Avvenire, 06 Gennaio 2001
Parla lo studioso di affari militari: le malattie potrebbero derivare non dall'uranio ma da benzene o prodotti chimici
Silvestri: non è detto che sia il vero colpevole
«Dalle analisi fatte in Usa non risultano danni sul midollo osseo»
http://www2.chiesacattolica.it/avvenire/seed/cn_avvenire.c_select_abstract?id=160168&pubblicazione=Primo+Piano&zoom=0&layout=1&id_session=64
Danilo Paolini

Roma. E se non fosse colpa dell'uranio impoverito? E se invece a causare linfomi e leucemie tra i militari reduci dai Balcani fossero «altri fattori», per esempio il benzene utilizzato nella pulizia delle armi, oppure «l'elevato degrado ambientale di alcune zone dell'ex-Jugoslavia», o magari i miasmi sprigionati dai bombardamenti di fabbriche che adoperavano sostanze chimiche? Stefano Silvestri, vicepresidente dell'Istituto affari internazionali ed esperto di cose militari, non nasconde il proprio scetticismo sulla vicenda che sta facendo temere e discutere l'Europa. «In questo momento vedo e sento soltanto una gran confusione - dice - invece sarebbe il caso di fare verifiche serie, accurate, a cominciare dalle popolazioni locali e dal territorio, senza insabbiare niente ma anche senza tesi preconfezionate».

Insomma, lei non condivide l'allarme uranio?

No, nel senso che non è così scontata la pericolosità di questo materiale. Anzi, se parliamo di radioattività, il rischio è altamente improbabile: l'uranio impoverito non è radioattivo, almeno non più dell'ambiente che ci circonda. Non è questo il problema, come del resto dimostrano i rilievi strumentali fatti nell'ex-Jugoslavia. Anche dalle verifiche effettuate lì dai nostri carabinieri non sono emersi livelli anomali di radioattività.

Per la verità un rapporto dell'Unep, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'ambiente, ha registrato variazioni di una certa importanza in alcune zone colpite.

Guardi, chi ha scritto quel rapporto ha fatto un po' il pesce in barile, perché pur non avendo trovato alcuna prova a carico dell'uranio impoverito, ne sconsiglia l'uso a titolo precauzionale.

Ciò significa, comunque, che non è affatto escluso che l'uranio impoverito faccia male.

No, infatti è possibile che l'inalazione di polvere d'uranio subito dopo l'esplosione o il contatto con il sangue produca effetti negativi sulla salute. Non ne sappiamo granché. I soli ad aver fatto analisi sono gli americani, che fin dal '93 tengono sotto controllo i soldati feriti con frammenti all'uranio impoverito, materiale che si usa anche per le blindature di mezzi militari. Finora risulta che la sostanza tende a versarsi nelle urine, quindi nei reni. E, se inalato, ovviamente nei polmoni. Niente è stato invece mai registrato a carico del midollo osseo. Ciò suggerirebbe che, se anche provocasse l'insorgenza di tumori, questi dovrebbero essere diversi dalle leucemie o dai linfomi denunciati in questi giorni.

Malattie che però, purtroppo, sono reali e colpiscono persone che sono state in Bosnia e in Kosovo.

Intendiamoci, io non sono un medico, ma anche tanti autorevoli esperti stanno manifestando dubbi e invitando alla prudenza circa il collegamento tra questi casi e l'uranio impoverito. Ricordiamoci che si tratta di un materiale ormai diffusissimo, impiegato anche per scopi civili. Non dimentichiamo, poi, che qualsiasi conflitto provoca guasti all'ambiente, creando tanti pericoli per la salute umana. E l'ex-Jugoslavia è in guerra da un decennio circa. Voglio dire che l'aria, l'acqua e il terreno potrebbero essere stati inquinati da sostanze assai più nocive dell'uranio impoverito. Pensi ai componenti volatili e altamente cancerogeni contenuti nella benzina e nei suoi derivati. Pensi al benzene, presente nelle sostanze utilizzate per la pulizia delle armi, generalmente ritenuto causa di leucemie.

Ma allora perché si è subito pensato all'uranio impoverito?

Secondo me perché fa più effetto, perché sembra un'arma atomica... Ma qui non parliamo dell'uranio arricchito, bensì del suo residuo a monte, cioè dell'esatto contrario.

Perciò?

Perciò è giusto pretendere maggiore trasparenza e tutti gli accertamenti possibili, soprattutto a tutela della popolazione che in quei luoghi vive stabilmente. È giusto e necessario verificare il grado di nocività delle polveri di uranio impoverito, ma non escludiamo tutte le altre possibili fonti di veleni.

Danilo Paolini



Commento: il fatto che altri veleni si siano sprigionati dai "bombardamenti chirurgici" non migliora la posizione dei bombardieri, dal punto di vista del diritto internazionale. L'équipe creata a suo tempo da Ramsey Clark all'interno dell'IAC, comprende scienziati di fama globale, quale ad esempio Michio Kaku, l'ideatore della teoria delle superstringhe. Lo stesso Ramsey è un ex ministro della giustizia. Noi qui in Italia ci abbiamo aggiunto qualcun altro, giusto per verificare, per scrupolo, che non si trattasse di una tesi "partigiana". In più abbiamo condotto un ricerca storica che, nonostante gli scarsissimi mezzi a disposizione, si è rivelata piuttosto accurata meritando parziali conferme dalla stessa CIA. Non vogliamo evidentemente preoccuparci solo dei militari, ci interessano ovviamente anche i civili, in particolar modo i volontari che non vengono certo premiati con i castelli di carte false. Il consenso globale che si sta raggiungendo sul bando di queste armi pericolosamente dannose è dovuto ad un istinto innato dell'uomo: quello della conservazione. Chi va nella direzione contraria, si volterà e scoprirà di essere solo (o sola). Vale la pena, per un pugno di dollari?