Uranio: comunicato stampa della ANA-VAFAF (16 novembre)

Associazione Nazionale Assistenza Vittime
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Uranio impoverito: necessità di verifiche su esposti a radiazioni

Questa associazione ha appreso recentemente che da parte delle autorità degli Stati Uniti sono state impartite disposizioni precauzionali al personale che ha operato in Somalia e in Bosnia per la possibilità di essere stato soggetto a radiazioni che possono derivare anche da l'impiego di munizioni all'uranio impoverito. Munizioni all'uranio impoverito si trovano anche in polveriere vigilate da militari italiani: l'uranio impoverito viene inoltre impiegato in esercitazioni che si svolgono anche in poligoni italiani.

Questa associazione chiede pertanto che vengano disposti controlli su personale che ha operato nel Golfo Persico, in Somalia, in Bosnia e che è stato soggetto a disturbi all'apparato urinario in quanto questa è in genere la prima manifestazione di possibile contaminazione.

Questa associazione chiede altresì che le disposizioni precauzionali impartite dagli Stati Uniti siano rese note a tutto il personale militare e civile dislocato in zone in cui possono esservi state radiazioni nocive nonché alle famiglie di detto personale.

Falco Accame
Presidente ANA-VAFAF



Nota: il problema a carico dell'apparato urinario (reni) è quello riconosciuto ufficialmente poiché è l'unica conseguenza che praticamente si ripara da sola. Con idonei esami è possibile rilevare la quantità di uranio impoverito assorbita dall'organismo. Gli effetti meno volentieri ammessi sono: cancro e leucemia, abbassamento delle difese immunitarie. Quindi sarebbe opportuno dare, a quanti esposti, qualche sostanza che rafforzi il sistema immunitario. Ad esempio, vitamina E, vitamina A, beta-carotene etc. Dal punto di vista etico, per proseguire gli esperimenti radioattivi sugli esseri umani, sarebbe necessario ottenerne prima il cosiddetto "consenso-informato".