URANIO -  CECINA. IL LOTTO DI ARMI VENDUTO ALL'ITALIA DA ISRAELE E LE ARMI CHIMICHE IN ITALIA.

Il lotto di armi omologato dall'Italia e proveniente da Israele nel 1985 suscita non poche perplessità. All'epoca infatti vigeva un bando per il commercio di armi con Israele perché questo era considerato un paese in guerra e perché era stato tramite di vendita di armamenti dall'Italia verso il Sud Africa, paese per il quale esisteva un embargo internazionale. Tra l'altro con Israele era sorto un contenzioso per via delle motocannoniere classe Resheef che avevano un armamento dell 'Oto Melara e che appunto finirono al Sud Africa. Israele non aveva tenuto conto del divieto di rivendita a terzi (il cosiddetto divieto del "final user"). All'epoca il fatto fu oggetto di varie interrogazioni parlamentari.

La questione è allora il chiarire come questo lotto sia giunto in Italia: se attraverso una triangolazione (e quindi in modo clandestino) o attraverso una regolare transazione autorizzata dall'apposito Comitato per le autorizzazioni che all'epoca era dislocato presso il Ministero del Commercio con l'Estero ed era presieduto da un diplomatico (il ministro Alberto Indelicato). Ora il Comitato opera direttamente presso il Ministero degli Esteri.

Altro problema riguarda le armi chimiche. L'Italia ha aderito fin dal 1925, con altri 42 paesi, al protocollo di Ginevra che fa divieto di impiego di armi chimiche. Ma in Libia nel 1929/30 armi chimiche all'iprite furono usate dall'Italia (era l'epoca del maresciallo Graziani) contro inermi tribù libiche che furono attaccate da aerei dell'Aeronautica e successivamente furono usate in Etiopia. Ne nacque una polemica, in tempi abbastanza recenti, in cui Montanelli negò l'impiego di armi chimiche nella guerra coloniale. In Italia fino a non molti anni fa armi chimiche sono state conservate nel deposito del servizio chimico militare di Scansiano Belfiore, Santa Lucia (Civitavecchia) e Lago Vico. Ma sull'Italia hanno fatto da sempre pressione gli Stati Uniti perché concedessimo depositi per armi chimiche. Anni or sono venne sottoscritto un accordo per costruire depositi a San Vito al Tagliamento, Morsano al Tagliamento e Teoronchis di Latisana. Era prevista la costruzione di 16 depositi. Le armi USA di maggior rilievo (granate a gas con sostanze belliche binarie) erano le bombe Bigeye da 500 nlibbre e le granate da 15 e 203 millimetri. Per quanto riguarda l'Italia e i depositi di armi stranieri vale per tutti ricordare le problematiche di Camp Darby e di Aviano.

Falco Accame