Riunione controcommissione uranio impoverito (Roma, 2 febbraio 2001)

Cari amici,

vi sarei grato se, al fine di coordinare al meglio le prossime iniziative inerenti le proposte fatte alla conferenza stampa del 19 gennaio al Senato, ci potessimo incontrare

venerdi' 2 febbraio alle ore 16  p u n t u a l i
presso la sede dell'Associazione Italia-Cuba
(vicolo Scavolino 61, Roma).

Questo invito e' rivolto agli scienziati che hanno offerto la loro collaborazione al Tribunale Clark per costituire una commissione alternativa a quella costituita dal Ministero della Difesa e ai giuristi che gia' collaborano, o intendono collaborare, con le attivita' del Tribunale e della Rete "Abolire l'Uranio Impoverito".

L'ordine del giorno della riunione potrebbe essere il seguente

1. Proposte e modalita' di lavoro della CONTROCOMMISSIONE
2. Proposte e modalita' di lavoro dei giuristi

Sarebbe opportuno concludere la riunione con un comunicato sulle attivita' previste.

Allego alla presente un mio appunto sulle questioni che vengono poste all'ordine del giorno.

Per dare conferma della partecipazione potete inviare un'e-mail all'indirizzo pasti@mclink.it oppure un fax al numero 06 8174010

Roma, 29 gennaio 2001
Falco Accame



APPUNTO ALLEGATO
Appunto per commissioni scientifica e giuridica

La nomina della Commissione Mandelli, quando gia' e' stato stabilito nelle norme precauzionali inviate alle truppe in Kossovo in data 22.11.99 che "Inalazioni di polvere insolubile di uranio impoverito sono associate nel tempo con effetti negativi sulla salute quali il tumore e disfunzioni nei neonati",e' un controsenso perche' mette in discussione dei rischi gia' chiaramente individuati nelle norme stesse e vorrebbe dire che queste norme sono state emanate con superficialita' e sprovvedutezza.

Tenuto conto di quanto sopra, la nomina della Commissione appare come un escamotage per rimandare nel tempo, alle calende greche, delle decisioni e quindi per chiamarsi fuori ed impedire che vengano accertate le responsabilita' su chi ha mandato allo sbaraglio civili e militari in Somalia e nei Balcani.

Occorre, nei limiti del possibile, fare emergere questa manovra governativa attraverso azioni come le seguenti:

1. Far notare che la pericolosita' dell'uranio e' stata gia' riconosciuta nelle su citate disposizioni e quindi chiedere al Governo se rinnega o conferma tali disposizioni.

2. Chiedere che cosa si vuole dal Mandelli, come deve procedere, che cosa deve fare. Infatti si parla di circa 30 casi di cui 8 morti e una ventina di malati da esaminare ed in proposito c'e' da chiedersi: cosa dovra' fare la Commissione nei riguardi dei morti (riesumare i cadaveri? e quali analisi fare sui cadaveri, quali accertamenti si ritengono possibili, quali protocolli verranno stabiliti, ecc.). Cio' vale anche per gli ammalati.

3. Altro problema riguarda le visite mediche che si afferma verranno fatte a tappeto su tutti i militari e civili. E cio' tenuto conto che non si conosce nemmeno il nome di tutti i civili che sono stati utilizzati. Inoltre non c'e' un raffronto possibile tra il prima e il dopo perche' non sono state fatte visite mediche preventive. Inoltre c'e' da chiedersi quali esami si intende effettuare e in particolare se una semplice analisi del sangue e delle urine sia sufficiente a dire qualcosa e quali centri medici in Italia sono in grado di effettuare analisi che abbiano qualche significato.

Per quanto riguarda gli aspetti giuridici, la questione di fondo e' che sono stati mandati allo sbaraglio degli uomini senza informarli del rischio e senza provvedere ai mezzi necessari per la protezione. Inoltre il Ministro ha affermato il falso e cioe' che in Bosnia non era stato usato uranio impoverito, mentre lo stesso Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Arpino, ha dovuto ammettere che fin dal '95 sapevano che l'uranio era stato usato in Bosnia. In questo senso va anche la risposta alla interrogazione parlamentare circa le possibili connessioni tra la morte del caporal maggiore Salvatore Vacca e l'uranio impoverito. Nella risposta alla interrogazione si afferma che non ci possono essere state relazioni perche' in Bosnia non era stato usato l'uranio. Cio' e' una palese disinformazione, cioe' una informazione falsa volta ad impedire che si ricostruisse la verita' sul caso Vacca.

Altro problema che riguarda la sfera giuridica e' quello dei risarcimenti. Avendo recentemente lo Stato stanziato la somma di 4 miliardi per ciascun nucleo familiare delle vittime del Cermis, non si vede perche' lo stesso trattamento non debba essere messo in atto anche per le vittime dei Balcani.

Falco Accame