In Italia
URANIO: PADRE BENJAMIN; USATO DA 44 PAESI, METTERLO AL BANDO

  (ANSA) - ROMA, 22 GEN - ''Sono 44 i Paesi che usano armi all' uranio. Gli Usa ne conoscono gli effetti fin dalla fine della seconda guerra mondiale. Bisogna assolutamente smettere di utilizzarle''. Padre Jean Marie Benjamin - segretario della fondazione Beato Angelico - rilancia il suo appello per la messa al bando dei proiettili utilizzati in Bosnia e in Kosovo.

  La sua voce si e' aggiunta oggi a quella dei rappresentanti di altre organizzazioni non governative - riunite dal Consorzio italiano di solidarieta' - che nel corso di una conferenza stampa hanno chiesto al governo ''di fare di piu' per fermare il metallo del disonore, senza limitarsi a chiedere una moratoria''.

  Padre Benjamin - che da anni indaga sugli effetti della Guerra del Golfo - si dice ''stupito'' dal fatto che il caso uranio sia esploso in Italia solo ora: ''Fin dal 1995 - ha detto - ci sono videoclip dell'esercito americano che informano i militari sui rischi legati a questo metallo. Non e' possibile dire 'non sapevamo'. Nel settore degli armamenti ci sono lobby fortissime, con multinazionali che muovono montagne di dollari: non possiamo pensare che in 3 settimane tutti questi paesi distruggano le loro armi. Ma io non smettero' di lottare''.

  Duro l'intervento di Vittorio Agnoletto, presidente della Lila, la Lega italiana per la lotta all'aids: ''Sono anche medico del lavoro - ha detto - e mi sono imbattuto tante volte nella famosa 626, la legge che obbliga ogni azienda a designare un responsabile per la sicurezza. Questa persona deve sapere le sostanze usate nel processo produttivo e dare inidicazioni sulle precauzioni da prendere, altrimenti e' perseguibile penalmente.

 Nel caso dell'uranio - ha aggiunto - non ci troviamo di fronte ad una piccola azienda, ma ad un Paese di 60 milioni di persone, l'Italia, dove i rappresentanti della sicurezza hanno detto di non sapere cosa e' stato usato. Non e' ammissibile''.  Agnoletto ha parlato anche della commissione Mandelli, nominata dal ministro della Difesa per chiarire i collegamenti tra uranio e leucemie: ''Servira' a quantificare il fenomeno, a capire se e quante persone si sono ammalate proprio per l'uranio - ha detto - ma che quel metallo possa provocare leucemia e' un fatto noto, che si legge sui manuali di medicina''. (ANSA).

YVD
 
22/01/2001 19:19