Avvenire
da Primo Piano - Giovedi 04 Gennaio 2001
Il metallo usato fin dai primi anni 70
L'ombra radioattiva dal Vietnam al Medio Oriente
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(L.Ger.) Ma da quanto tempo bolle in pentola la "bomba all'uranio"? Legittimo adesso chiedersi se l'uso dei proiettili all'uranio impoverito - ufficialmente ammesso dalla Nato nei bombardamento contro la Serbia nella primavera del '99 - abbia avuto dei precedenti. Mentre la "sindrome dei Balcani" sta esplodendo in mano a politici e militari per Marco Saba, portavoce dell'Osservatorio etico ambientale (Oea), quella si sta scoperchiando è una «brutta storia» certo, ma che per giunta viene da lontano.

La ricerca di Saba e della sua ong è nata leggendo tre anni fa un'intervista su Avvenire che denunciava il pericolo di contaminazione nucleare nei Balcani. Da qui è partito il lavoro dell'Oea: un'audizione alla Camera all'inizio del 2000, l'adesione all'Enadu (la rete europea contro l'uranio impoverito), e sopratutto il sito Internet (stop-u238.i.am), una "anarchica" miniera di informazioni sul "metallo del disonore", come lo chiamano i reduci del Golfo.

Avrebbe una lunga storia l'uso di questa scoria dell'industria nucleare - depleted uranium (du), nella letteratura internazionale - che per la sua durezza e il basso costo (viene svenduta o regalata) ha trovato un impiego bellico come materia prima per i proiettili. Un primo impiego potrebbe risalire addirittura alla guerra del Vietnam: secondo alcune testimonianze le freccette che venivano sparate da alcune granate erano fabbricate con l'uranio impoverito. Solo una ipotesi, mentre per Saba i primi documenti che lasciano supporre con buona certezza l'uso del depleted uranium risalgono agli inizi degli anni '70: sul sito è pubblicato un documento della Cia che parla dell'acquisto da parte di Israele di barre all'uranio nel periodo 1972-75. Certo non una prova, ma un brutto indizio.

Nel 1991, come noto, ci fu la guerra del Golfo: l'uso di uranio impoverito in quella occasione è ormai una certezza, ma per l'Osservatorio etico ambientale - particolare ulteriormente inquietante - anche i nostri militari impiegati in Somalia nel 1993 potrebbero essere dei veterani del "metallo del disonore": il sito dell'Oea pubblica un telex del comando delle forze armate Usa con una serie di dettagliate istruzioni mediche su come accertare la contaminazione da du. «È chiaro che l'uranio veniva usato da qualcuno, ma non mi risulta che furono informati i nostri soldati», osserva Saba. Nella mappa della "paura di metallo" una bandierina va messa anche sulla Bosnia, per i bombardamenti del '94-'95 oltre che, ovviamente, sulla Serbia nel '99. «Questo è quello che siamo riuscito a conoscere», conclude Saba. Ma l'ultima notizia non ci può far nemmeno pensare che l'uranio sia una storia passata. Sul Jerusalem Post del 26 dicembre scorso si legge: «Il ministro dell'Interno di Israele ha confermato che le autorità di occupazione hanno iniziato ad usare munizioni all'uranio radioattivo per reprimere l'Intifada».

Altri articoli dalla prima pagina di Avvenire del 4 gennaio 2001:
http://www2.chiesacattolica.it/avvenire/seed/cn_avvenire.c_pagina_tipo2?Centro=4&pubblicazione=Primo+Piano&tipologia=&sezione=Primo+Piano&data_ora=04/01/2001