Martedì 23 Gennaio 2001
«Politica personale, dispregio per i collaboratori, programmi mai realizzati»
A Vienna ribelli contro Arlacchi
Nell’ufficio Onu per il controllo delle droghe
http://www.lastampa.it/LST/ULTIMA/LST/NAZIONALE/ESTERI/ARLACCHI.htm
Tito Sansa

VIENNA Tempi duri per l’italiano Pino Arlacchi, il numero 2 nella gerarchia delle Nazioni Unite (dietro al segretario generale Kofi Annan), direttore dell’ufficio per il controllo delle droghe e di prevenzione del crimine (Odccp) con sede a Vienna. Alcuni dei suoi più stretti collaboratori si sono ammutinati e, in coincidenza con la pubblicazione del rapporto annuale dell’Onu sulla droga, lanciano contro di lui accuse assai pesanti, come quella di presentare successi inesistenti e di esercitare le sue funzioni di comando con un comportamento dittatoriale.

La diatriba, che da tempo covava sotto la cenere, è esplosa a dicembre, in coincidenza con il congresso internazionale di lotta al crimine a Palermo, dove Arlacchi, considerato il massimo studioso italiano della grande criminalità, fu forse incauto nel dire che la mafia era vicina alla fine. Approfittando del coro di proteste provocato da quelle parole, nelle critiche si infilò il contenuto di una lettera «confidenziale-personale» di undici pagine nella quale Michael von der Schulenburg, ex direttore dell’ufficio operazioni e analisi dell’Odccp, rimproverava al suo ex capo non solo una «politica personale» caratterizzata da «indifferenza e perfino dispregio» per i suoi collaboratori (tanto che ben sette direttori si erano dimessi, sbattendo la porta, in soli tre anni), ma anche di avere enunciato «programmi mai realizzati», con «grande dispendio di denaro».

Punto centrale dell’accusa, la politica fallimentare delle Nazioni Unite nell’Afghanistan, peraltro ammessa parzialmente tra le righe nella relazione annuale dell’ufficio di Arlacchi presentata proprio ieri. Tre anni fa il capo dell’Onu di Vienna aveva annunciato l’assegnazione di 250 milioni di dollari (oltre 500 miliardi di lire) ai taleban, da destinare a coltivazioni alternative (frumento, granoturco) al posto di quelle di papavero. E’ successo che i taleban hanno incassato la prima delle dieci quote annuali (ma per acquistare armi, non sementi), sicché il programma dell’Odccp in Afghanistan nell’ottobre scorso ha dovuto essere sospeso.  Von der Schulenburg elenca altre magagne di Arlacchi: non riceve il personale, non risponde alle lettere, trasferisce in sedi disagiate (come Lagos, in Nigeria) chi non gli garba, non si fida di nessuno e accentra a sé ogni attività. Rincara la dose Tony White, ex capo dell’ufficio dell’Onu per l’applicazione della legge ed ex ispettore capo di Scotland Yard, che conferma il contenuto della lettera «confidenziale-personale» di von der Schulenburg. Capo dell’ufficio droghe di Vienna per 33 mesi, dice di essere riuscito a vedere il capo soltanto una volta.  L’accusato Pino Arlacchi respinge in blocco le accuse, salvo quella di non essere riuscito a sradicare le coltivazioni di oppio nell’Afghanistan. L’ufficio di controllo delle droghe - dice - è il più forte e il più sano di tutta l’Onu, sei dei sette direttori dimissionari se ne sono andati in armonia.