USA: città del Massachusetts insorge contro il DU (ANSA, 1 marzo)

(ANSA) - WASHINGTON, 01 MAR - L'uranio impoverito non preoccupa solo gli europei: Concord, una storica cittadina del Massachusetts, è insorta contro un sito contaminato da uranio a bassa radioattività che, secondo molti, ha fatto aumentare i casi di cancro nella zona. Lo scrive il 'Wall Street Journal'.

 Questo sito è una struttura di proprietà della Starmet Corporation, che ha prodotto gran parte delle munizioni all'uranio impoverito usate nei Balcani e finite sotto accusa in diversi paesi europei.

 Secondo gli attivisti, la Starmet non ha mai bonificato il sito, che avrebbe finito per contaminare le falde acquifere della zona e quindi l'acqua usata dai cittadini di Concord.  Kevin Gilligen, uno degli attivisti antiuranio, ha detto che finora nulla prova il legame tra l'uranio impoverito della Starmet e la proliferazione di alcuni tipi di cancro nella zona.

Ma ricerche sono in corso.

 L'allarme sembra giustificato. La legge del Massachusetts permette di bere acqua che contenga un massimo di 29 microgrammi di uranio al litro. Campioni d'acqua prelevati dalla proprietà della Starmet avevano livelli di 87.000 microgrammi al litro.

L'agenzia federale per la protezione ambientale (Epa) sta pensando di stanziare fondi straordinari per bonificare il sito.

 «Il pericolo più grande per la salute pubblica è l'impatto sulle riserve idriche - dice Stephen Robertson, del dipartimento protezione dell'ambiente del Massachusetts -. È meglio affrontare questo problema ora, mentre è ancora contenuto».

 Negli anni Settanta, la Starmet - scrive il 'Wsj' - si impose come il principale produttore di munizioni all'uranio impoverito, che la Nato giudicava essenziali contro la superiorità del Patto di Varsavia nel settore dei carri armati in Europa.

 Dopo la fine della Guerra Fredda, l'azienda ha deciso di convertirsi ad altro. Ma c'era un problema: la fabbrica del Massachusetts era così radioattiva che era impossibile utilizzarla per altre attività. Per Robert Quinn, presidente dell'azienda, l'esercito Usa avrebbe dovuto finanziare la bonifica, «ma si è lentamente sottratto agli obblighi contrattuali». Secondo Quinn, il costo della decontaminazione del sito è attorno ai 38 milioni di dollari.

 L'esercito dissente. Kenneth Oscar, assistente segretario all'Esercito Usa, dice che i contratti non parlavano dei costi di bonifica e che la Us Army ha già offerto 6,5 milioni di dollari per la pulizia del sito. (ANSA).

 NS 01-MAR-01 18:22 NNN