Barnabei: memoria di un uomo assassinato negli USA (18 ottobre)

V I V A V O C E  19 giugno  2000
Intervista a Rocco Derek Barnabei dal carcere in Virginia
http://www.radio24.it/vivavoce/vivavoce1906_pag_1.htm

 Pronto?

 Rocco Barnabei?

 "Sì! Ciao, come stai?"

 Bene grazie, e tu?

 "Tiro avanti, qui dentro ...."

 Credo che avremo 45 minuti per parlare..

 "Non ne sono sicuro, ma se lo dici tu..."

 Ci puoi dire in due parole chi è Rocco Derek Barnabei?

 "Sono una persona normale, uno dei tanti. Ero un uomo giovane con molte speranze, molti sogni, diverse aspirazioni. E tutte si sono frantumate in un solo secondo. Sono un insolito inquilino per un braccio della morte, senza voler giudicare nessuno. Non ho mai avuto problemi con la giustizia. Vengo da una famiglia per bene, forte, solida, che mi ha amato e si è presa cura di me. E' tutto finito. Da un giorno all'altro".

 Ti senti un italiano?

 "Tutta la mia famiglia ovviamente è italiana. Non sono nato in Italia, ma mio nonno è nato lì e non fu mai naturalizzato in America. Ma qui abbiamo comunità formate soprattutto di italiani e in quel genere di comunità sono cresciuto. La mia famiglia è italiana ed ha un forte senso di orgoglio per la nostra nazionalità... come molti italo americani peraltro".

 - Che sogni coltivavi da giovane?

 "Avevo molti sogni, ed avevo già imboccato la mia strada a 17 anni. Il mio sogno era diventare un affermato e ricco uomo d'affari, che immagino sia il pensiero di molti ragazzini. A 17 anni lavoravo già in alcune grandi società e lo facevo abbastanza bene. Ti dirò: molte delle ragioni per cui mi trovo ora in prigione è perché mi distinguevo dal tipico ragazzo di 25 anni di qui. Guidavo una macchina vistosa, potevo indossare abiti di un certo tipo... Ma avevo un sogno, quello di diventare un imprenditore immobiliare. Questo era il mio sogno".

 Rocco, tu hai sempre detto: "Mi sento colpevole per aver lasciato sola Sarah quella notte".

 "E' vero".

 Ti senti realmente colpevole per questo?

 "Assolutamente sì.  Questo pensiero mi ha afflitto fino ad oggi. Se solo fossi rimasto lì, se solo fossi rimasto lì con lei invece di andarmene. Se fossi rimasto con lei, queste persone non avrebbero mai fatto ciò che hanno fatto. Capisci? Anche se non sono stato coinvolto in questa cosa, ho dovuto lottare e combattere con questo pensiero per anni. Se fossi rimasto lì 15 minuti in più, questi uomini non le avrebbero fatto nulla. Mi capisci? Se solo mi fossi fermato 15 minuti di più... Ma non l'ho fatto".

 Ti cito tre nomi: Stuart MacMillan, Michael Bain e David Worth, forse i 3 veri assassini: cosa provi nei loro confronti?

 "Sai, questo va contro ogni credo cristiano che mi appartiene... Ma li odio, Dio mi aiuti ma li odio. Sono arrabbiato con loro. Questi... questi orribili.... codardi... questi maniaci... depravati... marci codardi hanno ucciso una persona, qualcuno che amavo e se la sono cavata. E allo stato della Virginia non importa. E apparentemente all'America non importa. Una di queste persone non molto tempo fa ha tentato di uccidere ancora. E' stato accusato di tentato omicidio. Capisci? Cos'altro deve succedere: devono uccidere qualcun altro prima che la gente capisca? Ora i miei investigatori li stanno cercando, ormai siamo quasi riusciti a localizzarli tutti... E' orribile, credo che ognuno di loro ormai si sia sposato e continua la propria vita. Uccideranno forse le loro mogli? Uccideranno qualcun altro? Oppure dimenticheranno l'omicidio e continueranno normalmente le loro vite. In qualsiasi caso giustizia non sarà mai fatta. Dio mi aiuiti, ma li odio. Li odio."

 Eri una persona ottimista?

 "Assolutamente sì. Assolutamente, lo ero. Non avevo il minimo dubbio nella mia testa, sapevo che avrei avuto successo... ma dirò di più, ho anche raggiunto forse un certo successo. Sapevo come rapportarmi alle altre persone e... non avevo dubbi che avrei raggiunto un certo livello. Ma ora, lo ripeto, è tutto finito".

 E cosa pensi ora del futuro?

 "E' una domanda molto difficile. Devo ammettere che durante tutta questa vicenda ho mantenuto un alto livello di speranza, soprattutto grazie all'onorevole Fabrizio Vigni e a tutte le persone che in Europa mi hanno aiutato e che hanno sempre avuto un forte sentimento di speranza dopo che il tribunale mi ha respinto l'istanza. Infatti mi hanno appena negato la possibilità di fare il test del Dna. Non vogliono sentire nulla che potrei dire sulla mia innocenza. Le corti rigettano completamente ogni cosa che vogliamo dire. E' come se non gliene importasse nulla (ride) della verità. Ma le mie speranze ora sono completamente cancellate... sono veramente a terra".

 Tua madre dice che non ti fanno il test del Dna perché non sei un bianco anglo sassone protestante, perché sei del nord. E' una questione di razzismo?

 "Vedi, ho sempre creduto che non esistesse il vero americano. Onestamente ne ero convinto. Vengo da una famiglia di gente istruita, di un certo livello e pensavo che questo tipo di mentalità fosse arcaica e che non esistesse proprio. Invece sono qui a dirvi che nello stato della Virginia e in molti di questi stati (e questa non è un'accusa generica ma riguarda tutti individualmente) è assolutamente vero che c'è un alto livello di pregiudizio negli stati del sud. E' molto, molto diverso qui. Non ho alcun dubbio al riguardo. Le stesse statistiche della gente in prigione mi portano a pensare questo: ci sono soprattutto poveri, neri e immigrati in queste prigioni del sud. E io sono un naturalizzato, per di più del nord, quello che qui chiamano uno yankee. Questo aspetto è stato addirittura toccato durante il processo dove mi hanno chiamato non "italian" ma "ai-talian", con una pronuncia spregiativa tipica del sud. Quanto questo abbia influito concretamente nel processo non ne ho idea, a parte il fatto che continuavano a dire che ero uno yankee e un naturalizzato. Non saprei... non c'è una risposta certa a questa domanda. Ma non c'è dubbio: il fatto di essere un naturalizzato ha giocato un qualche ruolo in questo processo. Senza dubbio è così."

 - Ok, Rocco, parliamo del tuo caso. Quali sono le tue ultime speranze adesso?

 "Quello che rimane è la Corte Suprema degli Stati Uniti a Washington, quindi il Governatore della Virginia. Ma entrambe sono strade difficilmente percorribili. Quello che speriamo, quello per cui preghiamo è che gli investigatori che abbiamo ingaggiato vadano là fuori e facciano qualcosa... e scoprano qualcosa. Qualsiasi cosa... da portare in una corte minore... vedi il modo in cui funziona la legge qui va contro ogni logica... In altre parole noi abbiamo un insieme di elementi che dimostrano la mia innocenza ma loro li hanno esclusi dalla corte per colpa di una piccola postilla nella legge di questo Stato che dice: "Se un fatto non è stato prodotto nel corso dei termini previsti da parte del precedente avvocato, viene definito "già respinto". Per esempio, lascia che ti spieghi: i test del dna. Proverebbro la mia innocenza! Ci sono 60 elementi che proverebbero la mia innocenza se venissero fatti i controlli. Ok? Ma siccome i miei avvocati non ha potuto produrli prima, la legge, (parla ironicamente) il nostro nobile sistema di giustizia qui in Virginia dice: "Se l'avvocato non ha prodotto queste prove entro i termini previsti, noi ora non le consideriamo. Ma io sono venuto a conoscenza di prove totalmente nuove che i miei avvocati prima non potevano scoprire e... ma le possibilità di tornare alla corte con le prove sono remote ora..."

 So che ci sono frammenti di unghie che ti scagionerebbero... Ho letto che su 36 oggetti non è stato fatto il test del dna.

 "E' così"

 Perché, Rocco?

 "Non lo so. Non lo so. O meglio, sì, ora ho capito perché, ora lo so. Il mio caso è sempre stato e sempre sarà una caso basato su circostanze. Non è mai stata trovata una prova evidente contro di me. Non ci sono testimoni oculari, non è stata trovata alcuna arma, nessuno mi ha ingaggiato per commettere un delitto, nessuno mi può collegare a questo crimine. L'unica ragione per cui sono stato incolpato di questo crimine è perché Sarah era la mia ragazza ed è successo in una stanza che occupavo nella casa dell'associazione studentesca. Ma vedi, c'erano 50 o 60 persone in quella casa a ogni ora, e queste persone avevano accesso alla mia stanza in qualsiasi momento. Ecco perché sono stato incolpato. Ora, c'è qualcosa in più di semplici frammenti di unghie... Per esempio prendi la mia macchina: secondo gli investigatori della Virginia la mia ragazza è stata trasportata con una macchina... Mi rendo conto che questo è un po' macabro... cerca di capirmi se diventa terribile parlarne... Ebbene, nella mia macchina non hanno trovato una sola macchia di sangue, un capello, niente. Ma non hanno guardato le macchine di nessun altro. Pensateci per un secondo. Dicono che è stata trasportata con una macchina... Ok? Hanno guardato la mia macchina senza trovare una sola macchia di sangue, un capello, niente! Ma non hanno controllato le macchine di altri che frequentavano la stessa casa dello studente! E ancora, mancano 10 oggetti: c'è un paio di scarpe insanguinate appena fuori da una finestra della casa dell'associazione studentesca. La finestra era forzata. C'erano 19 impronte e non sono mai state controllate! Sulle scarpe, che peraltro appartenevano a David Worth, c'erano sangue, capelli, terra... erano lì fuori dalla finestra, proprio accanto a un bidone della spazzatura. Hanno preso le scarpe, bastava controllare il sangue, bastava vedere che non erano mie... E ora queste scarpe non si trovano più! Perché? Perché mancano? Ok? Nella stanza di David Worth sono stati trovati 15 corpi contundenti che potrebbero combaciare con il genere di pestaggio brutale subito dalla mia ragazza. E nessuno le ha controllate! Perché? Perché? Ci sono tracce in un campione prelevato dalla vagina di Sarah che dimostrano che un altro uomo ha avuto un rapporto sessuale con lei. E loro non hanno fatto il test. Nessuna parola poi del fatto che lo sperma di un altro uomo, o probabilmente di altri uomini, era dentro di lei. E non ci hanno lasciato controllare!".

 Per me hanno fatto solamente... controlli selezionati. Hanno controllato cose come... Eh, io ho vissuto nella camera di Sarah nella casa dell'associazione. Hanno trovato una lattina di Pepsi, ho bevuto una Pepsi e hanno trovato le mie impronte sulla lattina! Certo, le mie impronte sono su una lattina che sta nella mia stanza! Queste prove non valgono. Capisci? Questo è il tipo di cose che hanno usato per condannarmi. Sappiamo che Sarah è stata aggredita nella sua stanza nella casa dell'associazione studentesca, non l'abbiamo mai confutato. Se avessero trovato una macchia di sangue nella sua stanza... tieni presente che non ero lì quando è successo e non c'era sangue quando sono tornato, e ti parlo di molto schizzi di sangue e di piccole macchie che non ho potuto vedere... ebbene se avessero trovato del sangue dove hanno ucciso Sarah... E se non è il mio sangue... vuol dire che non c'entro niente io... io... E' un incubo, ti chiedo scusa, sto vaneggiando...".

 Sei solo nella tua cella?

 Sì, siamo soli. Prima di venire qui a nella prigione di Sussex 1, che è il loro carcere di massima sicurezza visto che pensano che siamo le persone più pericolose... (ma io non vedo la gente più pericolosa qui dentro)... comunque prima di venire qui avevo contatti con altri detenuti. Negli ultimi due anni invece non ho avuto contatti fisici con nessuno. Sto 24 ore al giorno rinchiuso nella mia cella singola. Ti evitano ogni contatto fisico, ogni genere di socializzazione con altra gente. E' disumano. Non è umano tutto questo. Devi esser molto forte di testa per sopravvivere qui dentro"

 E gli altri prigionieri chi sono?

 Io sono l'unico italiano in questa unità ma certamente ce ne sono altri. La maggior parte qui sono neri o ispanici ma mi trovo molto bene con loro. Come detto mi guardo intorno e non ho dubbi: si pensa sempre che la pena di morte sia destinata ai criminali più depravati e orribili ma, molto onestamente Alessandro, mi guardo intorno e vedo esseri umani qui. Vedo uomini che hanno famiglia. Alcuni di loro sono innocenti, alcuni sono qui principalmente perché sono disabili mentali o ritardati. Vedo ragazzini qui, ragazzini di sedici anni. E' terribile se ti guardi intorno. Ci sono persone talmente disabili di mente che non riescono neppure ad andare in bagno da soli. Capisci? Non sono in grado neppure di lavarsi da soli. E allora che tipo di società può uccidere un uomo che non riesce neppure a lavarsi, che non sa neanche scrivere il proprio nome, che non è in grado neppure di... "funzionare" come un normale essere umano. E' orribile! Credo che la cosa più terribile da notare, quando mi guardo intorno e osservo questa tipologia umana, è che nonostante le loro origini più disparate, tutti sono poveri. Abbiamo a che fare con la gente più povera della nostra società, con gente che non ha i nessun tipo di strumento. Sono insignificanti in questa specie di società "corretta" e capitalista. Come risultato di ciò, non possono permettersi di "pagarsi" la giustizia. Nel braccio della morte ci sono le persone più deboli della società, non le più pericolose".

 Dalla tua cella, Rocco, puoi vedere il cielo o avere contatti con il mondo?

 Devo dirtelo onestamente, cerco di non pensare mai a queste cose perché non posso averle. Ma inevitabilmente, un uomo rinchiuso in una piccola scatola ci pensa eccome a queste cose. Dostoevski, che è stato imprigionato nel braccio della morte in Russia, scrisse: "Il frutto logico dell'inerzia è un alto grado di coscienza". E questa coscienza può essere indirizzata positivamente o negativamente, così io cerco di concentrarmi su... altre cose. Ma la verità è che le cose sulle quali ho il controllo sono davvero poche..."

 Puoi descrivermi come sono vestite le guardie, i colori che vedi?

 "Ogni cosa qui ha un colore neutro. C'è una sorte di quello che chiamano "colore istituzionale". Essenzialmente vivo  in una scatola. Per costruire questa prigione ci sono voluti 70 milioni di dollari. Nella mia vita ho lavorato anche come designer di costruzioni e non riesco proprio a capire dove possano essere andati a finire tutti quei soldi. Ma essenzialmente posso dire che viviamo in una sorta di grandi e misere scatole prefabbricate di cemento. E' molto deprimente. Filo spinato tutto intorno. Armi. E' tutto... paramilitare qui. Le guardie hanno uniformi di un blu scuro, stivali militari, hanno gli spray, un fucile M16... dimmi qualunque cosa e loro ce l'hanno... uno scudo che provoca scosse elettriche e altre cose del genere. Siamo in una sorta di campo di concentramento, se riesci ad immaginartelo. Viviamo in un nuovo Olocausto, un Olocausto dei nostri tempi. Niente di meno, non c'è alcuna esagerazione. Puoi entrare nel braccio della morte, e delle oltre 3000 persone che vedi puoi contare: 1, 2, 3, 4, 5, 6... tutti innocenti. E' una percentuale incredibilmente inaccettabile: secondo me, se anche una sola persona di queste fosse innocente, sarebbe già troppo."

 - Come ti trattano in prigione. Lo scorso dicembre tu denunciasti diversi maltrattamenti?

 "Alessandro, questa conversazione viene registrata qui in prigione. Non vogliono che parli più di queste cose, capisci? Stanno ascoltando quello che diciamo, e temo ripercussioni, molto onestamente. Per cui se non ti dispiace... Se vuoi... posso trovare il modo di farti venire qui per parlare con me alla linea di sicurezza e lì potrò darti più dettagli. Ma ho paura che ci stiano ascoltando al telefono... e non voglio che loro..."

 Conosci persone nella tua prigione che sono presumibilmente innocenti?

 "Sarò onesto con te. Ci sono almeno 4 uomini che ho conosciuto. Sono morti. Sono stati giustiziati. Sono almeno 4, e io so nel profondo del mio cuore che erano innocenti. Lo so, che erano inocenti! Ora, visto come viviamo non ho l'opportunità di socializzare con molti uomini, non conosco molte storie ma sono arrivato alla conclusione che... è la mia consolazione non conoscere altre storie perché quella successiva è sempre più terribile di quella precedente. In ogni caso, le statistiche mostrano che una persona su 7... è una recente statistica, pensa, del (ride ironico) nostro governo, che si trova in questo momento nel braccio della morte è innocente! Pensateci per un attimo.

 Qual è la cosa che ti manca di più. La libertà ovviamente e poi?

 "Mi manca la spiaggia, e la mia famiglia. La cosa più importante che mi manca è la famiglia, mi manca più di ogni altra cosa al mondo. Ma sogno sempre la spiaggia. Sono cresciuto lungo la costa, facendo surf, camminando sulla sabbia. L'altra notte ho fatto un sogno: sai, l'oceano ha una profumo particolare e io potevo sentirlo. Udivo le onde che si frangevano sulla spiaggia. E' incredibile come le cose che ritenevi le più semplici della tua vita possano diventare le più belle, le più preziose: il profumo dell'erba fresca tagliata, il canto degli uccelli. Un tramonto. Tutte le cose più semplici che ci accompagnano ogni giorno nella nostra società, in questa vita in cui siamo tutti come schiacciati da una grande macina (lavoriamo per pagare le tasse, ci prendiamo cura della famiglia). Ma io vi dico: fermatevi e osservate la vostra famiglie, guarda tuo figlio. Abbraccialo per me. Io non potrò mai farlo, non potrò mai abbracciare mio figlio".

 E' un sogno reale quello dell'oceano o è solo un pensiero che hai?

 "No, no, lo sogno quasi sempre. Di giorno, ma soprattutto di notte, quando il sonno alla fine sopraggiunge, e il sonno qui arriva a fatica, ma quando finalmente arriva provo i sogni più vividi e più splendidi."

 Rocco, credi in Dio?

 "Le mie preghiere prima erano piene di una serie di richieste: "Ti prego, Dio, fammi tornare libero, lascia che possa tornare a vedere la luce del giorno, ti prego, Dio, Tu sai che sono un uomo innocente. Per favore, fai che non succeda a me. Ma ultimamente le mie preghiere si sono semplificate di molto perché sono veramente alla fine del mio cammino. La mia esecuzione può essere fissata ogni giorno, ormai. Così le mie preghiere sono molto più semplici: O Signore, accetterò qulasiasi cosa tu mi abbia riservato, che sia la morte o la vita. Se è la morte, dammi il coraggio di accettarla e dona alla mia famiglia e a chi mi ama la forza di sopportarla. Se è la vita, lasciami libero e non farmi vivere in prigione, perchè... non è il mio posto qui (si commuove). Scusa...".

 Non provi rabbia verso Dio? O verso altre persone?

 "Ti dirò: ero pieno di odio un tempo. Ho dovuto smettere perché questa cosa mi stava facendo impazzire. Capisci? La rabbia genera rabbia, l'odio genera odio. E' un circolo vizioso nel quale l'uomo viene coinvolto. La pena di morte genera molto orrore e io non potevo più fare parte di questo meccanismo. Sarò molto onesto con te: ci sono stati momenti in cui ero molto arrabbiato con Dio. Non lo capivo proprio. Poi ho letto Giobbe, quello che Giobbe è riuscito a sopportare nella Bibbia, certamente più di quanto io abbia dovuto sopportare. Certo, lui era un uomo molto più giusto di quanto non lo sia stato io. Sono troppo "povero" per capire i piani di Dio su di me. Credo che ci sia un grado di predestinazione in tutti noi. Dio mi ha messo qui per una ragione. Non so ancora quale sia. Forse è per denunciare l'orrore perpetrato in questa nazione, forse Dio vuole che la gente sappia e forse io sono il prescelto che deve far sapere. Non lo so, spero vivamente che sia così. Ma qualsiasi cosa sia, l'ho accettata".

 Rocco, come si vive nell'attesa di essere giustiziati?

 "Ti dirò, sono ancora come frastornato dopo che mi hanno respinto l'istanza. Sappiamo di avere a che fare con una corte molto conservatrice. Questa corte non ha mai rilasciato nessuno in casi di condanna a morte. Per cui ce l'aspettavamo ma... sono ancora confuso... Non lo so... prego molto... cerco di stare con la mia famiglia, parlare più tempo possibile con loro al telefono e intanto tento di prepararmi al fatto che possa accadere il peggio. Stando così le cose, la mia sentenza potrebbe essere eseguita in agosto o in settembre"

 Sei sicuro di questo?

 "Si, è un termine certo, assolutamente sì al 100 per cento. Non c'è neanche da discutere. Stanno cercando di uccidermi in fretta, credimi. Ho parlato già troppo per lo Stato della Virginia. Stanno cercando di fissarmi un giorno al più presto. Hanno parlato troppo di me... Ho veramente detto qualcosa di troppo, così non ho alcun dubbio che troveranno il prima possibile un giorno per eseguire la condanna"

 Rocco, i genitori di Sarah pensano che tu sia colpevole?

 "Ho sentito... tramite i miei investigatori, che hanno dei dubbi. A tutt'oggi non siamo ancora riusciti a chiarirli... Ma... sai, io capisco il loro dolore, la loro angoscia. Un giorno spero di poterli incontrare, per far sapere loro.... Anche se io sto soffrendo, anche se io morirò, non c'entro io in questa faccenda. C'entra una bella e giovane ragazza che è stata brutalmente uccisa da tre codardi; e la sola cosa che si compierà uccidendo me sarà uccidere l'ultima persona che ha amato Sarah. Ecco quello che fanno. Se fossi un genitore, se io avessi un figlio e qualcuno... (prima di tutto preciso che non credo alla pena di morte...) ma se qualcuno prendesse mio figlio io vorrei che venisse punita la persona giusta. Ma non la persona sbagliata. Questa è veramente un'ingiustizia per la famiglia di Sarah, è un'ingiustizia per Sarah, è un'ingiustizia per me e per la mia famiglia, è un'ingiustizia per l'intero nostro sistema. In qualsiasi modo giri e rigiri questa faccenda, diverse persone si faranno del male. E giustiziandomi, ancora più persone verranno colpite, perché adesso in prigione c'è la persona sbagliata. E lo sanno, loro lo sanno, Alessandro, credimi se ti dico che lo sanno. Sanno che sono innocente. Credimi che lo sanno".

 Le tue ultime speranze sono riposte nell'intervento del governatore della Virginia?

 "E' quello che speriamo... ci stiamo concentrando, il mio avvocato difensore sta concentrando gli sforzi su un test del dna specifico, semplicemente perché speriamo almeno così di poterne fare uno! Ma volendo avremmo un insieme di prove... Recentemente il Governatore qui ha concesso il test del Dna per un uomo chiamato Earl  Washington che era nel braccio della morte in Viriginia. E' una storia interessante. Era nel braccio della morte, qui in Virginia. Era innocente. Il procuratore generale a suo tempo concesse il test del dna, ed il test provò che lui era innocente. Ma indovina cosa hanno fatto: non l'hanno liberato! Gli hanno dato l'ergastolo. Questa è stata la loro risposta. Il suo test è stato fatto più o meno nel periodo in cui fecero il mio ed il motivo per cui ora gliene hanno concesso un altro è perchè è uscito da poco un nuovo tipo di test. Così gli faranno un controllo avanzato, ora che il Governatore ha concesso il permesso per dimostrare la sua totale innocenza. E per lui è il secondo test che viene fatto. E io non ho avuto la possibilità di farne neppure uno!!! Il genere di prove che sto cercando di far analizzare, e che sono quelle che provano l'innocenza di quest'uomo, è in pratica lo stesso del mio caso.

 Rocco, cosa farai nei prossimi due mesi?

 "Pregherò molto. Lotterò. Non sto mollando. Devo combattere perché so di essere innocente... Se gli lasciassi fare tutto questo senza farlo sapere... se gli permettessi di uccidere un altro uomo innocente, la mia vita sarebbe stata un fallimento. Non è la prima volta che lo fanno. Quanti altri innocenti verranno giustiziati? Sono molto concentrato per fare qualsiasi cosa per combattere... e allo stesso momento prepararmi al peggio se dovesse succedere. E' una sorta di doppio attegiamento il mio..."

 Se tu potessi spiegare a un bambino cos'è la Giustizia, cosa gli diresti?

 "La giustizia? in America? E' un illusione, un'illusione che può essere creata e manipolata semplicemente con il denaro. A un bambino che cresce direi: "Ascolta, certamente io sono l'eccezione e non la regola ma ancora una volta sta succedendo tutto questo. Le statistiche che ti ho citato prima dicono che una persona su sette rinchiusa nei bracci della morte è innocente. Ma le statistiche riferite all'intera popolazione in America sono ben più alte. Ci sono letteralmente centinaia di migliaia di persone innocenti incarcerate nelle prigioni americane. Totalmente innocenti. Quello che direi a un bambino, quello che direi a mio figlio è: "Devi camminare con molta attenzione in questo mondo. Devi essere quasi paranoico, in modo quasi orribile, ma devi stare molto attento a dove vai, a cosa fai, alle amicizie. Perché in ogni momento, per come è l'America oggi, puoi venire letteralmente strappato dalla tua vita. Senza un valido motivo puoi essere separato dalla felicità, da ciò che amavi, da ciò che sapevi. Tutto ti viene portato via. E magari (risatina ironica) potresti anche essere ucciso dal governo senza alcun valido motivo. Gli direi: "Figlio, stai molto, molto attento prima di metterti nei guai a meno che tu non abbia moltissimi soldi o sia potente".

 C'è una cosa che non rifaresti potendo tornare indietro?

 "Non verrei mai in Virginia. Mia mamma me lo diceva prima che partissi: "Piccolo, non andare". Non l'ho ascoltata. Avrei dovuto farlo. Mia madre ha sempre ragione, non sarei mai dovuto venire qui. Devi credermi: molti giornalisti italiani che sono venuti qui, diversi amici mi hanno detto: "Rocco, ho paura in questo Stato. La gente sente il mio accento e mi tratta in modo diverso. Gli Stati del Sud sono come rinchiusi in una specie di macchina del tempo. E' come tornare indietro di 20-30 anni qui. Il Ku Klux Klan è ancora molto forte qui. E' un incubo, è un incubo. Se potessi cambiare qualcosa, non tornerei mai più qui in questo Stato abbandonato da Dio.

 Rocco, noi possiamo vedere qualche tua fotografia sui giornali. Fisicamente sei diverso da come ti vediamo?

 "Oh, sì, credo proprio di sì. Non so quali foto stai guardando. Ho passato brutti giorni durante il processo. Ovviamente sono un po' più vecchio, un po' più... robusto, sai devi lavorare molto se vuoi sopravvivere in prigione. Devi lottare, devi farti forte. Sono un po' più grasso, penso di avere molti capelli bianchi in più. Sono sciupato: a volte mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco più. Capisci? Mi hanno cambiato. Dal genere di persona che ero, un fiducioso e compassionevole Monte Christo mi hanno trasformato in un uomo vendicativo, astuto e crudele come non ho mai conosciuto nessuno. Sono cambiato... sono cambiato per sopravvivere. Devi diventare senza scrupoli, in qualche modo. Questo va contro ogni tutto quello che ero prima ma... devi diventare come un animale: primitivo, vile... se vuoi sopravvivere".

 Tua madre viene a trovarti?

 Sì, viene a trovarmi ogni 90 giorni. Ultimamente cerco di parlare di tutto tranne che del caso perchè... sono così vicino alla morte ora. Sono... sono le mie ultime settimane... Così cerco di parlare di altre cose. Parliamo di Dio, parliamo di mio padre, di cose positive, di quello che farò quando tornerò a casa. Non le ho mai negato questo sogno perché credo sia l'unica cosa che la fa rimanere sana. Lei mi dice:"Vedi tesoro, quando vieni a casa ti cucino una grande cena a base di pasta e la mangeremo insieme. Andremo in spiaggia...".

 Io continuo a dirle: se mai dovessi uscire da qui me ne andrei dritto in Italia. Non voglio più avere niente a che fare con questo Paese... Tentiamo di mantenere un battito vitale, capisci, qualcosa di positivo".

 Il nostro tempo per parlare è scaduto, Rocco. Vuoi dire qualcosa?

 "L'ho già detto ma lo ripeto: l'unica cosa che sta dando speranza a me e alla mia famiglia è l'amore e la compassione dell'Italia e degli italiani, Dell'Europa in generale, ma soprattutto di voi italiani. L'on. Fabrizio Vigni... altri... Devo dirvi che negli ultimi 7 anni sono stato trattato come un animale, peggio di un animale. Non avevo più un'identità di essere umano. Così sono molto grato del fatto che qualcuno si è preso cura di me. In questo modo mi avete restituito la mia umanità."

 ... Posso chiederti un favore Alessandro?

 Certo

 "C'è un libro che uscirà. Questa è la mia storia, e credo che molte persone vogliano sapere cosa è successo veramente. E voglio che la gente sappia, e mi chiedevo se fosse possibile dire alla vostra radio che questo libro uscirà. Speriamo che esca nei prossimi due mesi... E tutti i soldi che ricaveremo, se sarò ancora vivo serviranno per la mia difesa, altrimenti verranno utilizzati in progetti per salvare persone innocenti. E' una giusta causa, insomma, io non guadagnerò un dollaro... Potresti dire questa cosa alla radio?"

 Certo. Lo farò.

 "Lo apprezzo molto, Alessandro. E' stato un vero piacere sentirti".



GIUSTIZIERI E GIUSTIZIATI
http://www.narcomafie.it/news.htm

 Secondo i dati del rapporto «Nessuno tocchi Caino», dal 1973 ad oggi sono 84 le persone scarcerate dai bracci della morte perché riconosciute innocenti. Un altro studio ha valutato che dal 1900 al 1985 sono state erroneamente condannate alla pena capitale almeno 350 persone, 23 delle quali giustiziate.

 C’è una spinta profonda ormai in tutti i continenti verso l’abolizione della pena capitale. Nell’ultimo anno la situazione è ulteriormente migliorata: tanto che sono ormai 120 i Paesi abolizionisti. Nel corso del 1999 hanno rinunciato a comminare o a praticare la pena capitale anche la Russia, l’Albania, l’Ucraina, le Bermuda, il Nepal e il Turkmenistan. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: 75 Paesi mantengono ancora la pena di morte.

 Amnesty International ha registrato nel 1999 almeno 1.813 esecuzioni in 31 Paesi e 3.857 condannati a morte in 63 Paesi. In Italia la pena capitale è stata definitivamente cancellata dall’ordinamento nel 1994, anche nell’ipotesi eccezionale dei reati militari in tempo di guerra.



15 Settembre 2000
http://www.santegidio.org/it/pdm/news/

Derek Rocco Barnabei, 33 anni, l'italo-americano condannato alla pena capitale per l'assassinio della fidanzata Sarah Wisnovsky nel settembre 1993, e' stato messo a morte mediante iniezione letale alle 21:05 di ieri ora locale (le 3:05 di stanotte in Italia) nel carcere di Jarratt, in Virginia.

''Sono davvero innocente di questo crimine. Alla fine la verita' verra' fuori'': sono state queste le ultime parole di Derek Rocco Barnabei, prima che la condanna a morte venisse eseguita. Barnabei ha recitato il salmo 55-18 che oggi aveva dedicato all'Italia. E ha detto: ''Vi amo, mamma, Craig, Fabrizio, Patrizia e Tony''. Craig e' il fratello. Fabrizio e' l'onorevole Vigni, che lo ha anche recentemente visitato in carcere. Patrizia e' la giornalista Minz, fra le prime a fare conoscere il suo caso. Tony e' Di Piazza, l'attivista italo-americano che si e' battuto per lui. ''Non ci sono state complicazioni nella esecuzione - ha annunciato il portavoce delle autorita' carcerarie Larry Traylor - (Barnabei) era calmo, anche un po' impaurito''.