aiuto vice presidente e giovane responsabile del credito, venni poi promosso vice presidente e responsabile del credito verso metà del 1982 e a metà 1984 venni promosso direttore sostituto della filiale di Atlanta. Nel marzo del 1985 venne ufficializzata la mia posizione di direttore dal professor Bignardi.

Mi sono spesso chiesto perché qualcuno con poca esperienza nel credito e nessun' esperienza direttiva fosse stato nominato alla posizione di direttore della BNL di Atlanta, ma è chiaro che ero l'unico individuo presentabile disponibile per il lavoro, poiché gli italiani competenti rifuggivano dall'incarico di Atlanta e non c'erano americani disponibili per la nomina in quel periodo. Venni così preso automaticamente.

Ufficialmente, le funzioni del direttore di filiale sono amministrative;cioè deve accertare il funzionamento regolare ed il corretto sviluppo delle attività della filiale nel relativo territorio di sviluppo degli affari costituito da nove stati (la Virginia, la Carolina del nord, la Carolina del sud, la Georgia, l'Alabama, il Mississippi, il Tennessee, il Kentucky e la Virginia dell'ovest).

Tuttavia, poiché la filiale venne stata costituita con un minimo capitale di due milioni di dollari, non era stato assunto sufficiente personale per la gestione della filiale.Così gli impiegati dovevano assolvere a funzioni multiple:Il direttore era anche un responsabile dello sviluppo, un responsabile sviluppo era pure direttore del credito, l'incaricato commerciale faceva da responsabile sviluppo affari, l'amministratore delle lettere di credito anch'egli fungeva da responsabile sviluppo, il funzionario operativo faceva pure da controllore, etc.

In realtà, la BNL di Atlanta non venne mai concepita o gestita come una filiale. Piuttosto si trattava di un quasi autonomo ufficio di sviluppo.

Inoltre, mentre ogni altra filiale negli Stati Uniti operava all'interno del relativo territorio geografico stabilito, la BNL di Atlanta da sempre operava in tutti gli Stati Uniti ed anche nel mondo intero.Era noto a tutti in BNL che i funzionari della BNL di Atlanta si muovevano in zone affidate ad altre filiali ed in queste zone sviluppavano affari a beneficio della stessa filiale di Atlanta e della Direzione Generale.

Quindi, quando BNL Atlanta andava a Ginevra per sviluppare il commercio di prodotti con commercianti internazionali di grano che vi avevano sede, era normale che gli ufficiali di BNL Atlanta cercassero modi di sviluppare il commercio pure per la filiale di Ginevra. Poiché la maggior parte dei rapporti della filiale di Atlanta prevedeva contatti bancari a livello di direzione generale delle banche centrali e delle principali istituzioni finanziarie dell'Europa dell'est, del Medioriente e del Nord Africa, era normale per gli ufficiali di Atlanta di utilizzare questi incontri come occasioni per sviluppare opportunità per le corrispondenti sezioni della Direzione Generale.

La testimonianza di Ted Monaco, in cui afferma che non era allarmato di avermi visto a Bagdad, è in un certo senso vera, poiché tutta la BNL sapeva che la sede di Atlanta cercava affari in tutto il mondo (in quel caso tuttavia Monaco sapeva che Sardelli ci aveva limitato i viaggi all'interno della zona geografica affidata alla sede di Atlanta).

Per ricapitolare le mie funzioni quindi, direi che ufficialmente ero l'amministratore capo dell'ufficio di Atlanta, ma in realtà ero un ufficiale capo di sviluppo affari della banca basata a Atlanta responsabile dello sviluppo di gran parte del commercio multinazionale della banca.

Effettivamente, il mio direttore generale, il Dott. Pedde, più volte mi ha enfatizzato la necessità di sviluppare legami forti con società multinazionali Europee e degli Stati Uniti per conto della banca.Il Dott. Pedde ha addirittura emanato una direttiva in cui ordina agli impiegati addetti allo sviluppo di viaggiare alla ricerca di tale sviluppo piuttosto che limitarsi a fare i capo-ufficio.

2.COME DESCRIVEREBBE LE PRESTAZIONI E LA QUALITA' DEI VARI ISPETTORI ASSEGNATI 
PER VERIFICARE LA BANCA?

È inesatto considerare le "visite" della Banca Federale della Riserva, del dipartimento bancario di Stato e della Peat Marwick come se fossero delle verifiche contabili, poiché non lo sono. E questa affermazione non ha alcun intento offensivo. Semplicemente i parametri prestabiliti usati da queste entità non servono per effettuare una verifica completa.

Il compito della Fed era semplicemente di confermare il fatto che la revisione dello Stato della Georgia non aveva rilevato problemi gravi, e quindi la loro revisione in BNL consisteva in una visita di uno o due giorni che si concludeva davanti ad una tazza di caffè espresso nella stanza del direttore di filiale.

Gli ispettori dello Stato della Georgia esaminavano le pratiche di credito per determinare se vi era un rischio nel credito verso una qualche società, istituzione finanziaria o Paese, senza nessuna analisi approfondita dei dati riportati nella contabilità della filiale. Il ruolo dello Stato non era di verificare i dati contabili. La responsabilità era affidata alla squadra di ispettori interni della banca.

La funzione di Peat Marwick si risolveva nell'apporre un timbro di una istituzione indipendente sul bilancio annuale della filiale e la loro verifica consisteva nell'esame del patrimonio e degli impegni indicati in contabilità alla fine dell'anno finanziario, senza esaminare cosa c'era sotto. Dopo il terzo o quarto anno di questa verifica, la procedura divenne tanto banale che né la KMPG né la BNL di Atlanta la considerarono altro che una pura formalità.

La verifica effettuata dai revisori dei conti interni della BNL era approfondita e completa. Se non fosse stata addomesticata, tutte le attività della filiale sarebbero state scoperte al di là di qualsiasi eventuale tentativo, da parte della BNL di Atlanta, di nasconderle agli occhi dei revisori. Gli ordini di trasferimento via Morgan, le registrazioni della Rafidain e della Banca Centrale irachena non vennero mai controllati a fondo, non venne mai esaminato l'ammontare dei fondi richiesti al fondo interbancario eccetto che saltuariamente, e così via. La prima volta ho considerato le omissioni degli ispettori interni come sviste intenzionali e, dalla seconda volta, ho capito che non vi sarebbero state preoccupazioni per i rapporti tra BNL-Atlanta e l'Iraq, derivanti dagli ispettori interni della BNL.

Mentre rilascio questa testimonianza, tuttavia, mi ricordo molte conversazioni con i banchieri di New York che venivano sottoposti a numerose verifiche statali e dell'ente federale. Essi rammentavano come dette verifiche fossero approfondite, quindi forse i revisori di Atlanta vedevano le responsabilità del loro incarico in un modo diverso.

Non credo personalmente che le attività dell'ufficio di Atlanta avrebbero mai potuto svilupparsi a New York. Sembra quasi che l'ambiente della BNL di Atlanta fosse perfetto.

3.IN CHE MISURA I FUNZIONARI DELLA BNL DI NEW YORK E DI ROMA SONO A CONOSCENZA DEGLI ACCREDITAMENTI DELLA MTL O DELLA CCC PER L'IRAQ?

È importante capire che nella maggior parte dei casi l'approvazione dell'estensione di credito o di appoggio ad un affare avvenivano in forma verbale, attraverso la gestione regionale della BNL a New York, o direttamente per telefono dalla BNL a Roma.

In una conversazione con il Dott. Florio durante e dopo una colazione di lavoro a New York, stavamo discutendo l'effetto benefico sulla filiale che aveva avuto il programma CCC nell'esercizio fiscale precedente.In particolare, stavamo discutendo le approvazioni dell'anno precedente per l'estensione del credito in Messico e nell'Iraq ed avevo indicato che dato il basso livello del rischio associato con queste transazioni, noi alla BNL di Atlanta desideravamo continuare l'affidamento CCC a quegli stessi paesi, così come ad altri.Avevo accennato al Dott. Florio che il CCC recentemente accordato garanzie significative al Messico e all'Iraq per il nuovo esercizio fiscale del governo USA ed in questa occasione specificamente ho cercato la sua approvazione verbale per il rinnovo del credito a quei paesi. La sua risposta, che mi ricordo abbastanza distintamente, era che anche se vedeva poco rischio nel prestito garantito da CCC, la divisione internazionale della BNL e lui particolarmente, era sotto la pressione di forze politiche, all'epoca a me sconosciute, che avrebbero usato l'aumento di credito al Messico come un'arma contro la Divisione poiché la filiale di New York aveva negli anni passato effettuato prestiti al Messico sia in area privata che pubblica, in ambo le quali il Messico era delittuosamente indietro nei pagamenti.

Qui noto che i funzionari della BNL a Roma mi informarono molto dopo che ci sarebbe stata una nuova direzione alla BNL. Questa desiderava abolire la Divisione Internazionale di Florio sulla base del fatto che stava impegnando troppe risorse della banca senza generare sufficienti profitti e stava cercando ogni più piccola debolezza nella gestione di Florio per licenziarlo. Ecco perché era titubante nell'allargare il credito al Messico.

A proposito dell'Iraq, non rivelò particolari obiezioni verso un aumento del credito all'Iraq nel quadro del programma CCC e mi chiese che intenzioni avevo. Debitamente ho notato che la BNL di Atlanta non era riuscita ad ottenere l'utilizzazione completa delle nostre risorse per la Banca di Rafidain e che abbiamo dovuto offrire maggiori risorse rispetto all'anno precedente per non essere schiacciati dalle banche che avevamo coinvolto l'anno prima.

A questo punto il Dott. Florio mi chiese conferma sul fatto che il rischio fosse quello esposto dal CCC. Lo assicurai che in realtà il CCC controgarantiva per eventuali inadempienze la banca creditrice (la BNL) su quegli ammontari non coperti direttamente dalla garanzia CCC, normalmente attraverso una rinegoziazione differenziale del debito CCC presso il Club di Pargi.

Capendo il meccanismo per cui gli istituti di credito sarebbero stati soddisfatti, il Dott. Florio allora specificamente mi chiese l'importo che ritenevo adatto che la BNL estendesse all'Iraq. Notai che la ripartizione prevista dal CCC in Iraq sarebbe stata dell'ordine di $550 milioni e che avremmo dovuto essere preparati ad ampliare l'offerta fino a finanziare circa la metà del totale, per assicurarci l'utilizzazione della nostra funzione e per sviluppare rapporti con gli esportatori degli Stati Uniti che spediscono i prodotti.Egualmente ho accennato che potevamo desiderare di sottoscrivere l' intera operazione e ripartire l'affare con una o due istituzioni di nostra scelta, anche se allora non avevo niente di preciso in mente.

Ci pensò sopra circa un minuto e mezzo e mentre ci avvicinavamo al suo hotel dopo avere lasciato il ristorante, mi disse: Va bene, vada avanti con l'Iraq ma lasci perdere con il Messico, per il momento". Le persone che accompagnavano Florio si scambiarono dei complimenti.

Il suo gruppo entrò nel suo albergo, il personale gestionale regionale della BNL, il sig. Guadagnini, il sig. Biginelli, ed altri si accomiatarono da me per tornare a casa ed io rientrai al mio albergo.

Tale era il modo delle nostre discussioni per quanto riguarda le operazioni di credito di tutti i tipi. Al mio ritorno ad Atlanta ho informato le parti più interessate, Raffaele Galiano e Paul von Wedel.Galiano è stato incaricato di preparare una proposta formale per Roma, mentre von Wedel è stato invitato a cominciare ad offrire i nostri servizi agli esportatori di grano degli Stati Uniti prima delle nostreriunioni con la delegazione irachena del CCC.

Il punto di questa storia è duplice:primo, darvi un'idea circa come i banchieri di BNL hanno discusso ed ottenuto verbalmente l'autorità dai superiori per quanto riguarda tutti i tipi di richieste e secondo, per comunicare a voi la conversazione specifica con cui ho ottenuto l'autorità per continuare nelle mie trattative con gli Iracheni.

Come risultò, le richieste del sig. Galiano per una approvazione formale dal gestore di zona a Roma con responsabilità per le istituzioni irachene, hanno incontrato un incoraggiamento positivo.

Le osservazioni del sig. Galiano per quanto riguarda la condizione della nostra richiesta convenzionale suggerivano che tutto stava andando come previsto.Il gestore di zona ha segnalato le conversazioni che ha avuto con il Dott. Florio che da allora era tornato a Roma indicando che tutto era in ordine, poichè il Dr.Florio ed io concordavamo e quindi, anche se ancora non avevamo ricevuto l'approvazione "certificata dal Consiglio", tutto sembrava in pista ed abbiamo continuato di conseguenza a negoziare con gli Iracheni, che allora erano in Washington, DC.

Dopo la conclusione delle nostre trattative con gli Iracheni, ricordo di aver parlato col sig. Guadagnini a New York al telefono per fargli sapere del nostro successo a Washington e che avevamo progettato di vendere i prestiti iracheni CCC inevasi a parecchie banche che cercavano di partecipare.

Circa un mese più tardi, il sig. Galiano si è avvicinato nel mio ufficio ed ha indicato che la BNL di Roma " stava facendo ritardare " la proposta per quanto riguarda i prestiti iracheni CCC, ma che non dovevo essere allarmato, era solamente " un altro caso del loro lento modo procedurale. "Non vi erano indicazioni che il Dott. Florio stesse cambiando idea.Quindi, abbiamo continuato come di consueto e, data la riuscita delle nostre trattative, mi sono preparato per la mia prima visita a Bagdad, con l'approvazione del sig. Guadagnini e con la piena consapevolezza del sig. Biginelli (Biginelli era allora il direttore della filiale di Londra elo incontrai là appena prima della mia partenza per Bagdad).

Era soltanto al mio ritorno dall'Iraq che ho capito che c'era un problema con la nostra proposta e mi venne espresso più o meno con queste parole: " Sì, so che il Dott. Florio vi ha detto di continuare, ma apparentemente nelle parecchie settimane passate ha dovuto temporaneamente cessare l'attività di prestito all'Iraq; ma sono sicuro che la situazione sarà di nuovo normale al più presto.Continuare pure l'affare, anche se vi dovrò trasmettere via telex un diniego per ora; sistemeremo la cosa quanto prima."

Retrospettivamente, suppongo che avrei dovuto chiamare direttamente Florio e confrontarlo con la situazione. Tuttavia supponevo che il "ritardo" effettivamente sarebbe stato provvisorio, poiché nel passato Roma aveva sempre adempiuto, anche se a volte dopo che un accreditamento verbalmente autorizzato era già stato rimborsato. Ulteriormente, ho pensato che il problema era da collegarsi al rifiuto dello stesso Dott. Florio per evitare il rischio messicano... per proteggere la sua divisione dai mestatori politici.Di conseguenza, ho dato alla cosa scarsa importanza.

Abbiamo continuato a onorare i nostri impegni, sia con gli Iracheni che con gli esportatori ed abbiamo di conseguenza registrato i prestiti nella contabilità di filiale.

Quindi, durante un incontro dei gestori internazionali di divisione a Venezia, il sig. Guadagnini mi aveva accennato che il Dott. Florio gli aveva notificato che l'esposizione della BNL Atlanta nell'Iraq era al di sopra delle concessioni di credito del CCC del primo anno nell'Iraq e che questo poteva causare dei problemi [ politici ] al Florio stesso.Di conseguenza, il sig. Guadagnini mi chiese di regolarizzare le operazioni di credito irachene non appena ritornato.

Avendo un'approvazione della quale il Dott. Florio era bene informato, ero sinceramente perplesso dalle osservazioni del Guadagnini e del Florio. Quindi, al mio ritorno ad Atlanta, ho indetto una riunione degli ufficiali locali ed ho dichiato qualcosa nel senso che Florio stava avendo difficoltà a Roma politicamente, e che si era trovato incastrato temporaneamente in un angolo per quanto riguardava l'Iraq e che aveva chiesto che " eliminassimo " per un certo tempo l'esposizione irachena sopra ai 100 milioni di dollari, per aiutarlo.Fu soltanto nel 1988 mentre si discuteva sull'argomento dell'Iraq che Ted Monaco ammise il problema che Florio aveva avuto con i prestiti della BNL all'Iraq, soltanto una parte dei quali si riferiva alla BNL di Atlanta. Anche se i prestiti iracheni della BNL di Atlanta non costituivano un problema per Florio, poiché infine avevamo scelto di rimuovere l'esposizione irachena della nostra filiale dalle registrazioni nell'ultimo giorno del mese, quindi assicurando che non gli avremmo creato dei problemi, vi erano importi considerevoli di prestiti non garantiti alla Banca di Rafidain autorizzata da Florio per le filiali italiane della BNL che gli causarono considerevole angoscia quando la nuova gestione della BNL cercò di trovare un difetto nella divisione internazionale.

La mia riunione seguente con Florio era prevista a New York in ottobre di quello stesso anno ed era mia intenzione domandare chiarimenti in materia dei prestiti iracheni della filiale di Atlanta. In quella riunione, tuttavia, Nesi e Florio sembravano inceneriti, Guadagnini era stato costretto ad annunciare le dimissioni ed il Dott. Pedde aveva preso il controllo delle riunioni, dove deplorava l'inettitudine della divisione internazionale sotto la guida del Dott. Florio, cui non era neanche permesso di esprimere dichiarazioni formali ai suoi capi.Se non mi sbaglio, era presente l'esuberante Dott. Sardelli, appena arrivato dall'Estremo-Oriente e presentato ai gestori nordamericani come il nuovo capo regionale.

L'odore di un caos controllato era nell'aria e tutti divennero schizzinosi ed estremamente prudenti sulla vicenda.Era chiaro che c'era stata una sollevazione politica alla BNL a Roma e nessun altro a Roma o nelle filiali straniere aveva capito le nuove regole con cui la banca doveva essere governata. Florio non parlò a nessuno, la base politica del Nesi ovviamente era sparita. La posizione del Pedde era ancora in qualche modo a noi incerta.Soltanto il Dott. Sardelli parlò eloquentemente dei suoi obiettivi per la rete BNL in america del nord.Era veramente un evento triste, dato che apparentemente durante la notte la gerarchia politica era cambiata e abbondavano le voci per quanto riguardava il licenziamento imminente di Florio e della sua divisione internazionale.

In quella situazione, non osai infastidire Florio con un altro problema, nonostante avessi cercato di parlare di questa cosa con lui e venni gentilmente allontanato con un commento sul fatto che la questione dei prestiti all'Iraq garantiti dalla CCC era cosa insignificante rispetto a quello che stava accadendo alla Divisione Internazionale (NDR: della BNL). Il mio dilemma appariva proprio insignificante e nello stesso momento, ero sinceramente indeciso su a chi dovessi porgere le domande in merito ai finanziamenti internazionali. Guadagnini, in una delle nostre conversazioni sulla situazione generale degli affari, aveva detto: "Après moi, le deluge" (NDR: dopo di me, il diluvio...). Florio era stato licenziato poco dopo quell'incontro, la divisione internazionale veniva cancellata dall'organico del gruppo ed il suo quartier generale, un palazzo in via Veneto a Roma, venne posto in vendita.

Una volta che Sardelli si insediò come nuovo direttore per il Nord America, non era ancora chiaro a tutti i direttori di filiale quali interessi politici egli rappresentasse, poiché era critico all'estremo nei confronti della squadra amministrativa precedente che faceva capo a Guadagnini, delle sue aperture di credito che aveva concesso e dei suoi obiettivi. D'accordo con il Dott. Pedde, apparentemente godeva a distruggere la rete internazionale della banca negli USA, in Canada e nel Messico, e derideva gli sforzi precedenti dei Sigg. Florio e Guadagnini che erano i luogotenenti di Nesi.

Ma allo stesso tempo, il Dr. Sardelli era infuriato contro il "grasso buffone" che non aveva esperienza a livello internazionale e che assumeva complici politici per alti incarichi nella rete della BNL in giro per il mondo, specialmente a New York. Lui criticava quindi apertamente la nuova amministrazione, e dopo un po' divenne evidente che non era nemmeno dalla parte dei nuovi.

Ad ogni direttore di filiale non rimaneva che di cercarsi autonomamente delle alleanze con la sede centrale di Roma per proteggere gli interessi della propria filiale. Noi ad Atlanta cercammo degli appoggi tra coloro che non erano stati defenestrati dalla banca durante la purga della Divisione Internazionale, contemporaneamente lavorammo sodo per capire gli obiettivi del Dott. Pedde e per allineare le nostre attività con i suoi progetti strategici di sviluppo.

Noterete che l'inizio del mascheramento ebbe luogo dopo che il Dott. Florio mi cambiò gli ordini relativamente all'Iraq, almeno tre mesi dopo che lui mi aveva istruito su come procedere nei confronti delle attività della filiale relative alla CCC, mentre la sua Divisione Internazionale stava crollando appresso a lui. Il procedimento iniziale non consisteva nel nascondere le informazioni alla BNL di Roma, poiché Roma era a conoscenza delle nostre reali esposizioni attraverso una varietà di fonti, non ultima delle quali era il rapporto consuntivo inviato a New York, e a Roma, ogni dieci giorni, e anche i rapporti giornalieri sugli impegni e rischi che inviavamo dalla filiale di Atlanta e che New York analizzava ogni giorno.

Una volta che Sardelli si fu insediato nella sua posizione a New York, cominciò regolarmente ad indagare sulle nostre operazioni e ci faceva giornalmente pressioni per cambiare il modo con cui l'agenzia stava operando da sei anni. Cercò di farci interrompere i rapporti con molte società di media grandezza che erano clienti storici della filiale sin dalla sua fondazione e che erano state appoggiate dalla precedente gestione, allo stesso tempo cercava di finanziare altre società di dimensioni simili. Cercò inizialmente di tagliare gli affidamenti nel settore delle materie prime e minacciava di farli andare sotto la gestione di New York, sotto la responsabilità di Albert Daiboch, un individuo che non aveva lo stesso rapporto con le società del grano che avevamo noi ad Atlanta. Cercava di limitaci il raggio di azione al sud-est degli USA, quando sapeva benissimo dei nostri rapporti con società e banche dell'Europa occidentale e centrale, del nord Africa e del Medioriente.

Nelle nostre conversazioni con i vari funzionari a Roma circa le nostre difficoltà con il Dott. Sardelli, ci venne raccomandato e consigliato di rinforzare i nostri legami con Roma, " perché il regno di Sardelli sarebbe stato breve "; e così ci orientammo verso Roma e mantenemmo Roma, piuttosto che New York, come referente delle nostre attività. Il Dott. Sardelli venne dichiarato "fuori dal giro" e diventò così necessario che noi mascherassimo i nostri rapporti a causa delle iniziative di Roma per la sostituzione del Dott. Sardelli. La sua precarietà infatti minacciava i rapporti che avevamo stabilito con gli operatori delle merci, gli industriali multinazionali, gli importatori d'oltremare e le loro istituzioni finanziarie.Di conseguenza, quando i revisori dei conti regionali della gestione vennero ad Atlanta per convertire i nostri record sui sistemi contabili di Mantec, BNL Atlanta non aveva scelta ma dovette celare completamente la nostra attività dagli occhi del sig. Sardelli, compiacendo BNL Roma, potrei aggiungere, perché così la loro responsabilità ufficiale terminava. Di più: siamo stati obbligati a fare lo stesso quando il revisore dei conti del Dott. Sardelli, Luigi Messere, venne nei nostri uffici.La documentazione che era stata alterata e/o omessa dai record della filiale non intendeva fuorviare ufficialmente Roma, ma soltanto Sardelli.

Effettivamente, i funzionari de Roma (ed in particolare il sig. Monaco) erano bene informati delle nostre attività nell'Iraq, ma anche in altri paesi.Erano informate in modo dettagliato della maggior parte delle transazioni in cui eravamo implicati, dato che avevamo ottenuto il loro consiglio in una forma o nell'altra.

Una volta avvenuta la partenza del Sardelli e che il sig. Lombardi venne assegnato come responsabile capo di zona, cominciò un flusso aperto di informazioni verso la gestione regionale e le attività della filale vennero messe in chiaro.Il sig. Lombardi, di concerto con i funzionari della BNL Roma, stava aiutandoli ancora apertamente per portare l'ordine a gran parte delle registrazioni della filiale di Atlanta e per ottenere le necessarie approvazioni convenzionali  da Roma.

Com'è noto, il sig. Monaco e la sua squadra di Roma erano a Bagdad nello stesso momento in cui, come dicemmo Paul von Wedel ed io nel 1988 e come indicato dal sig. von Wedel e da un collega del sig. Monaco, avvenne un dialogo di 20 - 30 minuti fra me e Ted Monaco separatamente dal gruppo di di von Wedel e dello stesso Sig. Monaco.In questo dialogo riservato, Monaco mi spiegò lo scopo del suo viaggio a Bagdad, che come capii doveva rinegoziare rapidamente il vecchio debito BNL - Rafidain, con in vista l'obiettivo di stabilire le nuove pratiche per le istituzioni finanziarie del governo iracheno. Ho spiegato che von Wedel ed io eravamo in Iraq per discutere gli anni precedenti del CCC e dell'attività relativa e per determinare il limite delle imminenti ripartizioni del CCC ed anche per discutere con la banca centrale irachena la sua proposta iniziale in cui BNL avrebbe fornito selettivamente strumenti finanziari per progetti alle multinazionale europee e degli Stati Uniti attive nella ricostruzione delle infrastrutture dell'Iraq.Ho dettagliato in generale il livello dell'impegno previsto da Markazi ed ho indicato che parecchie istituzioni di garanzia di prestito governativo (ECGD, Exim, Coface, Sace e Hermes) stavano tutte considerando i vari progetti che potevano potenzialmente essere intrecciati con le nostre disposizioni finanziarie. Monaco ha espresso esattamente le stesse aspirazioni e chiese che lo tenessi informato dei risultati della mia riunione a Bagdad, cosa che successivamente feci.

All'interno della filiale di Atlanta, tutti gli impiegati erano informati dei prestiti iracheni.

A Roma, i seguenti reparti erano informati dell'attività generale con l'Iraq:

A.La Divisione corrispondente delle operazioni bancarie (area finanza)  - unità responsabile dei rapporti con le istituzioni di operazioni bancarie orientali e dell'Africa centrale. 

- Gian Maria Sartoretti 

- Teodoro Monaco

- così come vari altri del loro staff.

Monaco in particolare era completamente informato del limite del prestito CCC di Atlanta, dato che nel corso degli anni a cominciare dal 1985 nelle conversazioni telefoniche era informato dei progressi dei nostri pellegrinaggi annuali del CCC a Washington. Conosceva gli importi generali che BNL Atlanta accettava di finanziare ed effettivamente mi incoraggiava a continuare, dato che ripetutamente mi indicava che presto sarebbero arrivate le approvazioni formali per le operazioni irachene.

Era informato del limite generale dei nostri impegni MTL, dato che venne informato inizialmente da me a Bagdad delle trattative di Atlanta, mi disse di sviluppare il business della ricostruzione post-guerra Iran-lraq e segnalava che anche lui stava per sviluppare le attività di prestito seguendo le stesse righe, ma che aveva parecchie transenne amministrative da superare a Roma prima di potersi impegnare a capofitto.

Abbiamo avuto colloqui normali per quanto riguardava le attività CCC e, poichè il commercio MTL si era sviluppato, le conversazioni riguardavano anche quei prestiti.

Dal 1989, Monaco stava impartendo ordini alle filiali italiane BNL affinché telefonassero all'ufficio di Atlanta direttamente per quanto riguardava i prestiti iracheni. Anche se Monaco pretende che questi riferimenti erano soltanto per il commercio collaterale in contanti, questo non è vero. Il commercio collaterale in contanti lo stava maneggiando la BNL Londra, sotto il controllo di Monaco.

B. Divisione del credito alle società multinazionali (area commerciale) unità responsabile delle 1000 più grandi società del mondo

- Ademaro Lanzara

- Carlo Salvatore

Questi funzionari monitoravano i rapporti con la clientela multinazionale della BNL di Atlanta e si incontravano periodicamente con funzionari di grado elevato delle aziende presso la BNL-Roma ed anche occasionalmente nel quartier generale delle sedi delle società.

In parecchie occasioni, i dirigenti anziani della Continental Grain and Cargill hanno incontrato i sigg. Lanzara e Salvatore ed hanno dettagliato la portata e la larghezza dei loro rapporti con la BNL di Atlanta. Si incontravano senza particolari problemi.

In un' altra occasione, il sig. Lanzara incontrò i funzionari della NESTLE' presso il quartier generale a Vevey, in Svizzera. A quel tempo, Lanzara ricevette informazioni complete per quanto riguarda le attività della BNL Atlanta, per conto della NESTLE', in Iraq. Lanzara mi chiamò poco dopo al suo ritorno per esprimere i suoi ringraziamenti a noi per aver reso il suo lavoro alla NESTLE' molto più facile... poiché avevamo stabilito efficacemente una reputazione positiva della BNL presso la NESTLE'. I prestiti alla NESTLE' non erano né MTL né CCC.

Erano crediti non garantiti ad un anno all'Iraq per facilitare l'acquisto della formula in polvere del latte per bambini e ammontavano nel complesso a più di 50 milioni di dollari. Lanzara era completamente informato di questi accreditamenti e di altri.

C. La Divisione di accreditamento (area crediti) unità responsabile dell'assegnazione di crediti ad aziende oltreoceano

- Dott. Carini

- Dott. Frattini

Come capo dell'area credito, era ruolo del Dott. Carini di ospitare le visite dei dirigenti anziani delle società multinazionali d'oltreoceano che cercavano di aggiornare la sede principale circa la loro posizione finanziaria. Così in molte occasioni, il Dott. Carini o il suo successore, il Dott. Lupo, incontravano gli stessi quadri corporativi dirigenziali che avevano incontrato i Dott.ri Lanzara e Salvatore. Anche qui, questi quadri hanno confermato la spiegazione ai funzionari dell'area credito sulla natura del loro rapporto con la BNL Atlanta, occasionalmente nella stessa riunione o pranzo cui erano presenti i funzionari dell'area commerciale.

Il Dott. Frattini, un funzionario di medio livello specificamente responsabile del portafoglio credito di Atlanta, vide le registrazioni del computer concernenti l'esposizione della filiale.

Questa esposizione è stata riportata irregolarmente, inducendo il capo del centro di controllo della sede principale ad interrogare Frattini in numerose occasioni sulle attività della sede di Atlanta. Frattini, che aveva visitato Atlanta e vi aveva passato parecchie settimane, capì che Atlanta stava usando le sue linee di credito per scopi e periodi di tempo diversi da quelli approvati formalmente da Roma.

Ciò nonostante, ha continuato ad essere uno dei forti sostenitori della sede di Atlanta.

Simili registrazioni sul computer, che provano l'esposizione di BNL Atlanta alle banche corrispondenti, sono stati rivisti ugualmente dal centro di controllo di Roma e Monaco venne interrogato sulle attività di Atlanta. Data la sua strategia parallela di supporto all'Iraq, la sua squadra lavorò con i funzionari di Atlanta per acquietare tutti i sospetti del centro di controllo.

D. Ufficio del direttore gestionale 

- Dott. Pedde

- Pietro Lombardi

Precedentemente a capo dell'area credito, il Dott. Pedde è stato nominato direttore di gestione dopo le purghe politiche iniziali del 1986 e del 1987, subito dopo che i socialisti sotto Bettino Craxi avevano perso potere nel Parlamento italiano.

Informato delle attività nascoste di Atlanta, attraverso altre fonti, egli fornì supporto illimitato alla BNL Atlanta, diventando in pratica il protettore della filiale. Occasionalmente quando ero a Roma in visita ufficiale, mi prendeva da parte per brevi periodi, esprimendomi la sua soddisfazione per il modo in cui il commercio iracheno stava progredendo e mi consigliava di continuare le nostre attività irachene, ma con un'enfasi sullo sviluppo di clienti industriali multinazionali in Europa e in Nord America.

Ogni volta che il mio nemico Dott. Sardelli di New York mi causava difficoltà a New York, egli interveniva per proteggere la filiale e le relative attività.

Discuteva con me i particolari del prestito iracheno di Atlanta, specialmente in relazione ai clienti italiani e mi chiedeva di legarmi confidenzialmente a lui come richiesto da Pietro Lombardi, l'uomo che infine sostituì il Dott. Sardelli a New York.

Mentre finanziare il portafoglio iracheno diventava un'operazione troppo onerosa per il personale di Atlanta, fu attraverso Pietro Lombardi che comunicai al Dott. Pedde la nostra incapacità di continuare il nostro prestito all'Iraq nel solito modo, dichiando che Roma doveva finanziare questa attività direttamente da Roma o da altre unità. Espressi lo stesso sentimento al sig. Ali in Iraq e dopo poco entrambi stavano proponendo lo spostamentodelle operazioni verso una sede più grande... il cuore della cinghia industriale degli Stati Uniti...Chicago.

Dopo il 4 agosto 1989, al mio ritorno immediato negli Stati Uniti, incontrai Pietro Lombardi a New York, che essenzialmente mi guardò dicendo, con l'espressione di un individuo che era stato scoperto, " che cosa facciamo ora?"

In quella la stessa riunione, il sig. Carlo Vecchi, gestore di filiale a New York e capo delle operazioni di tesoreria per l'america del nord, disse " sapevamo tutto di quello che stavate facendo ad Atlanta." Non ero informato fino ad allora che anche quei funzionari a New York erano egualmente informati sulle attività di Atlanta.

Mentre i funzionari di Roma erano informati delle mie attività ed in qualche modo erano in relazione con Bagdad, mi sembrava che i funzionari di filiale del Dott. Sardelli e di New York fossero nell'oscurità. Ora mi rendevo conto del contrario.

E. Gestione regionale di New York

- Carlo Vecchi

- Quirino di Mano

- vari funzionari della divisione di controllo

Anche se Atlanta faceva attenzione a non diffondere le informazioni, all'area del Dott. Sardelli, sulle attività di BNL Atlanta (da cui l'esigenza della contabilità nascosta) eravamo informati che le attività di Atlanta nei mercati monetari potevano arrivare all'attenzione della divisione di tesoreria di New York ed effettivamente, i nostri movimenti sul mercato fecero arrabbiare i trader della BNL di New York. Data l'esigenza della nostra filiale di importi notevoli di fondi monetari, comprimevamo regolarmente New York, con i suoi 7 miliardi di dollari di portafoglio, nei mercati monetari. Vecchi ed il suo senior trader, Rino di Mano, ci chiamava in varie occasioni per chiederci perché, con soli 750 milioni di dollari di portafoglio, compravamo importi molto maggiori.

4. AVETE QUALCHE RAGIONE PER PENSARE CHE QUALCHE PARTE DEI GOVERNI DEGLI STATI UNITI, ITALIANI, O DEL REGNO UNITO, FOSSE INFORMATA DEI PRESTITI MTL O CCC ALL'IRAQ PRIMA DELLA ISPEZIONE IN BNL DEL 4 AGOSTO 1989?

Penso che tutti e tre i paesi, gli Stati Uniti, l'Italia e la Gran Bretagna, fossero informati dei prestiti estesi dall'agenzia di Atlanta della BNL. Prima di tutto ne sono a conoscenza dai rapporti forniti da Paul Henderson e per via delle cause in Gran Bretagna contro di lui ed altri, che al MI5 e al MI6 venivano fornite copie di tutti i documenti concernenti i nostri prestiti alla Matrix Churchill. Inoltre, venni informato dai sigg. Ali e Habobi che c'erano parecchi individui nell'organizzazione Matrix Churchill, con contatti con l'intelligence britannica e che l'autista del sig. Habobi era un osservatore delle attività di TDG per conto dei servizi inglesi. Questi fatti non sembrarono importunarli, come già ho testimoniato precedentemente. Quando ho fatto presente al sig. Ali che figure dell'intelligence USA comparivano nell'ombra del portafoglio clienti della BNL-Atlanta, lui ha scrollato le spalle, mi ha guardato come se fossi scemo e mi ha dichiato che l'Iraq e gli Stati Uniti lavoravano di concerto assieme. Quindi non capì la mia espressione sorpresa.

Inoltre, in una breve conversazione con l'autista del sig. Habobi, quando mi venne a prendere ad un ristorante o al mio hotel, l'autista mi ha dichiato che precedentemente aveva lavorato per l'esercito britannico e, anche se pensionato, era ancora coinvolto con i militari britannici in virtù della sua attuale posizione. Parlava apertamente con me come se anche io avessi un collegamento con l'intelligence occidentale, cosa che mi sembrò curiosa. Il mio punto di vista generale dopo molti di tali incontri e discussioni, è che i servizi iracheni, italiani, britannici e statunitensi erano a conoscenza dell'attività di BNL Atlanta e anche l'appoggiavano. In più, in base alle mie riunioni con vari dei nostri clienti tedeschi coinvolti nei prestiti MTL, ho notato che anche i servizi tedeschi si tenevano aggiornati sugli affari di BNL Atlanta, ma che non c'era scambio di informazioni con i servizi degli altri paesi, al contrario di quanto avveniva tra quelli menzionati prima.

Quanto agli Stati Uniti, ho concluso che dovevano essere informati delle nostre attività. Ovviamente i nostri prestiti alla Russia e all'Iraq, molti dei quali effetuati via telex e telefono, dovevano essere argomento di intercettazione da parte delle autorità degli Stati Uniti.In più, i funzionari USDA, che ricevevano le copie di tutta la documentazione, dovrebbero essere a conoscenza dell'esposizione considerevole di BNL dovuta all'Iraq. Il Commerce Department egualmente ha partecipato alle trattative annuali per le ripartizioni del CCC a Washington, alle quali anch'io ho partecipato. Credo che il Commerce Department egualmente sia stato informato in conseguenza alle domande di autorizzazione all'esportazione richieste per queste esportazioni. Inoltre, la consapevolezza dei funzionari degli Stati Uniti nell'Iraq della mia presenza, così come quanto detto da Wafai Dejani, mi ha condotto a concludere che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti ed altri funzionari degli Stati Uniti erano informati sulle nostre attività di prestito.

È mia convinzione che molte delle aziende che fanno commercio con l'Iraq nel quadro del programma dei prestiti MTL hanno avute rapporti con i servizi di intelligence. Fra queste aziende, vi erano: Lummus Crest, Bechtel, Hewlett Packard ecc. Sono egualmente informato sul fatto che William Muscarella della "XYZ Options" è stato visitato da funzionari del CIA in relazione alle sue attività per costruire una fabbrica di carburo in Iraq. Naturalmente, il comitato sa già dei nomi come quelli di Dale Toler, Chap Chandler e Charles Chidiac, tutti che si presentavano come connessi con i servizi di intelligence USA e che volevano fare affari all'interno del programma MTL.

5.PENSATE CHE I BENI COMPRATI DALL'IRAQ CON PRESTITI GARANTITI CCC FURONO CONSEGNATI PER STRUTTURE MILITARI?

Non avevo consapevolezza al tempo degli eventi che ci potessero essere diversioni. Non è certamente inconcepibile che questo stesse accadendo. Successivamente ho appreso che un funzionario esecutivo di BNL in Italia ha riconosciuto che tali attività stavano avvenendo.

6. QUAL'È LA VOSTRA CONOSCENZA DEL RAPPORTO DI BNL CON LO STUDIO KISSINGER? AVEVATE CONTATTO CON LA KISSINGER ASSOCIATES? VOI O CHIUNQUE ALTRO IN BNL AVETE MAI DISCUSSO PRESTITI MTL O CCC ALL'IRAQ CON LA KISSINGER ASSOCIATES?

La mia iniziale consapevolezza della partecipazione dei soci di Kissinger in queste faccende è cominciata quando abbiamo iniziato il nostro rapporto con LBS. Mentre il tempo passava mi accorgevo che la Kissinger Associates era partecipante in molti dei prestiti che avvenivano. Per esempio, Wafai Dejani mi disse che Henry Kissinger era l'architetto di questi prestiti che riguardavano la politica estera degli Stati Uniti. Avevo assistito ad un discorso del sig. Kissinger a Venezia rivolto ai gestori internazionali di BNL ed avevo appreso del suo rapporto come membro del comitato consultivo internazionale della BNL. Egualmente ho appreso da conversazioni con funzionari LBS che Lawrence Eagleburger era associato con la Kissinger Associates, che apparentemente si affidava a lui per svolgere molti incarichi per loro conto. Inoltre, ero informato dei viaggi di Alan Stoga della Kissinger Associates in visita agli Iracheni. Queste ultime informazioni derivano da individui connessi con l'Iraqi-American Business Forum, che mi aveva informato che parecchi funzionari della Kissinger Associates avevano viaggiato in Iraq per sviluppare rapporti di affari per loro clienti.

7.FORNIRE PREGO OSSERVAZIONI SULLA GESTIONE DEL MINISTERO DI GIUSTIZIA DELL'INDAGINE BNL. PERCHÈ AVETE ABBANDONATO IL VOSTRO ACCORDO ORIGINALE CON IL MINISTERO DI GIUSTIZIA? AVETE OSSERVAZIONI SUL RAPPORTO DEL GIUDICE LACEY SULLA BNL?

Nel 1992 io ho tentato di cooperare con l'ufficio dell'avvocatura degli Stati Uniti dopo esserni dichiarato colpevole. Alcuni hanno chiesto perché mi sono dichiarato colpevole nel 1992 se non ero effettivamente colpevole. C'è una spiegazione molto semplice. Ero stato imprigionato senza possibilità di libertà su cauzione nel mese di aprile del 1992. Ero stato affidato ad una difesa federale d'ufficio in un caso molto complicato poiché non avevo più beni e dovevo ai miei consulenti legali precedenti diverse centinaia di migliaia di dollari.La mia difesa federale non era capace di capire il caso, avendo detto a me dopo mesi di udienze, " che cosa è una lettera di credito?" Ritenendo probabile in quelle circostanze che potevo essere condannato e che avrei dovuto affrontare una lunga detenzione, ho accettato la richiesta del legale di dichiararmi colpevole.

Ho ritirato la mia richiesta originale perché ho creduto di essere statoingannato dal governo. Di nuovo, dall'inizio di questo avvenimento, ero stato condotto a credere dagli Iracheni e da BNL che non ci fossero accuse criminali contro di me. Mi avevano assicurato che sarebbero state mosse accuse per violazione dei regolamenti da parte della banca, ma che non dovevo preoccuparmi perché non sarei finito in galera. Quando il legale d'ufficio mi persuase a dichiararmi colpevole, ero sotto l'impressione che se cooperavo con il governo, avrei ricevuto un trattamento migliore per loro intercessione. Tuttavia, gli avvocati del governo non hanno fornito una tale lettera e hanno invece cercato di farmi incarcerare a vita. Fu allora che i miei nuovi consulenti legali mi dissero di ritirare la mia richiesta.

Ma per la persistenza del sig. Bobby Lee Cook e gli sforzi del giudice Marvin Shoob, che portarono alla scoperta dei documenti della CIA, sarei dovuto essere condannato alla prigione nel settembre 1992. La rivelazione dei materiali giustificativi, portò il governo a concordare per consentire un ritiro della mia richiesta. Vale la pena di notare che gli sforzi del sig. Simels portarono alla ulteriore rivelazione che c'erano materiali giustificativi supplementari in possesso del governo, che includevano le ammissioni di Paul Henderson all'avvocato del governo prima della mia condanna.

I miei sforzi di cooperazione con l'ufficio dell'avvocatura degli Stati Uniti vennero frustrati dalla loro continua mancanza di volontà nel permettere che io dicessi loro la verità. Mi ponevano una domanda e quando cominciavo a rispondere in un modo che si discostava dal loro teorema, o dicevano che non gli interessava oppure che mentivo. Il mio avvocato di allora mi chiamò fuori dalla stanza e mi ammonì di dire solo quello che loro volevano sentire, così avrei potuto ottenere da loro una lettera con richiesta di clemenza per il mio caso. Alla fine ho accettato questa premessa e mi sono limitato a rispondere:"Sì, avete ragione voi."

Era evidente che la squadra governativa che indagava sul caso era legata ad un particolare teorema, in parte perché non avevano mai consultato i documenti più importanti che erano in Banca. Nel  corso dell'interrogatorio ho appreso che King & Spalding, aveva limitato il suo accesso ai documenti della Banca e che le pratiche più importanti le avevano tenute in custodia loro. Ogni volta che cercavo di spiegare una cosa facendo riferimento ad un particolare documento, mi dicevano che non lo avevano presso i loro uffici. Dovevano andare da King & Spalding per richiederlo ed ottenerlo. Purtroppo, fu solo dopo che afffidai la mia difesa al Signor Simels che egli fu capace di obbligare King & Spalding a fornire tali documenti a me per consultarli. Nonostante che le pratiche erano state "aggiustate" nel 1989, fui capace di ricostruire alcune delle prove più significative che dimostravano la consapevolezza di BNL riguardo alle mie attività. 

Posso solo dichiare che sono rimasto deluso quando ho letto il rapporto del giudice Lacey. Nessuno potrebbero apprezzare la complessità di questa materia nel breve periodo che egli ha utilizzato per la conduzione dell'indagine. Certamente non ha cercato od ottenuto i documenti essenziali per la comprensione di questa materia. Il suo rifiuto di accettare la premessa che il Ministero di Giustizia ed altre agenzie statunitensi hanno cercato di nascondere la verità, è per me un fatto inaudito. Credo che tutti gli impiegati della BNL-Atlanta, che sono stati intervistati dal gruppo di esperti originale della BNL, vi abbiano detto che in qualunque momento hanno tentato di implicare la BNL si sono sentiti dire che non stavano dicendo la verità, o che avevano cambito argomento. Inoltre, credo che i funzionari del Ministero di Giustizia interrogati dal Giudice Lacey avevano tutti i buoni motivi per proteggere loro stessi nelle dichiarazioni che gli rendevano. Inoltre credo che se il Giudice Lacey avesse seguito le informazioni fornite dal presidente Gonzalez e dal presidente Rose, non avrebbe potuto giungere alle conclusioni cui è giunto.

8.PUO' COMMENTARE SULL'USO DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO DELLA BNL-Atlanta PER FINANZIARE LA VENDITA DI MATERIALE MILITARE TIPO MISSILI SIDEWINDER ED ELICOTTERI D'ATTACCO?

L'uso di BNL Atlanta per finanziare i missili Sidewinder non era per me una sorpresa. Era una delle parecchie transazioni passate attraverso la BNL Atlanta da parte dei militari italiani. Mentre le istruzioni concernenti la merce erano spesso criptiche, potevo tuttavia capirne il significato. Effettivamente, la descrizione iniziale degli acquisti di Sidewinder non si riferiva al prodotto che veniva in realtà comprato. Fu solo dopo parecchie comunicazioni che divenni cosciente del fatto che l'acquisto riguardava i missili Sidewinder. Inizialmente credevo che quegli acquisti...

[la copia trasmessa dal Banking Committee finisce qui]

Testimony of Christopher Drogoul

My name is Christopher Drogoul. I want to thank the committee for the opportunity to appear here today. I have been hopeful for over four years that I might get an opportunity to speak the truth concerning this matter, and although I had intended to do so at my trial, I will do my best to be forthright and complete in this appearance.

 I was the manager of the Atlanta agency of Banca Nazionale Del Lavoro from 1984 until August, 1989. Although I managed the bank in accordance with my instructions from my superiors in Rome, when criminal charges were being considered in connection with the activities of that branch, the bank took the position that it was a victim of the actions of the Atlanta agency.

 At the time of the search I was in France on vacation. After learning of the search I returned to the United States to deal with the potential problems which might arise. Prior to my return I met with representatives of the Iraqi Central Bank, who assured me that I should not be concerned. It had been their position to me over several years that the lending between the Atlanta agency and their bank was known to the United States, and that any irregularities would be resolved with a fine against the Bank. I was also assured by my knowledge that the General Director and other high officials of BNL knew of my activities that I would not be in harm's way by my return.

 After the search of the Bank in August, I became aware that the investigation by the United States Attorney's Office in Atlanta was focused on my staff and myself. It was always been my view that the political power of the United States and Italy reached right down to the US Attorney's Office in Atlanta to ensure that only those associated with the Atlanta agency suffered the consequences of the revelation surrounding the search of the agency in 1989, while I do not know whether Alan Greenspan's personal visit to Atlanta shortly after the search, or the subsequent direct contact by the Bush White House solely contributed to the bias by the lead prosecutor in Atlanta towards the investigation, it certainly had an impact.

 The search revealed that the Atlanta agency had been funding a number of countries, Iran, Russia, and Iraq in part through the use of what some have called the grey book. While some might view that activity as reflecting criminal conduct, it was not. The need to hide from some officials, particularly Mr. Sardelli in New York, our activities led to this record keeping process. With the removal of Mr. Sardelli in the Spring of 1989, we had commenced to remove all grey book entries and to place all our activities on the books. The search prevented this from occurring. I am aware that this process could have prevented the State and Federal Banking authorities from learning the full nature of our lending. However, if any legitimate audit had been conducted the full scope of our lending would have been easily uncovered. It was never our intention to mislead the United States Banking authorities from knowing the extent of our activities. Instead, I acted to carry out the objectives of BNL and the Italian government, and that I believed were also the objectives of the United States, in my interaction with Iraq, Russia, and Iran.

 Having been confined to a prison cell since April 1992 stripped of all my assets, and compelled to have my wife and four children suffer the indignity of having to live on welfare, I have had a great deal of time to consider the events of the period between 1984 and 1991 when I was indicted in a 347 count indictment.

 It is my view that the local US Attorney's office was overwhelmed by political pressure by the United States and Italy, by the law firm of King and Spalding, and the lack of a competent staff to properly investigate and understand what had occurred.

 To begin to understand the Atlanta agency one must understand who Banca Nazionale Del Lavoro is, their political relationship to the Italian government, and how Italy itself conducts its business affairs. The perennial corruption, and the utilization by its politicians of entities, such as BNL, to further their own pecuniary interests, is self-evident. Whether the activities of BNL/Atlanta enriched any Italian political group I do not know but it is certainly likely. I do not intend to engage in a long winded explanation of Italy, but I would be glad to answer any questions in this regard that the committee may have.

 I am certainly disappointed, but not surprised that Mr. Pedde, and the others at BNL who encouraged and endorsed my actions at the Atlanta agency, have taken a position that I acted without authority. I am not so unsophisticated not to realize in this international drama that I am an insignificant figure, who can be sacrificed in the interests of major governments. I was aware at all time that the policy of BNL was to further the foreign policy concerns of both the US and Italy.

 As I am sure the committee is aware, following my counsel's subpoenas to former President Bush and other officials of his administration, the government approached us about a plea to end this matter. Recognizing that my trial would be postponed to 1994, and my concern over the fate of my wife and my four children I agreed to a plea which would end this nightmare. I will now attempt to answer certain questions posed by the Committee in its request for me to appear.

1. WHAT WERE YOUR DUTIES AT BNL?

 To answer this question properly requires that one understand the basis upon which I was originally hired, and my banking background at Barclays. Originally hired in December 1981 as an assistant vice president and junior lending officer, I was promoted to vice president and lending officer sometime in mid 1982, and in mid 1984 was appointed acting manager of the Atlanta branch. In March 1985, my position as manager was formalized by Professor Bignardi.

 I have often asked myself why someone with little lending experience and no managerial experience was appointed to the position of manager at BNL Atlanta, but it is clear that I was the only presentable individual available for the job, since the competent Italians shied away from taking the Atlanta stewardship, and there were no Americans in the organization who were available to be appointed at that time. I thus received the position by default.

 Officially, the duties of branch manager are administrative; i.e. to ensure the smooth functioning and appropriate development of the branch's activities in its designated nine state business development territory (which included Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia, Alabama, Mississippi, Tennessee, Kentucky and West Virginia).

 However, since the branch was constituted with a small capital base of USD 2.000.000, sufficient personnel to properly operate the branch were not hired. Thus employees filled multiple functions: The manager was also a business development officer, a business development officer was also the credit manager, the support trader was also a business development officer, the letter of credit administrator was also a business development officer, the operations officer acted as the comptroller, etc.

 In reality, BNL Atlanta was never truly conceived of or managed as a branch. It was instead considered to be a quasi autonomous business development office.

 Moreover, whereas every other branch in the United States operated within its established geographic territory, BNL Atlanta historically operated throughout the United States, and eventually throughout the world. It was common knowledge throughout the BNL system that BNL Atlanta officials traveled in other branches territories, and developed business in those geographic zones for the benefit of BNL Atlanta, that local branch, and the head office.

 Thus, when BNL Atlanta traveled to Geneva to develop commodity business with the international grain traders based there, it was common for BNL Atlanta officers to find a way to develop business for the Geneva branch as well. Since most of the Atlanta branch's business involved head office banking relationships with the central banks and the principal commercial banking institutions in Eastern Europe, the Middle East and North Africa, it was common for Atlanta officers to use meetings with those institutions as forums to develop opportunities for the correspondent banking division at the head office.

 Ted Monaco's statement to the effect that he was not alarmed at seeing me in Baghdad is in a sense true, for all BNL knew that Atlanta roamed the globe in search of business (in that case though, Monaco also knew that Sardelli had limited our travel to areas inside Atlanta's assigned geographic territory).

 To summarize my duties therefore, I would say that officially I was the senior administrator of the Atlanta office, but in reality I was a senior business development officer of the bank based in Atlanta responsible for developing much of the bank's multi-national business.

 Indeed, my general manager, Dr. Pedde, repeatedly emphasized to me the need to develop strong ties to European and U.S. multinational corporations for the bank. Dr. Pedde eventually issued a dictum stating that officers responsible for the development of assigned business should travel to develop such business, rather than head office officials.

2. HOW WOULD I DESCRIBE THE PERFORMANCE AND QUALITY OF THE VARIOUS EXAMINERS ASSIGNED TO AUDIT THE BANK?

 It is inaccurate to consider the "visits" by the Federal Reserve Bank, the State Banking Department, and Peat Marwick to be true audits of the branch's records, for they were not. This statement is not intended to insult any supervisory agency. Simply stated, the established parameters of those entities audits did not call for a comprehensive audit.

 The task of the Fed was simply to confirm that the State of Georgia audit revealed no major problems, and thus their audit of BNL Atlanta usually consisted of a one or two day review of the State of Georgia' preliminary results, followed by a cup of espresso in the manager's office.

 The State of Georgia inspectors examined credit folders to determine whether there was an inherent risk in lending to a particular company, financial institution, or country, without any thorough confirmation of the details reported on the branch records. The role of the State examination was not designed to verify the branch's records. That responsibility rested on the shoulders of the bank's internal team of inspectors .

 The Peat Marwick examination was nothing more than an exercise to place an independent auditor's imprimatur on the branch's year end results, and their audit consisted of a verification of the assets and liabilities recorded on the branch's books at the close of the financial year, without any examination of the underlying records. By the third or fourth year of such a review, the procedure became so banal that neither KMPG nor BNL Atlanta considered the audit to anything more than an exercise in protocol.

 The audit performed by BNL's internal auditors was comprehensive and thorough. Had it not been "tamed," all the branch's activities would have been revealed, regardless of any attempts on the part of BNL Atlanta's staff to conceal those activities from the internal auditors. The Morgan transfer records were never examined thoroughly, the Rafidain and Central Bank of Iraq's records were never reviewed, the amount of funding received from the interbank market never examined except on a cursory basis, and on and on. I considered the internal auditors omissions to be intentional oversights the first time, and concluded by the second audit that there would not be any wholesale unearthing of Atlanta's Iraqi relationship by BNL's audit team.

 Having made this statement, though, I recall many conversations with bankers from New York, who were subjected to numerous state and federal agency audits. They all discussed the thoroughness of the New York audits, so perhaps the Atlanta auditors simply viewed their responsibilities differently.

 I do not personally believe that the activities of the Atlanta office could ever have developed in New York. It would almost seem that the environment for BNL Atlanta's was perfect.

3. TO WHAT EXTENT DID BNL NEW YORK AND BNL ROME OFFICIALS KNOW ABOUT THE CCC OR MTL CREDITS FOR IRAQ?

 It is important to understand that in most instances approvals to extend credit or to engage in a transaction came in verbal form, either through BNL's regional management in New York, or directly by telephone from BNL Rome.

 In a conversation with Dr. Florio during and after a dinner meeting in New York, we were discussing the salubrious impact upon the branch that the CCC program had the previous fiscal year. In particular, we were discussing the prior year's approvals for the extension of credit to Mexico and Iraq, and I had indicated that given the low level of risk associated with these transactions, we at BNL Atlanta wished to continue our CCC lending to those same countries, as well as to others. I had mentioned to Dr. Florio that the CCC had recently accorded significant guarantees to Mexico and Iraq for the U.S. government's new fiscal year, and on this occasion I specifically sought his verbal approbation to lend anew to those countries. His reply, which I remember quite distinctly, was that although he too saw little risk in lending under CCC, the International Division of BNL, and he especially, were under pressure from political forces, at that time unknown to me, which would use any increased lending activities to Mexico as a weapon against the Division, since the New York Branch has in years past lent substantially to the Mexican public and private economic sectors, both of which were embarrassingly delinquent in paying their loans.

 Here I note that BNL Rome officials informed me well afterward that an impending new BNL administration, which sought to abolish Dr. Florio's International Division on the grounds that it was spending too many of the Bank's resources and not generating sufficient profits, was seeking to use any of the International Division's weaknesses to dismiss Dr. Florio. Hence his trepidation to engage in further Mexican lending.

 On the subject of Iraq, he evinced no particular objection to further lending commitments toward Iraq under the CCC program, and inquired about my specific intents. I duly noted that BNL Atlanta had not been successful in obtaining full utilization of our facility in favor of Rafidain Bank, and that we needed to offer a considerably larger facility than that of the previous year in order not to be squeezed out by the banks involved the prior year.

 At this point Dr. Florio sought assurance that the risk was as it had been represented by the CCC. I assured him that in reality the CCC ensured that on all defaults the borrowing bank would make arrangements to reimburse the lending bank (BNL, in other words) for those amounts not covered by the CCC guarantee, usually by arranging for the borrowing institution to remit the unguaranteed differential at the time of the CCC's debt rescheduling at the Paris Club.

 Having understood the mechanism by which the lending institutions would be "made whole," Dr. Florio then specifically requested from me the amount which I thought would be appropriate for BNL to extend to Iraq. I noted that the anticipated allocation by the CCC to Iraq would be in the area of $550 million, and that we should be prepared to extend an offer to finance about one-half the total amount, in order to insure utilization of our facility, and in order to have opportunities to develop relations with the U.S. exporters shipping commodities. I also mentioned that we might wish to underwrite the entire facility and share the business with one or two institutions of our choosing, although at the time I had nothing formal in mind.

 He ruminated on the matter for about one minute and a half, and as we approached his hotel after leaving the restaurant, he said, "Alright, go ahead with Iraq, but keep away from Mexico for the time being." The entourage accompanying Dr. Florio exchanged courtesies.

 His group entered his hotel, BNL regional management staff (Mr. Guadagnini, Mr. Biginelli, et al. parted company with me to return to their homes, and I returned to my hotel.

 Such was the manner of our discussions regarding credit facilities of all sorts. Upon my return to Atlanta I notified those parties concerned, most notably Raffaele Galiano and Paul von Wedel. Galiano was instructed to prepare a formal proposal to Rome, whereas von Wedel was requested to begin marketing our services to the U.S. grain exporters in advance of our meetings with the Iraqi CCC delegation.

 The point of this story is twofold: one, to give you an idea about how BNL bankers discussed and obtained verbal authority from superiors regarding all sorts of requests, and two, in order to impart to you the specific conversation in which I obtained authority to proceed in my negotiations with the Iraqis.

 As it turned out, Mr. Galiano's requests for formal approval from the area manager in Rome with responsibility for Iraqi institutions met with positive encouragement.

 Mr. Galiano's comments regarding the status of our formal request suggested that all was proceeding as planned. The area manager reported conversations he had with Dr. Florio who had by then returned to Rome indicating that all was in order, as Dr.Florio and I had agreed, and therefore, even though we had not yet received 'board certified' approval, everything seemed on track, and we accordingly proceeded to negotiate with the Iraqis, who by then were in Washington, D.C.

 After the conclusion of our negotiations with the Iraqis, I recall having spoken to Mr. Guadagnini in New York over the phone to let him know of our success in Washington, and that we planned to sell unwanted CCC Iraqi loans to several banks seeking to participate.

 Approximately one month later, Mr. Galiano approached me in my office and indicated that BNL Rome would be "delaying" the proposal regarding the CCC Iraqi loans, but that I should not be alarmed, it was just "another instance of their slow procedural manner." There was no indication that Dr. Florio was changing his mind. Instead, we proceeded as usual, and, given the successful conclusion of our negotiations, I prepared for my first visit to Baghdad, with Mr. Guadagnini's approval, and with Mr. Biginelli's complete awareness (Biginelli was by then the London branch manager, and I visited with him there just prior to my departure for Baghdad).

 It was only upon my return from Iraq that I understood there was a problem with our proposed facility, and it was expressed to me more or less in these words: "Yes, I know that Dr. Florio told you to proceed, but apparently in the past several weeks he has had temporarily to cease lending activity to Iraq; but I'm sure the situation will be back to normal soon. Continue about your business, even though I have or will be send you a telex declining approval of your facility for the time. We'll work it out soon."

 In hindsight, I suppose that I should have called Florio directly and confronted him with the situation. Yet I assumed that the "delay" would indeed be temporary, since in the past Rome had always delivered, although sometimes well after a verbally authorized credit had been repaid. Additionally, I thought the problem to be linked to the same reason Dr. Florio sought to avoid Mexican risk... to protect his division against political swashbucklers. As a result, I gave the matter only momentary thought.

 We continued to honor our commitments, both to the Iraqis and to the exporters, and reflected the loans accordingly on the branch's records.

 Then, while at an International Division managers meeting in Venice, Mr. Guadagnini mentioned to me that Dr. Florio had noted to him that BNL Atlanta's exposure to Iraq was in excess of the first year's CCC credit line to Iraq, and it might cause [political] problems for Florio. Accordingly, Mr. Guadagnini asked that I regularize the Iraqi credit line as soon as I returned.

 Having had an approval of which Dr. Florio was well aware, I was genuinely perplexed by Florio's and Guadagnini's comments. Thus, upon my return to Atlanta, I called a meeting of the local officers and stated something to the effect that Florio was having difficulties in Rome politically, had found himself boxed into a corner temporarily regarding Iraq, and had asked that we "eliminate" for a time the Iraqi exposure above $ 100 million, to help him. It was only in 1988 while discussing the matter of Iraq that Ted Monaco admitted the problem Florio had with BNL's loans to Iraq, only a part of which related to BNL Atlanta. Although BNL Atlanta's Iraqi loans did not constitute a problem for Florio, since ultimately we had elected to remove our branch's Iraqi exposure from the records on the last day of the month, thereby insuring he would have no problems from us, there were sizable amounts of unsecured loans to Rafidain Bank authorized by Florio for BNL's Italian branches which caused him considerable anguish when the new BNL administration sought to find fault with the International Division.

 My next meeting with Florio was scheduled to be in New York in October of that same year, and it was my intention to seek clarification on the matter of Atlanta's Iraqi loans. At that meeting, however, Nesi and Florio appeared ashen, Guadagnini had been forced to announce his resignation, and Dr. Pedde had taken control of the meetings, where he lamented the ineptitude of the International Division under the guidance of Dr. Florio, who was not even allowed to utter any formal statement to his managers. If I am not mistaken, the ever ebullient Dr. Sardelli was present, having flown in from the far east to be introduced to the North American managers as the new regional manager.

 The odor of controlled chaos was in the air, and all parties became skittish and extremely cautious around each other. It was clear there had been political upheaval at BNL Rome, and no one either in Rome or at the foreign branches understood the new rules by which the bank was to be operated. Florio spoke to no one, Nesi's political base had obviously disappeared. Pedde's position was still somewhat uncertain to us. Only Dr. Sardelli spoke eloquently about his goals for the BNL network in North America. It was truly a somber event, for seemingly overnight the political hierarchy changed and rumors abounded regarding the imminent demise of Florio and his international division.

 In this environment, I did not dare burden Florio with another problem, although I did make an effort to discuss the matter with him, and was politely rebuffed with a comment to the effect that the issue of CCC guaranteed loans to Iraq was insignificant in the face of what loomed ahead for the International Division. My dilemma appeared rather insignificant and at the same time, I was genuinely uncertain to whom I was to direct my questions regarding my international lendings. Guadagnini, in one of my conversations with him about the general state of affairs, acknowledged "apres moi, le deluge." Florio was dismissed soon after this meeting, the International Division was erased from the corporate organization chart, and its headquarters palazzo across from BNL's headquarters on Via Veneto put up for sale.

 Once Sardelli was installed as the new North American Regional Manager, it was quite unclear to all branch managers whose political interests Sardelli represented, for he was critical in the extreme about Mr. Guadagnini's prior management team, its lending and administrative practices, and its objectives. In concert with Dr. Pedde, he seemingly delighted in deconstructing Professor Nesi's international network in the U.S., Canada, and Mexico, and deriding the previous efforts of messrs. Florio and Guadagnini who were acknowledged Nesi lieutenants.

 Yet at the same time Dr. Sardelli raged about the "fat buffoon" who had no international experience and who appointed political cronies to positions of importance in the BNL network throughout the world, and particularly in New York. He openly criticized the new administration, and after a time it became obvious that he was not one of their men either.

 It remained therefore up to each branch manager to seek his own alliances with BNL Rome in order to protect his branch's interests. We in Atlanta solidified our ties directly to those individuals who were not ejected from the bank in the purge of the International Division, and simultaneously worked hard to understand Dr. Pedde's objectives and align our activities with his developing strategic designs.

 You will note that the initialization of concealment occurred after Dr. Florio changed his directive to me regarding Iraq, at least three months after he had instructed me to proceed with the branch's CCC activities there, as his International Division was collapsing about him. The initial process was not designed to withhold information from BNL Rome, for Rome was aware of our true exposure from a variety of sources, not the least of which was the asset report sent to New York, and to Rome, every ten days, and from the daily asset and liability reports for the Atlanta branch which New York examined daily.

 Once Mr. Sardelli settled into his position in New York, he regularly poked and probed at our operations, and put pressure on us daily to alter the manner in which the branch has operated for the previous six years. He attempted to have us cease relations with many mid size companies that had been established customers of BNL Atlanta since the branch's inception, and originally promoted by the previous regional management officials, yet he sought for us to lend to new companies of similar size. He attempted initially to curtail our commodity lending activities, and threatened to move them to BNL New York, under the responsibility of Albert Daiboch, an individual who did not share the same rapport with the grain companies as Atlanta's commodity officials. He sought to limit our travel to the southeastern U.S., when he was plainly aware from existing documentation that we maintained relations with corporations and banking institutions nationwide, in western and central Europe, North Africa and the Middle East.

 In our conversations with various officials in Rome about our difficulties with Dr. Sardelli, we were advised and encouraged to strengthen our ties to Rome, "for Sardelli's reign will be short"; and so we oriented ourselves towards Rome, and kept Rome, rather than New York abreast of our activities. Dr. Sardelli was declared 'out of the loop' and it thus became necessary for us to mask our relations from Dr. Sardelli pending Rome's initiatives to replace him, for his volatility only jeopardized the relations we had established with the commodity merchants, the industrial multinationals, the overseas importers, and heir financial institutions. Accordingly, when the regional management auditors came to Atlanta to convert our records onto the Mantec accounting systems, BNL Atlanta had no choice but to conceal our complete activity from the eyes of Mr. Sardelli, much to the delight of BNL Rome, I might add, for now their official responsibility ended. Additionally, we were obliged to do the same when Dr. Sardelli's auditor, Luigi Messere, came to our offices. Documentation which was altered and/or omitted from the branch's records was not intended to officially mislead Rome, but only Sardelli.

 Indeed, Rome officials (and in particular Mr. Monaco) were well aware of our activities in Iraq, but also in other countries. They were aware in a detailed manner of most of the transactions in which we were involved, for we obtained guidance from them in one form or another.

 Once Sardelli's departure was effected, and Mr. Lombardi assigned to the area managership, an open flow of information to regional management commenced and the branch's activities were being brought into the open. Mr. Lombardi, in concert with BNL Rome officials, were again openly assisting us to bring order to much of the Atlanta branch's records and to obtain the necessary formal approvals from Rome.

 As you know, Mr. Monaco and his team from Rome were in Baghdad at the same time as Paul von Wedel and I in 1988, and as indicated by Mr. von Wedel and a colleague of Mr. Monaco, a 20 to 30 minute dialogue between Ted Monaco and myself took place separately from von Wedel and Monaco's group. In this private dialogue, Monaco explained to me the purpose of his trip to Baghdad, which as I understood was to expeditiously re-negotiate old BNL - Rafidain debt, with a view to then establishing new facilities in favor of Iraqi government financial institutions. I explained that von Wedel and I were in Iraq to discuss previous years CCC and related activity, to determine the extent of upcoming CCC allocations, and also to discuss with the Iraqi Central Bank its earlier proposal for BNL to provide selective project finance to U.S. and European multinationals engaged in the reconstruction of Iraq's infrastructure. I detailed in broad terms the level of commitment expected by Markazi, and indicated that several government loan guarantee institutions (ECGD, Exim, Coface, Sace, and Hermes) were all considering various projects which could potentially be interwoven into our financial arrangements. Monaco expressed exactly the same aspirations and asked that I keep him informed of the results of my meeting in Baghdad, which I did subsequently.

 Within the Atlanta branch, all employees were aware of the Iraqi loans.

 In Rome, the following departments were aware of the overall activity with Iraq:

 A. Correspondent banking division (area finanza) - unit responsible for relations with Middle Eastern and African banking institutions.

 Gian Maria Sartoretti

 Teodoro Monaco

 as well as several of their staff.

 Monaco in particular was completely aware of the extent of Atlanta's CCC lending, for over the years beginning in 1985 in telephone conversations he was kept abreast of our annual CCC pilgrimages to Washington. He knew the general amounts which BNL Atlanta agreed to finance, and indeed encouraged me to proceed, for he time and again indicated that Iraqi approvals would eventually be forthcoming.

 He was aware of overall extent of our MTL commitments, for he was apprised by me initially in Baghdad of Atlanta's negotiations, told me to develop the post Iran-lraq war reconstruction business, and indicated that he too was developing his lending activities along the same lines, but that he had several administrative hurdles to surmount in Rome before he could charge ahead.

 We had regular discussions regarding Atlanta's CCC activity and, as MTL business developed, conversations regarding those loans also.

 By 1989, Monaco was instructing BNL's Italian branches to telephone the Atlanta office directly regarding Iraqi loans. Although Monaco has contended that these referrals were for cash collateralized business only, this is not the case. Cash collateralized business was being handled by BNL London, under Monaco's control.

 B. Multinational corporation lending division (area commerciale) unit responsible for the 1000 largest corporations worldwide
 
 Ademaro Lanzara

 Carlo Salvatore

 These officials monitored relations with BNL Atlanta's multinational clientele and met with these companies senior officers periodically at BNL Rome and also on occasion the these corporation's corporate headquarters.

 On several occasions, the most senior executives of Continental Grain and Cargill visited messrs Lanzara and Salvatore and detailed the scope and breadth of their relations with BNL Atlanta. They met with no unusual remarks.

 On another occasion, Mr. Lanzara met with officials of Nestle, at the company's headquarters in Vevey, Switzerland. At that time, Lanzara received complete information regarding BNL Atlanta's activities on behalf of Nestle in Iraq. Lanzara called me shortly upon his return to express his thanks to us for having made his job at Nestle that much easier...for we had effectively established a positive reputation for BNL at Nestle. The Nestle loans were neither CCC nor MTL credits.

 They were unsecured one year credits to Iraq to facilitate the purchase of powdered milk and baby formula, amounting to an aggregate of more than USD 50 million. Lanzara was fully aware of these credits, and others.

 C. credit division (area crediti) unit responsible for granting credits companies based overseas

 Dr. Carini

 Dr. Frattini

 As head of the credit area, it was Dr. Carini's role to host the visits of senior executives from overseas multinational corporations seeking to update the head office about their financial standing. Thus on many occasions, Dr. Carini or his successor, Dr. Lupo met with the same senior corporate executives who met with Drs. Lanzara and Salvatore. Here too, these executives have confirmed explaining to the area crediti officials the nature of their relationship with BNL Atlanta, at times in the same meeting or luncheon attended by area commerciale's officials.

 Dr. Frattini, a middle level officer specifically responsible for Atlanta's credit portfolio, saw the computer reports relating to the branch's exposure.

 This exposure was reflected erratically, causing the head office inspection centre to question Frattini on numerous occasions about Atlanta's activities. Frattini, who visited Atlanta and spent several weeks there, understood that Atlanta was using its credit facilities for purposes and time periods other than those formally approved in Rome.

 Nonetheless, he continued to be one of Atlanta's strong supporters.

 Similar computer reports evidencing BNL Atlanta's exposure to correspondent banks was reviewed too by the Rome inspection centre, and Monaco was similarly queried about Atlanta's activities. Given his parallel strategy to support Iraq, his team worked with Atlanta officials to quell any suspicion in the inspection centre.

 D. office of the managing director

 Dr. Pedde

 Pietro Lombardi

 Formerly the head of area crediti, Dr. Pedde was appointed managing director after the initial political purges of 1986 and 1987, shortly after the Socialists under Bettino Craxi lost power in the Italian Parliament.

 Aware of Atlanta's shadow activities, through other sources, he provided immeasurable support for BNL Atlanta, in essence acting as the branch's protector. On occasions when I was in Rome on official visits, he would pull me aside for short periods, express his satisfaction with the manner in which the Iraqi business was progressing, and encourage me to continue our Iraqi activities, but with an emphasis on developing multi-national industrial clients in Europe and North America.

 Whenever my nemesis Dr. Sardelli in New York caused me difficulty in New York, he intervened to protect the branch and its activities.

 He discussed particulars with me about Atlanta's Iraqi lending, especially as it related to Italian clients, and asked that I liase confidentially with him as required through Pietro Lombardi, the man who ultimately replaced Dr. Sardelli in New York.

 As financing the Iraqi portfolio became too onerous a task for the Atlanta staff, it was through Pietro Lombardi to Dr. Pedde that I communicated our inability to continue our lending to Iraq in the same manner, stating that Rome would have to fund this activity directly from Rome or from other units. I expressed the same sentiment to the Mr. Ali in Iraq, and before long both were proposing the removal of operations to a larger venue... the heart of the U.S. industrial belt... Chicago.

 After 04 aug 89, upon my immediate return to the US, I met with Pietro Lombardi in New York, who in essence looked at me and said, with the expression of an individual who had been found out, "What are WE going to do?"

 In that same meeting, Mr. Carlo Vecchi, the New York branch manager and head of treasury operations for North America, said, "we knew what you were doing in Atlanta all along." I was not aware until then that individuals in New York were also aware of Atlanta's activities.

 While Rome officials were informed of my activities and somehow in liaison with Baghdad, I felt that Dr. Sardelli and New York branch officials were in the dark. Now I knew otherwise.

 E. New York regional management

 Carlo Vecchi

 Quirino di Mano

 Several officials of the comptrollers division

 Although Atlanta was careful not to disseminate information to Dr. Sardelli's area about the activities of BNL Atlanta (hence the need for shadow accounting) we were aware that Atlanta's activities in the money markets would come to the attention of New York's treasury division, and indeed, our movements in the marketplace caused BNL New York's traders to become upset with us. Given the branch's need for substantial amounts of funds, it regularly squeezed New York, with its USD 7 billion portfolio, out of the money markets. Vecchi and his senior trader, Rino di Mano, called us to inquire on numerous occasions why, with only a USD 750 million portfolio, we were purchasing much larger amounts.

4. DO YOU HAVE ANY REASON TO BELIEVE THAT ANY PART OF THE U.S., ITALIAN, OR U.K. GOVERNMENTS WERE AWARE OF THE CCC OR MTL LOANS TO IRAQ PRIOR TO THE BNL RAID ON AUGUST 4, 1989?

 I do believe that all three countries, the United States, Italy, and Great Britain were aware of the loans being extended by the Atlanta agency of BNL. First of all I am aware from the accounts offered by Paul Henderson, and the proceedings in Great Britain against him and others, that MI5 and MI6, were being furnished copies of all documents relating to our loans to Matrix Churchill. Moreover, I was informed by messrs Ali and Habobi that there were several individuals in the Matrix Churchill organization with contacts to British intelligence, and that Mr. Habobi's driver was an observer of TDG's activities for the English intelligence community. These facts did not seem to bother them, as I had mentioned in prior testimony. When I noted to Mr. Ali that U. S. intelligence figures appeared in the shadows of BNL Atlanta's customer portfolio he shrugged, looked at me as if I were some sort of dunce and stated that Iraq and the U.S. worked very closely together. He therefore did not understand my expression of surprise.

 Also, in a brief conversation with Mr. Habobi's driver, when I was being taken to a restaurant or to my hotel, the driver stated that he had formerly worked for the British army and, although retired, was still obliquely involved with the British military by virtue of his current position. He spoke to me openly as if I too had some connection to western intelligence, which I thought peculiar. My general view after many such encounters and discussions was that Iraqi, Italian, British and U.S. intelligence services were fully aware and supported BNL Atlanta's activities. In addition, based upon my meetings with several of our German customers involved in the MTL loans, I considered that German intelligence was also keeping updated on BNL Atlanta's affairs, but that there was little intelligence sharing on their part, unlike that taking place between the previously mentioned countries.

 As to the United States, I concluded that they must have been aware of our activities. Certainly, our loans to Russia and to Iraq, much of which was conducted by telex and telephone, should have been the subject of interception by U. S. authorities. In addition, the USDA officials, who received copies of all documentation, should have been alerted to the considerable exposure BNL had to Iraq. The Commerce Department also participated in the yearly negotiations for CCC allocations in Washington, which I attended. I believe that the Commerce Department would have also been made aware as a result of the applications for export licenses required for these exports. Further, the awareness of the United States officials in Iraq of my presence, as well as statement by Wafai Dejani, led me to conclude that United States intelligence agencies and other United States officials were knowledgeable about our lending activities.

 It is my belief that many of the companies doing business with Iraq under the MTL loans program had relationships with intelligence services. Among these companies, were Lummus Crest, Bechtel, Hewlett Packard etc. I am also aware that William Muscarella of the XYZ Options was visited by CIA officials in connection with his activities to build a carbide plant in Iraq. Of course, the Committee is already familiar with the names Dale Toler, Chap Chandler and Charles Chidiac, all of whom represented themselves as being connected with U.S. intelligence services, and all of whom sought to do business under the MTL program.

5. DO YOU HAVE REASON TO BELIEVE THAT THE COMMODITIES PURCHASED BY IRAQ WITH CCC GUARANTEED LOANS WERE DELIVERED FOR MILITARY GOODS?

 I had no awareness at the time of the events that there may have been diversions. It is certainly not inconceivable that this was occurring. I have subsequently learned that a BNL executive in Italy acknowledged that such activities were taking place.

6. WHAT IS YOUR KNOWLEDGE OF BNL'S RELATIONSHIP WITH KISSINGER ASSOCIATES? DID YOU HAVE CONTACT WITH KISSINGER ASSOCIATES? DID YOU OR ANYONE ELSE AT BNL EVER DISCUSS THE CCC OR MTL LOANS TO IRAQ WITH KISSINGER ASSOCIATES?

 My initial awareness of Kissinger Associates involvement in these matters began at the time we commenced our relationship with LBS. As time progressed I became aware that Kissinger Associates was a component in many of the loans taking place. For example, Wafai Dejani had told me that Henry Kissinger was the architect of these loans as they related to U.S. foreign policy. I had attended a speech given by Mr. Kissinger in Venice to the International managers of BNL, and learned of his relationship as a member of the International Advisory Board of BNL. I also learned through conversations with the officials at LBS that Lawrence Eagleburger was associated with Kissinger Associates, which apparently accounted for his ability to accomplish many tasks on their behalf. Moreover, I was aware of the trips taken by Alan Stoga of Kissinger Associates to see the Iraqis. This latter information was derived from individuals associated with the Iraqi-American Business Forum, who advised me that several officials of Kissinger Associates had traveled to Iraq to develop business relationships for their clients.

7. PLEASE PROVIDE ANY COMMENTS YOU HAVE ON THE JUSTICE DEPARTMENT'S HANDLING OF THE BNL INVESTIGATION. WHY DID YOU WITHDRAW YOUR ORIGINAL PLEA AGREEMENT WITH THE JUSTICE DEPARTMENT? DO YOU HAVE ANY COMMENTS ON JUDGE LACEY'S BNL REPORT?

 In 1992 1 attempted to cooperate with the US Attorney's Office after pleading guilty. Some have asked why I plead guilty in 1992 if I was indeed not guilty. There is a very simple explanation. I had been Jailed with no hope of bail in April 1992. I had been relegated to a Federal Defender to represent me in a very complicated case since I had no assets, and owed my prior counsel several hundred thousand dollars. My federal defender was not able to understand the case, having said to me after months of representation, "what is a letter of credit?" Feeling that it was likely under those circumstances that I might be convicted and face lengthy incarceration, I agreed at my attorney's request to plead guilty.

 I withdrew my original plea because I believed I had been misled by the government. Again, from the outset of this incident, I had been led to believe by the Iraqis and BNL that there would be no criminal proceedings against me. They had assured me that perhaps regulatory violations against the bank would be brought, but that I would not be in jeopardy of going to jail. When my federal defender persuaded me to enter my original guilty plea, I was under the impression that if I cooperated with the government, that I would receive a letter from them asking the court to downwardly depart from the Sentencing Guidelines. However, the government's attorneys didn't provide such a letter, and instead sought to have me imprisoned for life. It was then that my new counsel, sought to withdraw my plea.

 But for the persistence of Mr. Bobby Lee Cook, and the efforts by Judge Marvin Shoob, which led to the discovery of the CIA documents, I would have been sentenced to jail in September, 1992. The disclosure of exculpatory materials, led the government to agree to permit a withdrawal of my plea. It is worth noting that Mr. Simels' efforts led to the further disclosure that there were additional exculpatory materials in the possession of the government, which included the debriefings of Paul Henderson by the government's attorney prior to my indictment.

 My efforts at cooperation with the US Attorney's office were frustrated by their continued unwillingness to allow me to tell them the truth. They would pose a question, and when I began to tell them an answer which was inconsistent with their theory of the case, they would either say we're not interested, or you're lying. My then attorney kept pulling me out of the room and warning me to just say what they want to hear, so you can get them to write a letter seeking a downward departure in my sentence. I finally accepted this premise and limited my responses to say yes, you're right.

 It was obvious that the government team investigating the matter was wedded to a particular theory, in part because they never looked at the most significant documents which had been at the bank. I learned in the course of the debriefing that King & Spalding had limited their opportunity to review the files at the bank, and had kept the most important documents in their custody. Whenever I attempted to explain matters to them I would request specific documents, which they did not have at their offices. They had to go to King & Spalding to obtain the requested documents. Indeed, it was only after Mr. Simels began to represent me that he was able to compel King & Spalding to provide those documents to me to review. Although those files have been sanitized since 1989, I was able to reconstruct some of the most significant evidence pointing to BNL's awareness of my activities.

 I can only state that I was disappointed when I read Judge Lacey's report. No one could appreciate the complexity of this matter in the brief period of review he spent conducting his investigation. Certainly he did not seek or obtain essential documents to an understanding of this matter. His rejection of the premise that the Department of Justice and other United States agencies had attempted to cover up this matter is extraordinary to me. I believe that all of the BNL employees from Atlanta, who were interviewed by original BNL Task Force would tell you that any time they attempted to implicate BNL they were told that they were not telling the truth, or the subject was changed. Moreover, I believe that the Department of Justice officials that Judge Lacey interviewed had every reason to protect themselves in their statements to him. I further believe that had Judge Lacey pursued the information developed by Chairman Gonzalez and Chairman Rose he could not have reached the conclusions reflected in his report.

8. PLEASE COMMENT ON THE ITALIAN GOVERNMENT'S USE OF BNL-ATLANTA TO FINANCE THE SALE OF MILITARY HARDWARE SUCH AS SIDEWINDER MISSILES AND ATTACK HELICOPTERS?

 The use of BNL Atlanta to finance the Sidewinder missiles was not surprising to me. It was one of several transactions routed through BNL Atlanta by the Italian military. While the instructions relating to the merchandise were often cryptic, I was able to understand their significance. Indeed, the initial description on the Sidewinder purchases did not refer to the commodity being purchased. It was only after several communications that I became aware that the purchase involved Sidewinder missiles. I initially believed that those purchases...

[copy sent by Banking Committee stopped here]