Banche: gli aiuti alle Fondazioni ai raggi X dell'Ue
L'antitrust europeo apre un'indagine formale per accertare la compatibilità degli interventi con la normativa europea per gli aiuti di Stato: l'talia ha un mese per rispondere
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 BRUXELLES, 4 OTTOBRE - La Commissione europea intende vederci chiaro sui vantaggi fiscali accordati alle banche e fondazioni bancarie italiane e apre, nei confronti dell'Italia, un procedimento formale di indagine. L'obiettivo: dare un mese all'Italia per fornire tutte le informazioni in grado di sciogliere i dubbi sulla compatibilità di quelle misure con la normativa europea per gli aiuti di Stato.

 In questa fase, infatti, Bruxelles ritiene che quelle misure «potrebbero configurare un aiuto di stato nella misura in cui le fondazioni possono svolgere attività di impresa in settori commerciali e detenere di fatto partecipazioni di controllo in imprese industriali e finanziarie». Nel mirino sono i provvedimenti fiscali a favore delle banche e delle fondazioni bancarie introdotti dalla legge 461 del 1998 e dal decreto successivo 153 del 1999. Le fondazioni risalgono alla cosiddetta 'legge Amatò del 1990 che aveva tra i suoi obiettivi quello di trasformare le Casse di risparmio in società a responsabilità limitata, in vista della loro privatizzazione. Rispetto a quelle misure l'antitrust Ue solleva dubbi, in particolare, sulla possibilità offerta alle banche che realizzano una fusione o un' operazione di ristrutturazione, di beneficiare di un taglio del 12,5% dell' aliquota dell' imposta sul reddito, per un periodo di cinque anni a partire dalla data dell' operazione.

 Al termine di un primo esame dei provvedimenti previsti dall' Italia, la Commissione ha concluso che queste ed altre misure «possono provocare distorsioni di concorrenza ed incidere sugli scambi intracomuntari, in quanto riducono i costi di norma sostenuti dalle banche per far fronte alle sfide concorrenziali del mercato unico europeo». L' obiettivo della legge 461 è di indurre le fondazioni bancarie - tramite incentivi fiscali - a cedere il controllo della loro banca e a concentrarsi sui settori di utilità sociale. In questo modo, secondo l' antitrust europeo, le fondazioni - una volta ceduto il controllo delle loro filiali bancarie - avranno in particolare, sotto il profilo fiscale, la qualifica di entità non commerciali e beneficeranno dell' esenzione dall' imposta sulle plusvalenze sulla vendita delle loro participazioni bancarie. La Commissione intende quindi chiarire l'effetto di questi provvedimenti. Non si stratta, viene sottolineato, dell'apertura di una procedura d'infrazione, bensi di un procedimento di indagine che permetterà a Bruxelles di approfondire l'esame del dossier. Dal 1999 infatti, la questione è al centro di contatti tra Bruxelles e Roma. Lo scorso 12 aprile, le autorità italiane hanno informato la Commissione che avevano sospeso l'erogazione degli aiuti e l'emanazione del regolamento d'applicazione di quelle disposizioni legislative.



Nota: le banche hanno sempre goduto di particolari privilegi per il gioco perverso dei titoli di Stato. Infatti, non si capisce perché si continua ad aumentare il debito quando si potrebbe distribuire ricchezza adeguando la massa di moneta circolante al vero valore del prodotto interno.